lunedì 2 dicembre 2013

Onu: “Accesso alla contraccezione fondamentale per diritti delle donne”

family-planning
In un pianeta dove la popolazione aumenta vertiginosamente si fa più urgente la necessità difendere le donne e salvaguardare i loro diritti sessuali e riproduttivi. Questa consapevolezza è ormai diffusa nelle istituzioni internazionali come l’Onu, come dimostra la conferenza dell’Unfpa (United Nation Population Fund) che si è tenuta ad Addis Abeba, in Etiopia, tra il 12 e il 15 novembre. Un evento che ha coinvolto più di tremila delegati da 120 paesi del mondo.

 
"in tanti paesi le ragazze vengono ancora costrette a matrimoni combinati"

L’Unfpa insiste, nello State of World Population 2013, che l’accesso universale ai diritti di base concernenti la salute sessuale e riproduttiva, tra cui la contraccezione, è un passo fondamentale per garantire i diritti delle più giovani. Il direttore esecutivo del Fondo Babatunde Osotimehin, già attivo nel contrastare le mutilazioni genitali femminili, ha ricordato che in tanti paesi le ragazze vengono ancora costrette a matrimoni combinati e a fare figli, senza adeguata educazione sessuale. Accade così che perdano opportunità di lavoro e di istruzione, di arricchimento personale, rischiando gravi malattie e anche la vita: subiscono violenze e abusi, vengono relegate a ruoli di subalternità in contesti maschilisti e patriarcali. “Non ci può essere spazio per la maternità in tenera età”, ha aggiunto, “non possiamo continuare a privare i giovani dei loro diritti in merito alla salute sessuale e riproduttiva”.

Nel report elaborato qualche mese fa dall’High-Level Panel of Eminent Persons del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon si ricordava che più di 220 milioni di donne in tutto il mondo potrebbero evitare gravidanze se avessero accesso a metodi contraccettivi. Come conseguenza abbiamo 80 milioni di gravidanze indesiderate, 30 milioni di nascite e 20 milioni di aborti ogni anno. L’accesso alla contraccezione e una corretta educazione riducono la morte delle madri del 44%, consentendo una migliore qualità di vita alle donne e ai loro figli. I paesi poveri che investono in salute, istruzione, uguaglianza di genere nonché in family planning hanno più chances anche nello sviluppo economico e vedono crescere indicatori come il prodotto interno lordo. Emblematica l’influenza positiva del “dividendo demografico” nello sviluppo dei paesi dell’Asia tra il 1970 e il 2000.
 
"la contraccezione riduce le gravidanze indesiderate e gli aborti"

Il mancato accesso alle interruzioni di gravidanza, in situazioni di disagio e indigenza, porta tuttora alla morte di centinaia di migliaia di donne nel mondo ogni anno. Come emerge dalla relazione, diffondere una cultura della contraccezione riduce le gravidanze indesiderate e gli aborti, che infatti rimangono alti soprattutto in particolari fasce, quella delle adolescenti disinformate e quella delle immigrate che vivono in contesti tradizionalisti. Nei paesi in via di sviluppo circa il 19% delle ragazze sotto i 18 anni rimangono incinte. L’Unfpa non manca di evidenziare esempi virtuosi, dove questi fenomeni sono in netto calo proprio per la diffusione di una cultura del family planning.
Nelle conclusioni, la conferenza ha lanciato una Call to Action per focalizzare l’attenzione sulla pianificazione familiare e la salute sessuale e riproduttiva come parte degli obiettivi imprescindibili per lo sviluppo globale dopo il 2015 (o Millennium Development Goals). Perché è importante, proprio per ridurre gli aborti e favorire una cultura più rispettosa delle donne e dei loro diritti, puntare anche se non soprattutto sulla contraccezione, come ormai da anni esortano a fare le istituzioni internazionali.