mercoledì 10 agosto 2011

L' ATEISMO NON È UNA FEDE NÉ UNA RELIGIONE


La casa dei serpenti
Capita di leggere affermazioni quali «l' ateismo è una fede», o addirittura «l' ateismo è una religione». Si tratta di affermazioni infondate, ma vale la pena di esaminarle.
L' ateismo non è una religione
Che l'ateismo non sia una religione discende dalla definizione stessa della parola «religione». Il Sabatini-Coletti riporta:
religione [re-li-gió-ne] s.f.
1 Insieme di credenze e di manifestazioni con cui l'uomo riconosce l'esistenza del soprannaturale [...]; sentimento di rispetto e di timore verso la divinità[...].
Il riconoscimento del soprannaturale, attraverso credenze e manifestazioni, è l'essenza della religione; l'a-teismo, cioè la negazione di una «concezione e dottrina filosofico-religiosa basata sulla credenza in una divinità unica e trascendente», è dunque incompatibile con la religione.
L'ateismo non è una fede.
Per «fede» si intende, invece, l'«adesione religiosa
 a una verità rivelata non sensibilmente tangibile», ovvero la «persuasione dell'esistenza di un Dio», oppure la «religione, credo, confessione religiosa», oppure «il credere fermamente in qlco. o qlcu.». La critica che alcuni portano all'ateismo è che richiederebbe di credere alla non esistenza di Dio senza che essa si possa provare.
Questa critica è sbagliata per due motivi. Il primo è che non è impossibile dimostrare l'inesistenza di Dio. Normalmente per «Dio» si intende lo «spirito perfettissimo, eterno, onnisciente e onnipresente, creatore di tutte le cose» (ancora Sabatini-Coletti), dunque una (eventuale) dimostrazione dell'impossibilità di esistere per un'entità di questo genere sarebbe una dimostrazione della sua inesistenza.
Il secondo motivo è che l'onere della prova dell'esistenza di qualcosa è a carico di chi la sostiene, non di chi la nega, e che riguardo le asserzioni di esistenza di qualcosa, è corretto considerarle false fino a prova contraria, senza che questo richieda un atto di fede. Perciò riguardo all'esistenza di Atlantide, di Babbo Natale, delle fate, dello Yeti, della proverbiale teiera di Russell e dell'Invisibile Unicorno Rosa, è corretto presumere che sia falsa, fintanto che non siano portate prove che sia vera. E questo vale anche per l'ipotesi-Dio.

Più di un anno fa scrissi questo articolo in cui confutavo la frequente affermazione dei credenti che anche l' ateismo è una fede/religione (l' articolo si intitolava opportunamente «L' ateismo non è una religione, né una fede»).
A tal proposito ho ritrovato un interessante articolo in cui si espone un apologo che sostiene lo stesso argomento. L'articolo è «Gods and snakes», di Mano Singham.
Supponete che alcune persone si trasferiscano in una casa e che, per una ragione qualunque, sia convinte che vi sia un serpente velenoso da qualche parte al suo interno, un serpente che sia riuscito in qualche modo a frustrare ogni tentativo di rilevazione, individuazione o rimozione. Queste persone adotteranno coscientemente uno stile di vita che prenda in considerazione la possibile esistenza del serpente. [..
.]
 Accenderanno le luci di una stanza prima di entrarvi, guarderanno in basso mentre camminano, apriranno credenze, comò, armadi e sgabuzzini cautamente e pronte a saltare indietro all'apparizione di un serpente, esamineranno scarpe e vestiti prima di indossarli, e così via. Cercheranno segni della presenza del serpente e staranno all'erta per rumori simili a quelli di un serpente. Dopo un po', questi comportamenti diventeranno quotidiani e messi in atto senza pensarci. Per di più, il comportamento di tutte le persone che credono che vi siano serpenti nelle loro case sarà alquanto simile.
Ora, prendete in considerazione qualcuno che non creda che vi sia alcun serpente velenoso nella casa. Tale persona si comporterà in maniera alquanto differente da chi invece ci crede, non prendendo alcuna precauzione presa da chi crede. Ma, a differenza di chi crede nell'esistenza del serpente, il cui comportamento è basato su tale credenza, il comportamento del non credente non sarà basato sulla sua non-credenza. Non agirà in base ad un piano cosciente fondato sull'assenza di serpenti. Non andrà in giro a infilare le mani nei cassetti dei calzini semplicemente perché non ne avrà alcun danno. Il non credente non dice a sé stesso «infilerò la mia mano nel cassetto dei calzini senza guardarci prima perché credo che non vi sia alcun serpente, lì» o «infilerò le scarpe senza prima controllarne l'interno perché credo che non vi siano serpenti». I serpenti, semplicemente, non hanno posto nella sua coscienza.
Così, mentre il comportamento di un credente nel serpente deriva da quella credenza, il comportamento di un non-credente non deriva da quella non-credenza, anche se il comportamento del non-credente sarà notevolmente diverso da quello del credente. L'assenza di credenza non impone un certo comportamento. Il risultato è che non vi sarà un modo comune di comportarsi per i non-credenti, a differenza del comportamento molto più uniforme dei credenti. Alcuni non-credenti potranno guardare per terra mente camminano, altri no. Non c'è modo di predirlo.
Meditazione.