lunedì 30 maggio 2011

“SE NON VUOI MOLESTIE SESSUALI RESTATENE A CASA”

Donne in Turchia29 maggio 2011 - Lo dice il sindaco di un paese turco alle cittadine di sesso femminile.
C’è un modo molto semplice per evitare violenze sessuali, ma in effetti ogni tipo di rischio, per evitare brutti incontri e dispiaceri assortiti: semplicemente, basterebbe rimanere a casa. Certo, è una soluzione molto facile quella di negarsi una vita normale per paura di ciò che potrebbe succedere fuori dalla porta di casa: il prezzo da pagare è, appunto, la libertà personale. Ma se una persona decide di fare tutto ciò per scelta personale, questo rientra nella sua autonoma determinazione; se è un pubblico ufficiale a chiederci di fare qualcosa del genere, diventa un problema.
MEGLIO A CASA – E un problema in effetti lo è diventato per le donne turche che hanno chiesto al loro sindaco (notizia sui giornali locali, poi ripresa da Jezebel) come potessero fare per evitare attenzioni indesiderate da parte di uomini non benintenzionati.

E il sindaco, parte dell’AKP, il partito del presidente turco Erdogan, gli ha detto, appunto, che avrebbero fatto bene a rimanersene a casa.
Le donne che si lamentano delle molestie sessuali nelle strade della provincia orientale di Muş dovrebbero affrontare il problema semplicemente stando a casa, ha detto il sindaco della provincia. “Non andatevene in giro”, ha detto il 71enne sindaco del partito Giustizia e Sviluppo, AKP, Necmittin Dede, alle donne rappresentanti del centro di cultura femminile, KAMER, quando hanno detto alle autorità che l’alto tasso di occupazione nella città ha avuto come risultato l’abbondanza di uomini che escono fuori dalle case da tè con l’intenzione di molestare verbalmente le donne che passano di lì.

Ed ecco dunque spiegata la storia. Un alto tasso di sviluppo di una piccola città che sta avendo qualche fortuna, industrialmente parlando, richiama nello spazio urbano forza lavoro prevalentemente maschile. E, come nel più abusato degli stereotipi, gli operai in cerca di svago importunano le damigelle che passano per la strada. Il tutto in un paese islamico, sebbene atipico e moderno come la Turchia, in cui il cammino dell’uguaglianza dei diritti fra uomo e donna deve ancora fare moltissima strada.

DIFFICOLTA’ – Proprio la provincia amministrata dal sindaco in questione ha visto una piccola, sebbene significativa escalation dei più indicativi eventi di una società medievale, per quanto riguarda l’uguaglianza fra uomo e donna: i delitti d’onore.

Almeno 6 delitti d’onore sono stati commessi nella provincia durante gli ultimi due mesi, nonostante alcune delle morti siano state presentate come suicidi, secondo rappresentanti di KAMER. In un precedente commento, Dede ha affermato: “Se le donne fossero più uomini, sarebbero profeti.”

Notizie come queste – e una classe dirigente di questa fattura – sono fra i più grandi ostacoli al cammino della Turchia verso l’adesione all’Unione Europea. Secondo i governi occidentali, infatti, il paese di Ankara ha molto da dimostrare alla comunità europea per essere accettata all’interno del sistema di Bruxelles. Ancora aperta la ferita del genocidio armeno, infatti: e anche queste problematiche sui diritti non sono secondarie quando si tratta di accettare la Turchia dentro l’Europa. Questo nonostante le donne di KAMER affermino che le forze dell’ordine sono sempre state molto efficaci nella collaborazione per la tutela dei diritti: si tratta, dunque, di attendere e promuovere un cambiamento sociale. Dovrebbero farlo le istituzioni: in questa vicenda, però, sono state proprio queste ultime a dimostrarsi inadeguate al ruolo.

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