martedì 10 maggio 2011

ELEZIONI, I VESCOVI IN CAMPO: NON VOTATE PRO ABORTO E GAY


VescoviMilano - «Tutela della vita umana specie nelle sue fasi di massima fragilità (senza accodarsi al partito dell’ eutanasia e dell’ aborto come `diritto´), valorizzazione dell’ istituto familiare (nel `format´ fondato sul matrimonio uomo-donna sancito dalla Costituzione), garanzia di una effettiva libertà educativa nel rispetto del ruolo genitoriale (dunque dando seguito alla legge che sancisce che la scuola pubblica è promossa sia dallo Stato sia paritariamente dalla società)». Questi, secondo il quotidiano cattolico Avvenire, i criteri che dovrebbero guidare gli elettori nella prossima tornata amministrativa del 15 e 16 maggio.
Un editoriale, quello odierno, interpretato come un appoggio al centrodestra e in particolare a Letizia Moratti,
 anche alla luce di altri interventi comparsi nei giorni scorsi, a cominciare dall’ appoggio per la legge che limita l’ esecuzione delle volontà dei malati terminali.
«Non è un mistero, infatti - scrive oggi il giornale dei vescovi in un editoriale -, che a livello municipale si stanno compiendo scelte significative e, purtroppo, anche forzature di stampo ideologico su ognuno di quei tre fronti». Secondo Avvenire, al di là del fatto che esso rappresenti «l’ennesimo test intermedio sulla tenuta della coalizione che ha vinto le elezioni del 2008» («anche se è molto difficile immaginare ricadute dirompenti a livello romano, a meno di responsi oggi inimmaginabili»), «il voto di metà maggio resta anzitutto una chiamata al discernimento accurato di uomini e programmi».
«Perché non ci rassegniamo a pensare - si legge ancora nell’editoriale - che i cittadini dei 1.315 comuni e delle 11 province interessati al rinnovo di giunte e consigli debbano fare la loro scelta esclusivamente in base agli schieramenti e alle aree di appartenenza ideologica». «E abbiamo troppo rispetto per la dimensione umana e territoriale del servizio alla res pubblica - aggiunge il quotidiano della Cei -, per immaginare che il colore di una casacca debba sempre e comunque fare premio sulla qualità delle persone e sulla concretezza delle loro proposte».