mercoledì 18 maggio 2011

IL TEOLOGO VITO MANCUSO: E' SOLO LA PUNTA DELL'ICEBERG

Parla il teologo: "Le violenze sessuali sono molto più frequenti di quanto non si voglia ammettere ma anche di quanto si pensi. La visita di Bagnasco in parrocchia è stata una scelta tempestiva, e la sua presa di responsabilità esplicita"

di RAFFAELE NIRI

"Ma questo don Riccardo Seppia è solo la punta di un iceberg, sbaglieremmo se ne facessimo un caso isolato. La verità, e mi duole doverlo ammettere, è che questi signori della Chiesa hanno più a cuore il mantenimento della propria struttura rispetto al futuro dei singoli bambini.

"Per dirlo con una formula: l'importante è mandare avanti la Ditta". Vito Mancuso è uno che, questi "signori della Chiesa", li conosce bene. Docente di Teologia all'Università San Raffaele di Milano, editorialista diRepubblica, a 23 anni è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini, nel Duomo di Milano. L'anno dopo chiese di essere dispensato dalla vita sacerdotale e di dedicarsi allo studio della teologia: così il cardinal Martini lo spedì due anni a Napoli, presso il teologo Bruno Forte (oggi arcivescovo di Chieti e presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede).

Dei tre gradi accademici del corso teologico ha conseguito il Baccellierato presso la Facoltà teologica di Milano, la Licenza presso la Pontificia facoltà teologica di Napoli, il Dottorato a Roma presso la Pontificia Università Lateranense. Poi si è sposato, ha fatto due figli e un numero infinito di libri: "L'anima e il suo destino" (con prefazione di Martini) finì ai primi posti in classifica e così "Disputa su Dio e dintorni" (con Corrado Augias) e "La Vita autentica". Due mesi fa, invitato da Luca Borzani per il ciclo "Le Religioni e le origini del mondo" ha spopolato, riempiendo il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.

Insomma, vista da vicino che Chiesa è?

"Una Chiesa dove queste violenze sessuali sono molto più frequenti di quanto non solo si voglia ammettere - e non vogliono proprio ammetterlo - ma anche di quanto si pensi. Chiunque abbia studi di Teologia alle spalle sa quanto sia terribile la debolezza umana, quanto sia enorme il problema della formazione, della selezione".

Cioè, il problema è che, proprio perché le vocazioni sono così poche, la Chiesa accetta chiunque si autoproponga?
"Non il problema, uno dei problemi. Un altro dei problemi è che la Chiesa ha più a cuore la propria struttura, la propria dottrina, la conservazione dell'edificio esistente, piuttosto che l'avvenire del singolo. Se il mio primo obiettivo è quello di custodire quello che sono, quello che ho, non mi preoccuperò troppo di quello che offro e di come lo faccio. E, non mettendomi in discussione, perdo autorevolezza".

Parlava di "scuola quadri": c'è effettivamente un problema di formazione?
"Tengono fermo questo semidogma che risale all'undicesimo secolo: prima non esistevano problemi di castità, da allora si tratta di una regola teoricamente inviolabile. Ma poteva andar bene nei secoli passati. Oggi le vocazioni sono sempre meno e la qualità dei sacerdoti sempre più bassa. Attenzione, l'omosessualità non c'entra niente: il problema è la repressione sessuale. L'eros, espresso nelle forme e nei modi corretti, è fondamentale per la completezza dell'individuo. La vicenda di Sestri ponente, comunque la si voglia leggere, porta a galla repressione e frustrazione".

Il presidente della Cei è corso subito a Sestri. Ha fatto bene?
"Io credo che sia stata un'azione tempestiva, il che non avviene spesso all'interno della Chiesa. Leggendo Repubblica, mi pare che la presa di responsabilità sia stata esplicita".
Molti sestresi non mandavano più i bimbi a catechismo: qualcosa vorrà pur dire.
"In casi come questo, in genere, ci sono anche segnalazioni, lettere, prese di posizione. E' la riprova di quanto dicevo prima: se hai più a cuore la struttura del singolo, questi sono i risultati. Se io ho come principale interesse quello di preservare la continuità, non mi preoccuperò dei singoli problemi che i sacerdoti creeranno".

Come se ne esce?
"Togliendo il celibato. Giovanni XXIII° istituì una commissione di 68 persone: 64 si espressero in favore della contraccezione. Poi arrivò Paolo VI° e diede ragione ai quattro: non bisognava entrare in contraddizione con Pio XI°, la cosa più importante era la continuità della dottrina. Insabbiano, affossano, ma l'importante, per loro, è non contraddirsi mai".

http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/05/17/news/il_teologo_vito_mancuso_solo_la_punta_dell_iceberg-16368968/