mercoledì 18 luglio 2012

Proposta del governo per accorpare feste civili e religiose


Fa discutere la proposta lanciata dal sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, di accorpare le festività per aumentare i giorni di lavoro. L’intenzione sarebbe quella di dare slancio all’economia. Il consiglio dei ministri guidato da Mario Monti dovrebbe discuterne proprio venerdì, come richiesto dal sottosegretario Antonio Catricalà. La proposta potrebbe tagliare in maniera indifferente non solo le feste religiose, come quelle dei santi patroni, ma anche quelle civili come il 25 Aprile, il 2 giugno o il Primo Maggio.


Critiche arrivano da alcune forze politiche, ma soprattutto da sindacati come Cgil e Cisl. Cristian Sesena, segretario nazionale della Filcams Cgil e responsabile per il turismo nel sindacato, esprime ad esempio perplessità per il taglio di “festività laiche e religiose che verrebbero accorpate diluendo così il valore sociale, culturale e storico per il Paese”. L’Anpi è preoccupata per l’eventuale cancellazione di feste come quella della Liberazione che “rappresentano il nostro passato migliore, i valori su cui si fonda la nostra Repubblica” e quindi “non vanno toccate”.

Già in passato il governo Monti aveva ventilato l’idea di spostare a domenica le feste patronali, ma anche su pressione di varie diocesi desistito. Ora la Chiesa torna nel dibattito. Diverse feste prettamente cattoliche sono infatti blindate proprio dai Patti Laternanensi. Come fa notare Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione e già esponente della comunità cattolica di Sant’Egidio.

Intervista oggi da La Stampa, pur negando di tirare in ballo la religione, Riccardi fa riferimento alla “tenuta sociale del paese, rispetto alla quale queste feste, con il loro potere educativo, con il senso di comunità e di appartenenza che alimentano, possono contribuire”. E “alcune, le più importanti”, sono appunto “sancite dai patti lateranensi”: sarebbe quindi necessaria una “trattativa” con il Vaticano, come accaduto in Portogallo.

Come già fatto in passato, l’Uaar difende le feste laiche, le uniche ad avere un carattere davvero inclusivo e rappresentativo per i cittadini a prescindere dal credo, rispetto a giorni in cui si celebra ad esempio qualche dogma cattolico del quale magari una buona parte di coloro che si proclamano cattolici sono del tutto ignari. Se proprio è necessario fare dei sacrifici in un momento di crisi, sarebbe più opportuno quindi spostare le feste religiose. Sarebbe una buona prova di laicità da parte di un Parlamento che spesso ha dimostrato di essere troppo accondiscendente verso le richieste da Oltretevere.