domenica 8 luglio 2012

Contraddizioni italiane: prima i complimenti, poi i tagli alla fisica


Nei giorni scorsi l’annuncio da parte del Cern dell’individuazione del bosone di Higgs ha portato ulteriore onore alla scuola italiana di fisica, una delle più illustre nella storia della materia. Il contributo degli scienziati italiani all’impresa è stato ragguardevole e, in particolare, Fabiola Gianotti è stata una delle coordinatrici del progetto Atlas.


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto prontamente unirsi agli elogi e, in una lettera inviata al professor Sergio Bertolucci, direttore della Ricerca scientifica del Cern, ha sostenuto che “l’unanime riconoscimento del successo degli studi e delle applicazioni pratiche che hanno condotto alla scoperta del bosone di Higgs, ha dato grande lustro all’Italia e onora il prestigio della scuola di fisica italiana, che ci ha reso famosi nel mondo”. Aggiungendo che tale successo costituirà, per i ricercatori più giovani, “uno straordinario incentivo per continuare ad impegnarsi nelle attività di ricerca”.

Passano tre giorni, e giunge notizia che la spending review ha colpito anche l’Infn, l’istituto che raggruppa i fisici italiani. Tagli del 3,78% nel 2012 e del 10% nei due anni successivi. Tagli che peraltro hanno colpito quasi tutti gli istituti di ricerca di eccellenza. Tafgi che non hanno invece intaccato gli oltre sei miliardi che, ogni anni anno, transitano dalle casse pubbliche a quelle della Chiesa cattolica.

In occasione del lancio dell’inchiesta I costi della Chiesa, che comprova tale stima, l’Uaar ha fatto affiggere manifesti in diverse città chiedendo che tali fondi fossero piuttosto destinati a “ricerca, istruzione, risanamento del territorio”. Diversi mesi dopo, è ormai evidente che il governo Monti, che non a caso avevamo salutato come “governo Bagnasco“, ha confermato i peggiori sospetti che nascevano dalla sua composizione, in cui abbondano gli esponenti cattolici. Ci si chiede ora se il presidente Napolitano avrà il coraggio di non firmare il provvedimento di tagli, di ritirare i complimenti, o di far invece finta di niente.

L’ipocrisia avrà ancora una volta la meglio? I fisici italiani coinvolti nell’impresa del Cern, che sono stati invitati al Quirinale dal presidente, nel corso della visita farebbero bene a evidenziare anche tali aspetti.