venerdì 2 agosto 2013

Irlanda, i non credenti che devono giurare su qualcosa in cui non credono

giuramento
Una delle vecchie tradizioni inserite tuttora nelle legislazioni di mezzo mondo è il giuramento su un testo sacro, quale “prova” della veridicità di una dichiarazione. A parte il palese vulnus alla laicità che la pratica comporta, ci si chiede come possano atei e agnostici giurare su un testo sacro in cui non credono, che considerano scarsamente attendibile e che leggono senza ritenerlo come dettato da un dio.

"automatica superiorità delle parole pronunciate al presunto cospetto di Dio"

Il fatto che tale giuramento possa essere ritenuto in sé un certificato di attendibilità, implica che l’ordinamento prenda in considerazione — implicitamente o come retaggio di costume — la minaccia di una qualche punizione divina se si dichiara il falso, o uno status di automatica superiorità delle parole pronunciate al presunto cospetto di Dio. Nemmeno fossimo alla fine dell’età del bronzo o in fila per ricevere un’ordalia.
 
Casi in cui i non credenti contestano tale giuramento divino sono rari, ma tuttora se ne presentano. Qualche mese fa l’ufficio immigrazione Usa negò la naturalizzazione a una donna atea di origine inglese che da decenni vive negli Stati Uniti, perché in nome del pacifismo rifiutava di giurare che avrebbe preso le armi per difendere il paese ma non aveva esibito un certificato di frequenza di una qualche confessione religiosa in modo da far valere la sua obiezione di coscienza.

Anche per i politici, la prassi di diversi paesi prevede che si presti giuramento, ad esempio sulla Bibbia o sul Vangelo, per ricevere un incarico. Questa volta accade in Irlanda, dove è entrata in vigore una legge che apre all’aborto per casi limitati contro cui è forte l’opposizione di no-choice e Chiesa cattolica. Il vice primo ministro (tánaiste) Eamon Gilmore, è dichiaratamente agnostico, ma tenuto a prestare giuramento religioso a una riunione del Council of State, organo giurisdizionale che assiste il presidente della repubblica nelle sue funzioni e comprende primo ministro, ministro della Giustizia e alti magistrati. L’incontro era stabilito proprio per discutere della nuova norma sull’interruzione di gravidanza. La Costituzione irlandese, che nel preambolo ha un’invocazione alla “Santissima Trinità”, prevede all’art. 31 che i membri di quell’organo alla prima occasione dicano: “Alla presenza di Dio onnipotente faccio solennemente e sinceramente promessa e dichiaro che compirò i miei doveri fedelmente e coscienziosamente”.
 
"un “agnostico coscienzioso” non può “onestamente” prestare tale tipo di giuramento"

Michael Nugent, presidente dell’associazione Atheist Ireland, ha scritto a Gilmore facendo notare che un “agnostico coscienzioso” non può “onestamente” prestare tale tipo di giuramento, invitandolo a fare obiezione o modificare l’espressione da usare per creare il precedente a livello costituzionale in nome della libertà di credenza. Il tánaiste ha però fatto sapere che avrebbe ugualmente prestato il giuramento così com’è, perché inserito nella Costituzione.
Quello del giuramento è un altro degli esempi che mostrano come ingerenze confessionali nella legislazione che a prima vista appaiono inoffensive generano poi reali casi di coscienza. Non tanto in quella dei politici, forse: ma non si possono avere leggi che presuppongono, per la loro stessa formulazione, comportamenti ipocriti. Dovrebbe essere evidente a tutti. Eppure non lo è: vedere non credenti giurare su qualcosa in cui non credono deve evidentemente procurare una soddisfazione viziosa, sia alle gerarchie ecclesiastiche, sia a tutti i clericali.