venerdì 30 agosto 2013

Le femmine scelgono il maschio che somiglia al padre per salvare la specie

Le femmine scelgono il maschio che somiglia al padre per salvare la specie.
La preferenza delle figlie femmine non è solo questione di "imprinting sessuale", ma è una scelta che ha un ruolo fondamentale nell'evoluzione della specie.
 
Il periodico scientifico “Evolution” conferma una credenza diffusa: le figlie femmine tendono a cercare il maschio che somiglia al padre. Lo studio, condotto dall’Università di Manchester e pubblicato l’8 marzo, riguarda modelli di comportamento animale che potrebbero essere validi anche per l’essere umano. Secondo i ricercatori, le femmine che cercano i tratti del padre tendono a riprodursi più facilmente di quelle che invece non mostrano particolari preferenze. Tucker Gilman, biologo evoluzionista della stessa università inglese, ha condotto lo studio affiancato da alcuni studenti delle scuole superiori. Il ricercatore ha osservato diversi organismi in cerca di partner, dividendoli in egual misura in due gruppi: quelli che mostravano preferenze verso i tratti paterni (gruppo I) e quelli che invece non ne mostravano alcuna (gruppo II). Raccolti i dati degli accoppiamenti, gli studiosi li hanno usati per simulare milioni di passaggi generazionali. Nonostante la paritaria situazione di partenza, dopo diverse generazioni il gruppo delle femmine orientate verso le caratteristiche paterne surclassava numericamente l’altro.

Non si tratta del primo studio sull’argomento, sebbene questo inserisca un’importante novità. Altre ricerche avevano infatti evidenziato l’esistenza di un imprinting sessuale tra gli animali: gli esemplari giovani tendono con la maturità sessuale a cercare partner simili ai genitori. Ad esempio i pulcini che hanno visto un uccello con le piume colorate sulla testa, hanno cercato le stesse caratteristiche nel partner. Con la preponderanza del gruppo I sul II, Gilman ha aggiunto un altro elemento di riflessione: la logica sottesa all’atteggiamento “filo-paterno”. E’ noto che nella maggior parte delle specie – uomo compreso – è la femmina che adempie al ruolo di selezione dei geni (negandosi o concedendosi), mentre il maschio ha il compito di diffondere i geni (ed è dunque meno selettivo). Nello svolgimento di tale compito, la femmina riconoscerebbe nel padre un esemplare che è riuscito, almeno una volta, a riprodursi e che ha dunque caratteri genetici adatti alla vita e alla procreazione.
[Foto da PublicDomain]

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