domenica 7 aprile 2013

“Un cristiano ucciso ogni cinque minuti”: verità o propaganda?

martire
Di­ver­si mezzi d’in­for­ma­zio­ne, in par­ti­co­la­re Rai­new­s24 in heavy ro­ta­tion du­ran­te le va­can­ze pa­squa­li, hanno ri­lan­cia­to con sempre più fre­quen­za il meme per cui nel mondo “un cri­stia­no viene ucciso ogni cinque minuti”. Con par­ti­co­la­re enfasi è stata dif­fu­sa questa in­for­ma­zio­ne du­ran­te la via crucis: un ac­co­sta­men­to che ha un im­pat­to fa­cil­men­te in­tui­bi­le, specie nel clima di pa­po­la­tria che sta fa­cen­do se­gui­to al­l’e­le­zio­ne di Fran­ce­sco I al soglio pon­ti­fi­cio.

Anche la Chiesa cavalca i “centomila” martiri

 
Da qual­che anno si parla di questa massa enorme di cri­stia­ni che ver­reb­be­ro uccisi. Re­cen­te­men­te Av­ve­ni­re le ha dato nuovo ri­sal­to, ci­tan­do l’as­so­cia­zio­ne “Luci sul­l’E­st” e il suo Os­ser­va­to­rio sulla cri­stia­no­fo­bia. Un sito che rac­co­glie con do­vi­zia casi di vera o pre­sun­ta per­se­cu­zio­ne nei con­fron­ti dei cri­stia­ni, ma che a som­mar­li nean­che lon­ta­na­men­te si av­vi­ci­na­no al com­pu­to di cen­to­mi­la e passa mar­ti­ri che viene dif­fu­so. “Cifra spa­ven­to­sa”, come l’ha ri­lan­cia­ta il car­di­na­le Angelo Ba­gna­sco du­ran­te la pro­lu­sio­ne della re­cen­te com­mis­sio­ne per­ma­nen­te della Cei, a fine gen­na­io. Il pre­la­to ha colto l’oc­ca­sio­ne per cri­ti­ca­re l’Oc­ci­den­te “che pro­cla­ma sì i di­rit­ti umani ma poi sembra vo­ler­li ap­pli­ca­re ed esi­ge­re con pesi e misure di­ver­se”. A farne le spese, se­con­do il pre­si­den­te della con­fe­ren­za epi­sco­pa­le, sa­reb­be­ro pro­prio i cri­stia­ni.
 
"il dato assume cre­di­bi­li­tà per il solo fatto di rim­bal­za­re tra nu­me­ro­si ar­ti­co­li, in­ter­vi­ste"
 
Anche in Va­ti­ca­no si batte su questo tasto. Il car­di­na­le Jean-Louis Tauran, pre­si­den­te del Pon­ti­fi­cio con­si­glio per il dia­lo­go in­ter­re­li­gio­so, in un’in­ter­vi­sta all’Os­ser­va­to­re Romano al­l’i­ni­zio di que­st’an­no ha ri­ba­di­to che “ogni cinque minuti un cri­stia­no viene ucciso a causa della sua fede”. È quindi un dato, quello dei cen­to­mi­la cri­stia­ni mar­ti­riz­za­ti ogni anno, che gira da anni e viene citato come ca­val­lo di bat­ta­glia anche dalla Chiesa cat­to­li­ca. Men­zio­na­to cor­ren­te­men­te anche dal­l’as­so­cia­zio­ne ‘Aiuto alla Chiesa che sof­fre’ e da quella sta­tu­ni­ten­se Open Doors, che stila una World Watch List ogni anno, nonché da altri do­cu­men­ti. La con­fu­sio­ne au­men­ta quando si scopre che Open Doors però parla di cento mi­lio­ni di cri­stia­ni “per­se­gui­ta­ti” l’anno, non di “mar­ti­ri”. In un con­ti­nuo gioco di ri­man­di e (auto)ci­ta­zio­ni, il dato assume cre­di­bi­li­tà per il solo fatto di rim­bal­za­re tra nu­me­ro­si ar­ti­co­li, in­ter­vi­ste, rap­por­ti, ser­vi­zi te­le­vi­si­vi.
 

Introvigne e gli strani calcoli degli evangelici

 
An­dan­do in­die­tro nel tempo, si scopre che, molto pro­ba­bil­men­te, il dato è stato dif­fu­so per la prima volta in Italia verso la metà del 2011 da Mas­si­mo In­tro­vi­gne, noto tra­di­zio­na­li­sta cat­to­li­co an­ti-set­te no­mi­na­to rap­pre­sen­tan­te al­l’O­sce per la lotta contro raz­zi­smo, xe­no­fo­bia e di­scri­mi­na­zio­ne. Lo stu­dio­so ne aveva par­la­to du­ran­te la con­fe­ren­za in­ter­na­zio­na­le sul dia­lo­go in­ter­re­li­gio­so fra cri­stia­ni, mu­sul­ma­ni ed ebrei a Gödollö (Bu­da­pe­st), in­con­tro pro­mos­so dalla pre­si­den­za un­ghe­re­se del­l’U­nio­ne Eu­ro­pea. E dal car­di­na­le Peter Erdo, ani­ma­to­re del­l’Os­ser­va­to­rio sul­l’in­tol­le­ran­za e la di­scri­mi­na­zio­ne contro i cri­stia­ni in Europa. Per capire il li­vel­lo, pro­prio l’or­ga­ni­smo che aveva dif­fu­so report che snoc­cio­la­va senza alcun im­ba­raz­zo ri­si­bi­li “di­scri­mi­na­zio­ni” subite dai cat­to­li­ci in Italia e negli altri paesi. L’Un­ghe­ria, già av­via­ta verso la con­tro-ri­for­ma co­sti­tu­zio­na­le che l’ha tra­sfor­ma­ta in un regime au­to­ri­ta­rio e cle­ri­ca­le, era il pal­co­sce­ni­co per­fet­to per la ker­mes­se cri­stia­ni­sta.
 
"il com­pu­to è tut­t’al­tro che pre­ci­so, im­pe­den­do un pro­ces­so di peer review"
 
Al­l’e­po­ca, ave­va­mo osato porre dubbi sulle stime dei cri­stia­ni uccisi. Ci siamo ac­cor­ti solo di re­cen­te che In­tro­vi­gne aveva spie­ga­to da dove ve­ni­va­no, non ri­spar­mian­do una pun­zec­chia­tu­ra alla “solita Uaar”. In­tro­vi­gne si basa sui lavori del Center for Study of Global Chri­stia­ni­ty di­ret­to da David B. Bar­rett, che sa­reb­be­ro, a suo dire, “i più citati nel mondo ac­ca­de­mi­co, e non solo, per le sta­ti­sti­che in­ter­na­zio­na­li sui membri delle di­ver­se re­li­gio­ni”. Bar­rett e Todd M. John­son hanno pub­bli­ca­to, nel 2001, World Chri­stian Trends AD 30 – AD 2200, in cui ap­pun­to sti­ma­no i mar­ti­ri cri­stia­ni (è anche di­spo­ni­bi­le un estrat­to). Sco­pri­re­mo che sono am­pia­men­te citati perché ri­lan­cia­ti da altre or­ga­niz­za­zio­ni cri­stia­ne e che il com­pu­to è tut­t’al­tro che pre­ci­so, im­pe­den­do un pro­ces­so di peer review. Lo stesso In­tro­vi­gne, in­ter­vi­sta­to da Radio Va­ti­ca­na a di­cem­bre, ha ri­lan­cia­to la vul­ga­ta.
Si tratta, per chia­rez­za, di stu­dio­si che fanno ri­fe­ri­men­to al Gordon Cor­n­well Theo­lo­gi­cal Se­mi­na­ry, una isti­tu­zio­ne evan­ge­li­ca con ten­den­ze fon­da­men­ta­li­ste già nota per aver so­ste­nu­to sulla base di dubbi cal­co­li che i cat­to­li­ci erano in au­men­to mentre gli atei in calo. In con­tra­sto ri­spet­to alla mag­gio­ran­za delle ri­cer­che so­cio­lo­gi­che, che mo­stra­no invece un au­men­to ge­ne­ra­le dei non cre­den­ti nel mondo.
 

Le critiche dell’evangelico Schirrmacher

 
Quanto siano tra­bal­lan­ti le cifre sul numero com­ples­si­vo di mar­ti­ri lo met­to­no in evi­den­za pro­prio altri cre­den­ti più mo­de­ra­ti, che ne pren­do­no le di­stan­ze. Basti citare la di­sa­mi­na di Thomas Schirr­ma­cher, pro­fes­so­re uni­ver­si­ta­rio e por­ta­vo­ce della com­mis­sio­ne teo­lo­gi­ca del­l’Al­lean­za evan­ge­li­ca mon­dia­le, che si occupa anche di per­se­cu­zio­ni di cri­stia­ni nel mondo. Di certo, non è un ateo an­ti­cle­ri­ca­le.
Egli nota come questi numeri siano citati acri­ti­ca­men­te da varie isti­tu­zio­ni, come ap­pun­to ‘Aiuto alla Chiesa che sof­fre’, ma pro­ven­ga­no uni­ca­men­te dalla stessa fonte: il solito report di Bar­rett e John­son. Non senza una punta di im­ba­raz­zo, lo stu­dio­so scrive: “trovo dif­fi­ci­le cri­ti­ca­re questo numero in con­si­de­ra­zio­ne del suo uso dif­fu­sis­si­mo, in par­ti­co­la­re per il fatto che pro­vie­ne da due ri­cer­ca­to­ri ri­spet­ta­bi­li nonché buoni amici”. Come ri­scon­tra­to da di­ver­si altri esper­ti (cri­stia­ni e non), i numeri sono troppo ele­va­ti e non è chiaro come siano stati rac­col­ti e cal­co­la­ti. Non c’è trac­cia di un re­so­con­to utile agli altri ri­cer­ca­to­ri per con­trol­la­re le fonti e le cifre, né c’è la sud­di­vi­sio­ne per stato, ag­giun­ge l’ac­ca­de­mi­co.
Schirr­ma­cher co­min­cia con il pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne il de­cen­nio 1990-200, per i quali i report evan­ge­li­ci par­la­no di 156-178­mi­la mar­ti­ri al­l’an­no. Si pre­su­me che la mag­gior parte di questi morti venga dalle guerre civili nel Sud Sudan e Ruanda. Ma in Ruanda hutu e tutsi erano en­tram­bi per la stra­gran­de mag­gio­ran­za cat­to­li­ci e c’è stato almeno un prete di etnia hutu che in­ci­ta­va al ge­no­ci­dio dei tutsi. Non va di­men­ti­ca­ta d’al­tron­de la re­spon­sa­bi­li­tà della Chiesa nel fo­men­ta­re la di­vi­sio­ne etnica, sulla scorta delle lo­gi­che co­lo­nia­li­ste e raz­zi­ste, con­tri­buen­do a far de­to­na­re lo spa­ven­to­so con­flit­to. Per il Sudan si do­vreb­be pre­su­me­re che i morti siano uni­ca­men­te cri­stia­ni per­se­gui­ta­ti dagli isla­mi­ci, esclu­den­do la folta com­po­nen­te ani­mi­sta e la re­pres­sio­ne po­li­ti­ca nei con­fron­ti dei par­ti­ti locali.
 
"senza una base me­to­do­lo­gi­ca de­fi­ni­ta, queste stime pos­so­no flut­tua­re anche di decine di mi­glia­ia"
 
Nel pe­rio­do 2000-2010 la fetta più grossa dei pre­sun­ti mar­ti­ri ver­reb­be dalla guerra civile nella Re­pub­bli­ca De­mo­cra­ti­ca del Congo. Di certo mol­tis­si­mi cri­stia­ni sono morti in quel con­flit­to, “ma che siano morti in quanto cri­stia­ni è qual­co­sa che non viene so­ste­nu­to da nes­su­no, in let­te­ra­tu­ra”, ag­giun­ge Schirr­ma­cher. Inol­tre, senza una base me­to­do­lo­gi­ca de­fi­ni­ta, queste stime pos­so­no flut­tua­re anche di decine di mi­glia­ia. Altro punto che mette in di­scus­sio­ne è la de­fi­ni­zio­ne scelta di “mar­ti­ri”: sono “i cre­den­ti in Cristo in una si­tua­zio­ne di te­sti­mo­nian­za”, ma i ri­cer­ca­to­ri si im­pe­gna­no a “de­fi­ni­re ed enu­me­ra­re i mar­ti­ri nel senso più ampio pos­si­bi­le”. La de­fi­ni­zio­ne teo­lo­gi­ca è in­fat­ti più ampia di quella so­cio­lo­gi­ca e si presta ad an­no­ve­ra­re anche chi non sce­glie vo­lon­ta­ria­men­te o con­sa­pe­vol­men­te di morire.
C’è poi la que­stio­ne delle no­ti­zie: le stragi di cri­stia­ni sono ri­pre­se da gior­na­li e tv e hanno il me­ri­ta­to ri­sal­to, ma non ac­ca­do­no tutti i giorni. Se ci fosse un mas­sa­cro al giorno con 50 vit­ti­me, si ar­ri­ve­reb­be a poco più di 18mila morti: Schirr­ma­cher con­si­de­ra più rea­li­sti­ca la media di 20 morti al giorno, cosa che fa scen­de­re i “mar­ti­ri” a 7.300 al­l’an­no. Inol­tre, grandi stragi sono rare. Ad­di­rit­tu­ra, alcune stime fon­da­men­ta­li­ste par­la­no tut­to­ra di decine di mar­ti­ri al­l’an­no in paesi come Sviz­ze­ra, Ger­ma­nia, Olanda, Au­stra­lia, Canada, Gran Bre­ta­gna. Schirr­ma­cher, stu­dio­so del na­zi­smo, fa un pa­ra­go­ne con la Se­con­da guerra mon­dia­le, e ri­co­no­sce che la quasi to­ta­li­tà dei cri­stia­ni morti nel con­flit­to non sono stati uccisi per la loro fede come mar­ti­ri. A parte alcune mi­glia­ia, le cui storie sono state am­pia­men­te ri­co­strui­te e stu­dia­te.
Schirr­ma­cher mette in dubbio le stime nel corso delle guerre civili fa­cen­do notare che per l’Or­ga­niz­za­zio­ne mon­dia­le della sanità, per esem­pio nel 2004, ci sono stati circa 184­mi­la vit­ti­me di con­flit­ti. Dav­ve­ro arduo, scom­po­nen­do i dati per paese, pen­sa­re che la quasi to­ta­li­tà sia di “mar­ti­ri”. Va ag­giun­to che, come ri­por­ta l’Onu, meno di 500­mi­la per­so­ne sono vit­ti­me di omi­ci­dio nel mondo ogni anno. Dif­fi­ci­le cre­de­re che ad­di­rit­tu­ra un quinto sia com­po­sto uni­ca­men­te da cri­stia­ni uccisi pro­prio a causa della loro fede.

Martiri e propaganda integralista contro la “cristianofobia”

 
Nes­su­no vuole negare che, pe­rio­di­ca­men­te, av­ven­ga­no stragi di cri­stia­ni, né giu­sti­fi­ca­re o mi­ni­miz­za­re in qual­che modo l’o­dio­sa uc­ci­sio­ne di esseri umani a causa della loro fede. D’al­tron­de, pro­prio noi ab­bia­mo in alcune oc­ca­sio­ni so­ste­nu­to ap­pel­li contro gli at­tac­chi e la re­pres­sio­ne che su­bi­sco­no in varie parti del mondo. Mas­sa­cri che hanno luogo so­prat­tut­to nei paesi isla­mi­ci, in par­ti­co­la­re in Pa­ki­stan e Ni­ge­ria, dove pe­ral­tro non man­ca­no stragi di mu­sul­ma­ni a opera di cri­stia­ni, in una spi­ra­le di ri­tor­sio­ni ali­men­ta­ta dal­l’o­dio re­li­gio­so. In paesi come Iran o Arabia Sau­di­ta è pre­vi­sta la con­dan­na a morte per gli apo­sta­ti, quindi anche per coloro che ab­ban­do­na­no l’i­slam per di­ven­ta­re cri­stia­ni (ma anche atei). Si tratta quindi di vio­len­ze sca­te­na­te pro­prio da fon­da­men­ta­li­sti re­li­gio­si. Invece, in qual­che altro paese co­mu­ni­sta e au­to­ri­ta­rio, come la Cina o la Corea del Nord, la si­tua­zio­ne appare di­ver­sa. I cri­stia­ni ra­ra­men­te ven­go­no uccisi: ma sono di­scri­mi­na­ti, im­pri­gio­na­ti, sot­to­po­sti a rigidi con­trol­li e viene loro im­pe­di­to di pro­fes­sa­re li­be­ra­men­te la pro­pria fede. Tutte azioni che non ab­bia­mo mai avuto pro­ble­mi a con­dan­na­re, da con­vin­ti so­ste­ni­to­ri dei di­rit­ti umani e della li­ber­tà di cre­de­re come di non cre­de­re. Ma ci pare fuori dalla realtà so­ste­ne­re, come fanno Bar­rett e John­son, che gli “atei” ab­bia­no mar­ti­riz­za­to ben 31 mi­lio­ni di cri­stia­ni in 2.000 anni.
Quando si af­fron­ta­no certe que­stio­ni che coin­vol­go­no emo­ti­va­men­te i cre­den­ti e che fanno parte strut­tu­ra­le del loro im­ma­gi­na­rio, bi­so­gne­reb­be andare più cauti. D’al­tron­de, se non si ri­ten­go­no at­ten­di­bi­li certe cifre, si viene ac­cu­sa­ti di non avere sen­ti­men­ti di uma­ni­tà o di giu­sti­fi­ca­re le per­se­cu­zio­ni, o per­si­no di essere veri e propri col­la­bo­ra­zio­ni­sti. E questo genera anche una sorta di tabù in tanti laici che ven­go­no messi al­l’an­go­lo e col­pe­vo­liz­za­ti: ciò ini­bi­sce la ri­fles­sio­ne cri­ti­ca e il con­trol­lo delle fonti. Di­ver­si in­te­gra­li­sti, piut­to­sto im­be­vu­ti di sacro sa­do­ma­so­chi­smo, sono per­si­no con­vin­ti che gli atei man­chi­no di qual­sia­si senso morale e godano nel sapere che i cri­stia­ni ven­go­no uccisi o per­se­gui­ta­ti. O che ci sia un com­plot­to glo­ba­le che vede pure le isti­tu­zio­ni in­ter­na­zio­na­li com­pli­ci nel na­scon­de­re questa mon­ta­gna di morti. Non stiamo al gioco sporco di chi, in ma­nie­ra ma­ni­chea, ci vor­reb­be proni ad ac­cet­ta­re tutto della re­li­gio­ne, bol­lan­do­ci al­tri­men­ti per per­se­cu­to­ri di mar­ti­ri.
Da quanto ri­sul­ta sulla base dei fatti do­cu­men­ta­ti, quelli ab­bon­dan­te­men­te ri­lan­cia­ti anche dai media più im­por­tan­ti (pro­prio gli stessi che magari la­men­ta­no la scarsa co­per­tu­ra del­l’in­for­ma­zio­ne su questi temi) il numero dei mar­ti­ri nel mondo non do­vreb­be su­pe­ra­re le qual­che mi­glia­ia l’anno. Una cifra che co­mun­que rat­tri­sta, ma ci sembra dav­ve­ro az­zar­da­to par­la­re però di 12 morti al­l’o­ra, che fanno 288 al giorno e più di 105­mi­la ogni anno. Ri­cor­dia­mo­ci in­fat­ti che stiamo par­lan­do dei “mar­ti­ri”, ovvero quelli se­con­do i so­ste­ni­to­ri di queste stime sono inermi e ven­go­no uccisi per il solo fatto di essere cri­stia­ni. E non per morte ac­ci­den­ta­le, omi­ci­dio per altri mo­ven­ti, du­ran­te con­flit­ti di natura po­li­ti­ca o etnica in qua­li­tà di com­bat­ten­ti o vit­ti­me civili.
 
"Anche fa­vo­ri­re la lai­ci­tà in questa logica di­ven­ta un at­ten­ta­to"
 
Non è un caso che queste sta­ti­sti­che ven­ga­no pub­bli­ciz­za­te senza alcun con­trol­lo pro­prio da realtà più in­te­gra­li­ste — cat­to­li­che, evan­ge­li­che e di altre con­fes­sio­ni cri­stia­ne — con il so­ste­gno ester­no delle isti­tu­zio­ni re­li­gio­se come la Chiesa cat­to­li­ca. Numeri che ven­go­no uti­liz­za­ti per lan­cia­re cam­pa­gne contro la “cri­stia­no­fo­bia” e che pa­ven­ta­no per­se­cu­zio­ni anche nei paesi oc­ci­den­ta­li. In­ten­den­do in ma­nie­ra or­wel­lia­na per “per­se­cu­zio­ni” e at­ten­ta­ti alla “li­ber­tà re­li­gio­sa” i ten­ta­ti­vi di ar­gi­na­re pro­prio l’in­va­den­za e l’im­po­si­zio­ne del cle­ri­ca­li­smo negli ambiti pub­bli­ci. Come il pro­li­fe­ra­re del­l’o­bie­zio­ne di co­scien­za negli ospe­da­li, del­l’in­dot­tri­na­men­to re­li­gio­so a scuola o l’o­sten­ta­zio­ne di sim­bo­li e atti re­li­gio­si nei luoghi di lavoro in ma­nie­ra pri­vi­le­gia­ta. Anche fa­vo­ri­re la lai­ci­tà in questa logica di­ven­ta un at­ten­ta­to.
D’al­tron­de, la storia del cri­stia­ne­si­mo è fin dalle ori­gi­ni ric­ca­men­te cor­re­da­ta dagli apo­lo­ge­ti di in­nu­me­re­vo­li storie di mar­ti­ri, ma una quota con­si­sten­te di questi rac­con­ti è pa­le­se­men­te in­ven­ta­ta o si di­mo­stra scar­sa­men­te at­ten­di­bi­le. Tanti di­ven­ta­no mar­ti­ri a loro in­sa­pu­ta, con­ver­ti­ti in car­bu­ran­te pro­pa­gan­di­sti­co e ideo­lo­gi­co delle Chiese. Ma come emerge per esem­pio da un’a­na­li­si sto­ri­co-cri­ti­ca dei primi secoli del­l’e­ra cri­stia­na, le stesse per­se­cu­zio­ni du­ran­te l’im­pe­ro romano furono spo­ra­di­che. E tut­ta­via, nel­l’im­ma­gi­na­rio col­let­ti­vo le leg­gen­de apo­lo­ge­ti­che sui mar­ti­ri tor­tu­ra­ti da boia sadici e le rap­pre­sen­ta­zio­ni ci­ne­ma­to­gra­fi­che stile Quo Vadis hanno sca­va­to pro­fon­da­men­te. La cosa più grave è che i mass media ri­pren­da­no certi numeri senza alcuna ana­li­si cri­ti­ca, con­tri­buen­do alla con­fu­sio­ne. Sa­reb­be in­te­res­san­te avere il con­teg­gio det­ta­glia­to di tutte questi cen­to­mi­la e più morti sti­ma­ti dalla ri­cer­ca. I di­ret­ti in­te­res­sa­ti pos­so­no far­ce­li avere: non man­che­re­mo di ag­gior­na­re i nostri let­to­ri sul­l’ar­go­men­to. Per il mo­men­to, però, non ha tutti i torti chi ri­tie­ne che l’af­fer­ma­zio­ne “un cri­stia­no ucciso ogni cinque minuti” stia più dalla parte della pro­pa­gan­da, che da quella della verità.