martedì 16 aprile 2013

L’Otto per Mille comincia a essere messo in discussione, in Italia e in Europa

firma
In tempi di crisi è dif­fi­ci­le au­men­ta­re il pro­prio red­di­to. La Chiesa cat­to­li­ca ci è però riu­sci­ta. Grazie al­l’au­men­to della pres­sio­ne fi­sca­le, l’ul­ti­ma somma ri­ce­vu­ta quale Otto per Mille del get­ti­to Irpef è pas­sa­ta da 1 mi­liar­do e 118 mi­lio­ni di euro circa del 2011 a 1 mi­liar­do e 148 mi­lio­ni circa per il 2012. Non sono au­men­ta­ti i sot­to­scrit­to­ri, è au­men­ta­to il get­ti­to Irpef. Un mec­ca­ni­smo così di­stor­to deve essere posto ur­gen­te­men­te in di­scus­sio­ne, ora più ancora di prima. Qual­cu­no co­min­cia a farlo. Ma anche al­l’e­ste­ro si di­scu­te dei costi pub­bli­ci della Chiesa, non solo di quella cat­to­li­ca.
In Italia la com­mis­sio­ne pa­ri­te­ti­ca, pre­vi­sta dalla legge 222 del 1985 e com­po­sta da rap­pre­sen­tan­ti del go­ver­no e della Cei, non ha mai sen­ti­to l’e­si­gen­za di ri­ve­de­re l’im­por­to e il mec­ca­ni­smo dell’8×1000. Non sembra strano, visto che da parte sta­ta­le ci sono figure di pro­va­ta vi­ci­nan­za al Va­ti­ca­no come il giu­ri­sta e opi­nio­ni­sta di Av­ve­ni­re Carlo Cardia.

"mancanza di concorrenza da parte di Stato e altre confessioni (cui non è dato spazio)"
 
Da anni l’Uaar è tra le poche as­so­cia­zio­ni che cer­ca­no di sen­si­bi­liz­za­re opi­nio­ne pub­bli­ca e isti­tu­zio­ni per ot­te­ne­re un si­ste­ma del­l’Ot­to per Mille fi­nal­men­te più equo, pun­tan­do infine a su­pe­rar­lo com­ple­ta­men­te. Anche altre realtà come i ra­di­ca­li sono molto attive su questi fronti. Pro­prio per ten­ta­re di smuo­ve­re la si­tua­zio­ne, i ra­di­ca­li hanno pre­sen­ta­to il 10 aprile 6 que­si­ti re­fe­ren­da­ri in Cas­sa­zio­ne, anche su temi laici. Oltre al di­vor­zio breve, uno ri­guar­da per l’ap­pun­to la “li­ber­tà di scelta” sulla de­sti­na­zio­ne del­l’Ot­to per Mille, per abro­ga­re la parte del­l’ar­ti­co­lo 47 della legge 222 del 1985 che con­sen­te di ri­par­ti­re le scelte non espres­se in base a quelle espres­se. Mec­ca­ni­smo che fa­vo­ri­sce di fatto la con­fe­ren­za epi­sco­pa­le: visto solo circa il 40% dei con­tri­buen­ti espri­me una scelta e più del­l’80% di queste scelte è pro­prio a favore della Chiesa cat­to­li­ca. Ciò fa in modo che la re­stan­te quota, in questi anni quindi più della metà, sia ri­par­ti­ta in base alle scelte espres­se. È da ri­te­ne­re che la Chiesa sia fa­vo­ri­ta dal bat­ta­ge me­dia­ti­co e dalla man­can­za di con­cor­ren­za da parte di Stato e altre con­fes­sio­ni (cui non è dato spazio), ma anche dalla ca­pa­ci­tà di mo­bi­li­ta­zio­ne delle par­roc­chie e dalla be­ne­vo­la col­la­bo­ra­zio­ne di in­ter­me­dia­ri come i Caf. Con la pro­po­sta dei ra­di­ca­li le scelte non espres­se ri­mar­reb­be­ro allo Stato, invece di finire quasi tutte alla Chiesa cat­to­li­ca.

Già nel 1977 i ra­di­ca­li rac­col­se­ro le firme ne­ces­sa­rie per il re­fe­ren­dum al fine di abro­ga­re il Con­cor­da­to, con una cam­pa­gna che ottene il con­sen­so di una larga fetta del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca. Ma la Corte Co­sti­tu­zio­na­le nel feb­bra­io del 1978 non con­sen­tì la con­sul­ta­zio­ne perché il Con­cor­da­to è un trat­ta­to con uno stato estero, il Va­ti­ca­no.
 
"l’Otto per Mille destinato allo Stato sarà distribuito in maniera più trasparente e veloce"
 
Anche a li­vel­lo isti­tu­zio­na­le qual­co­sa si muove, almeno per la quota che fi­ni­sce allo Stato. Il Sole 24 Ore se­gna­la che l’Otto per Mille de­sti­na­to allo Stato sarà di­stri­bui­to in ma­nie­ra più tra­spa­ren­te e veloce. Le ri­sor­se ver­ran­no divise in ma­nie­ra eguale per i quat­tro set­to­ri con­tem­pla­ti: lotta alla fame nel mondo, as­si­sten­za dei ri­fu­gia­ti, sal­va­guar­dia dei beni cul­tu­ra­li e soc­cor­so per ca­la­mi­tà na­tu­ra­li. Si andrà così, almeno queste sono le in­ten­zio­ni, a de­sti­na­re i fondi sulla base di cri­te­ri più strin­gen­ti, ri­spet­to al­l’ec­ces­si­va li­be­ra­li­tà degli anni scorsi o per tap­pa­re i buchi di bi­lan­cio. Per esem­pio, quasi 182 mi­lio­ni di euro sono finiti l’anno scorso in gran parte alla Pro­te­zio­ne Civile e ai suoi “grandi eventi”, tra cui di­ver­si pro­prio re­li­gio­si. Il go­ver­no di Mario Monti si era mosso per de­sti­na­re l’Otto per Mille sta­ta­le a fi­na­li­tà di­ver­se solo nel caso di eventi straor­di­na­ri: la pro­po­sta dopo il vaglio alla Camera non ha fatto in tempo a pas­sa­re in Senato. La com­mis­sio­ne spe­cia­le della Camera, che sta sbri­gan­do gli affari cor­ren­ti, pro­po­ne l’ob­bli­go di rein­te­gra­re i fondi che il go­ver­no stor­ne­rà per scopi non pre­vi­sti.
 
Una pro­po­sta di legge del de­pu­ta­to Davide Mat­tiel­lo (Pd) punta a spe­ci­fi­ca­re che i fondi di com­pe­ten­za dello Stato siano uti­liz­za­ti anche per scopi di in­te­res­se “cul­tu­ra­le” e per “va­lo­riz­za­zio­ne ed am­mo­der­na­men­to del pa­tri­mo­nio im­mo­bi­lia­re sco­la­sti­co”. Ciò alla luce della con­di­zio­ne cri­ti­ca di molte scuole pub­bli­che in Italia, in questi anni di tagli per le scuole sta­ta­li e di favore a quelle pri­va­te. Oc­cor­re tut­ta­via pre­sta­re at­ten­zio­ne, perché grazie alla legge 62/2000 anche le scuole pri­va­te pos­so­no biz­zar­ra­men­te usu­frui­re della de­fi­ni­zio­ne di “scuola pub­bli­ca”.
 
"pretesa di drenare denaro allo Stato nel suo complesso e a chi non appartiene"
 
Non solo in Italia, ma anche al­l’e­ste­ro gli at­ti­vi­sti laici si bat­to­no per l’a­bo­li­zio­ne dei pri­vi­le­gi a favore delle con­fes­sio­ni re­li­gio­se. In Au­stria è stato pro­po­sto un re­fe­ren­dum per abro­ga­re pro­prio il Con­cor­da­to del 1933 con la Chiesa cat­to­li­ca, che ga­ran­ti­sce ge­ne­ro­si sus­si­di di Stato. Si­ste­ma che poi è stato am­plia­to in un mul­ti­con­fes­sio­na­li­smo che ri­co­no­sce pri­vi­le­gi a 14 con­fes­sio­ni re­li­gio­se. I pro­mo­to­ri scri­vo­no: “Ognuno ha il di­rit­to di cre­de­re in ciò che vuole, ma la re­li­gio­ne e la cre­den­za per­so­na­le do­vreb­be­ro essere una que­stio­ne pri­va­ta e non so­ste­nu­ta dallo Stato”. La con­sul­ta­zio­ne si svol­ge­rà dal 15 al 22 aprile e vede l’op­po­si­zio­ne delle or­ga­niz­za­zio­ni cat­to­li­che. Il car­di­na­le Chri­sto­ph Schönborn, ar­ci­ve­sco­vo di Vienna, è con­tra­rio e fa ri­fe­ri­men­to al “di­rit­to fon­da­men­ta­le” della “li­ber­tà re­li­gio­sa”, che “dà alle re­li­gio­ni il di­rit­to di ar­ti­co­lar­si in pub­bli­co”. Non si com­pren­de perché la “li­ber­tà” re­li­gio­sa debba com­pren­de­re, oltre al­l’ov­via li­ber­tà di cre­de­re e di ma­ni­fe­sta­re, l’in­va­den­za in ambito pub­bli­co a sca­pi­to di chi non segue certi dogmi e la pre­te­sa di dre­na­re denaro allo Stato nel suo com­ples­so e a chi non ap­par­tie­ne a queste con­fes­sio­ni.
 
L’Au­strian Frei­den­ker­bund (i liberi pen­sa­to­ri au­stria­ci), hanno snoc­cio­la­to i tanti pri­vi­le­gi delle chiese, come l’e­sen­zio­ne dalle tasse, i fi­nan­zia­men­ti alla scuola re­li­gio­sa, l’in­fluen­za nei con­si­gli di am­mi­ni­stra­zio­ne nella radio e nella te­le­vi­sio­ne. Ancora in piedi e a spese di tutti, no­no­stan­te la per­cen­tua­le di cat­to­li­ci sia calata dalla quasi to­ta­li­tà al 66% della po­po­la­zio­ne nel corso degli ultimi de­cen­ni.
 
Anche in Ro­ma­nia i laici con­te­sta­no i pri­vi­le­gi di cui gode alla Chiesa or­to­dos­sa. In par­ti­co­la­re, una pro­po­sta del par­la­men­ta­re dei verdi Remus Cernea punta a orien­ta­re il si­ste­ma sul mo­del­lo te­de­sco, con una tassa di re­li­gio­ne a se­con­da della con­fes­sio­ne di cui si sce­glie di far parte. Se­con­do il de­pu­ta­to, si ri­spar­mie­reb­be­ro 70 mi­lio­ni di euro l’anno, visto che ora i fi­nan­zia­men­ti sono a di­scre­zio­ne del Par­la­men­to, che fa­vo­ri­sce gli or­to­dos­si. La Ro­ma­nian Hu­ma­ni­st As­so­cia­tion, che so­stie­ne la mo­di­fi­ca, la­men­ta che di­ver­si po­li­ti­ci ab­bia­no offeso pe­san­te­men­te Cernea con epi­te­ti quali “ani­ma­le”. Cernea ha del resto anche ri­ce­vu­to mi­nac­ce da ligi di­fen­so­ri del­l’or­to­dos­sia.
 
Come tanti cit­ta­di­ni in Italia, au­spi­can­do che il si­ste­ma dell’8×1000 venga abo­li­to in modo che ognuno sia libero di fi­nan­zia­re o meno la pro­pria con­fes­sio­ne re­li­gio­sa, chie­dia­mo in­tan­to che il par­la­men­to mo­di­fi­chi im­me­dia­ta­men­te il cri­te­rio di di­stri­bu­zio­ne, in­ter­ve­nen­do sul­l’art. 47 della legge 222/85 in modo che le scelte non espres­se non siano di­stri­bui­te in pro­por­zio­ne alle scelte espres­se ma ri­man­ga­no allo Stato. Chie­dia­mo inol­tre che il Mi­ni­ste­ro del­l’E­co­no­mia e delle Fi­nan­ze dia il via a una seria, vera cam­pa­gna in­for­ma­ti­va sui canali Rai pro­muo­ven­do la firma per lo Stato, il­lu­stran­do gli scopi a cui le somme in­troi­ta­te sa­ran­no de­sti­na­te e gli in­ter­ven­ti rea­liz­za­ti nel 2012 a so­ste­gno delle ca­la­mi­tà na­tu­ra­li. Siamo in­fat­ti nel­l’en­ne­si­mo pa­ra­dos­so ita­li­co a favore della Chiesa, in cui nem­me­no la tv pub­bli­ca — già mas­sic­cia­men­te em­bed­ded a favore della Chiesa — non fa nem­me­no com­ple­ta in­for­ma­zio­ne su come fun­zio­na l’Otto per Mille e su quali scelte il cit­ta­di­no può fare. Gli unici spot sono quelli della Chiesa cat­to­li­ca, fo­ca­liz­za­ti uni­ca­men­te su storie di par­ro­ci attivi nella so­li­da­rie­tà, e senza ren­de­re conto che gli in­ter­ven­ti ca­ri­ta­te­vo­li sono una parte minima della quota in­ca­me­ra­ta dalla Chiesa.
 
"A noi basta una Chiesa che non si arricchisce ulteriormente con i nostri soldi"
 
L’in­sof­fe­ren­za verso i pri­vi­le­gi delle Chiese cresce. Quella cat­to­li­ca, in Italia, è il più grande pro­prie­ta­rio im­mo­bi­lia­re del paese. Ci ren­dia­mo conto che, con la se­co­la­riz­za­zio­ne cre­scen­te, i fedeli non danno più i con­tri­bu­ti di una volta, tant’è che quelli vo­lon­ta­ri per i sa­cer­do­ti sono in calo e si fa cam­pa­gna pro­prio per spin­ge­re sulle of­fer­te per il so­sten­ta­men­to del clero. Ma le Chiese, come ogni or­ga­niz­za­zio­ne pri­va­ta, do­vreb­be­ro con­ta­re esclu­si­va­men­te sui con­tri­bu­ti dei propri fedeli. Il papa dice di so­gna­re una Chiesa povera. Noi no. A noi basta una Chiesa che non si ar­ric­chi­sce ul­te­rior­men­te con i nostri soldi.