domenica 6 ottobre 2013

Il diritto di esprimersi liberamente a proposito della religione

blasphemy day
Il Center for Inquiry, già attivo sul fronte della difesa della libertà di espressione con una campagna mondiale, da qualche anno dedica il 30 settembre all’International Blasphemy Rights Day. Proprio il giorno della pubblicazione nel 2005 delle vignette satiriche sul profeta Maometto da parte del quotidiano danese Jyllands-Posten, fatto che suscitò le proteste degli integralisti islamici in tutto il mondo, nonché attentati contro i vignettisti. È l’occasione per rivendicare il diritto alla critica — anche caustica — della religione , e non certo per provocare gratuitamente oppure offendere, come messo in chiaro dagli stessi promotori.
 

"numerosi casi in tutto il mondo in cui vengono puniti pesantemente i dissidenti"

La necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difesa della libertà di espressione infatti si fa sempre più pressante, visti i numerosi casi in tutto il mondo in cui vengono puniti pesantemente i dissidenti, specialmente nei paesi islamici. Episodi del genere, con pene severissime e abusi contro i condannati, sono arrivati in particolare da Egitto, Indonesia, Bangladesh, Arabia Saudita, Tunisia.
Preoccupanti sono anche i tentativi portati avanti a livello internazionale dagli stati islamici (con il supporto anche del Vaticano) per criminalizzare la “blasfemia”, cornice entro cui si vuole far rientrare un’ampia varietà di comportamenti non ossequiosi nei confronti della religione, persino la semplice messa in dubbio dei dogmi. Tentativi liberticidi più volte arginati dall’International Humanist and Ethical Union, organizzazione internazionale di cui fa parte anche l’Uaar. Proprio di recente i paesi della Lega Araba hanno ricominciato a muoversi per rafforzare le già pesanti norme anti-blasfemia. La proposta, presentata dal Qatar, consentirebbe di denunciare e trascinare in tribunale anche i non residenti in un paese arabo. Il mondo è avvisato.

Sebbene meno grave rispetto ai paesi musulmani, il problema della criminalizzazione della blasfemia è tuttora vivo in Europa, con leggi restrittive in vigore in diversi paesi. In Italia non mancano condanne per vilipendio della religione o bestemmia, tuttora considerati reati; persino un socio Uaar, Manlio Padovan, ha rischiato la condanna soltanto per aver regolarmente affisso manifesti con lo slogan della campagna “ateobus”. Un altro caso eclatante in Grecia, dove un blogger era stato arrestato per aver rappresentato in maniera satirica il noto monaco ortodosso Paisios, oggetto di devozione fanatica. In Russia il gruppo musicale delle Pussy Riot è stato arrestato per “teppismo e istigazione all’odio religioso” – e le due leader inviate ai lavori forzati – per aver cantato dentro una cattedrale una canzone punk che chiedeva alla Madonna di “liberare” il paese da Vladimir Putin.
 
"diversi casi di repressione in Europa, segno che anche da noi occorre mettere in guardia"

La Federazione umanista europea, che riunisce le associazioni laiciste e comprende anche la nostra, ha lanciato un appello per chiedere l’abolizione delle leggi anti-blasfemia. Lo ha fatto Benoît Feyt, rappresentante del Centre d’Action Laïque, durante la conferenza annuale per i diritti umani e la democrazia tenuta a Varsavia dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea. Ricordando diversi casi di repressione in Europa, segno che anche da noi occorre mettere in guardia dai rischi che si corrono. Un altro rappresentante laico, Hans Christian Cars, si è soffermato sulle discriminazioni subite dagli omosessuali e ha criticato la legge contro la “propaganda” gay voluta dal governo russo e dalla Chiesa ortodossa, che ha dato via libera all’omofobia con un’escalation di aggressioni.
 
È importante che laici e non credenti facciano sentire la propria voce contro le restrizioni alla libertà imposte per salvaguardare da qualsiasi critica la religione (e i suoi potenti leader). Non già per offendere gratuitamente i sentimenti dei credenti, visto che la nostra associazione non incoraggia la blasfemia sebbene non ritenga sia da condannare (poiché è un reato per definizione senza vittime). Ma perché tutelare in maniera privilegiata il sacro non fa altro che restringere gli spazi di confronto e libera espressione e non fa bene alla democrazia. E non frena affatto le pretese degli integralisti.