venerdì 29 luglio 2011

LEGGE CONTRO L’ OMOFOBIA, FUGA DEI GAY DAL PDL


I gay contro la legge anti omofobiaL’ associazione di destra Gaylib: “Dopo l’ affossamento, molti voti potrebbero andare a Fli”. Arcigay: "Non valutiamo i partiti, ma è già partito il boicottaggio verso le formazioni che hanno votato le pregiudiziali di costituzionalità".
Dopo la delusione, la voglia di rispondere: nelle urne. Il giorno dopo la bocciatura della legge anti-omofobia, affondata alla Camera da Pdl, Lega, Udc ed ex Responsabili, le varie anime della comunità lgbt sono concordi: nelle prossime elezioni, chi si è opposto a quelle norme pagherà il conto.
Perché i voti dei gay pesano, eccome. Anche a destra, come ricorda Enrico Oliari, presidente di GayLib, l’associazione delle “persone omoaffettive di centrodestra”. Oliari è chiaro: “Il Pdl è inesistente sul tema dei diritti dei gay, e martedì ha dimostrato di non tutelare le libertà, anche se le richiama nel nome. [...]
 La verità è che non hanno approvato la legge, anche se fatta di norme minime, perché non vogliono riconoscere l’ esistenza degli omosessuali”.
E allora, i gay che votano a destra potrebbero cambiare partito. “Penso che diversi voti potrebbero spostarsi verso Fli – spiega Oliari – perché, ad eccezione di tre deputati, ha votato contro le pregiudiziali che hanno affossato la legge anti-omofobia. Avrebbe votato contro anche Fini, come ha detto lui stesso. E poi dei diritti dei gay Fli parla sin dalla sua fondazione, in tutti i suoi convegni: la dimostrazione che non tutto il centrodestra è monolitico su questi temi”. Ma GayLib potrebbe sostenere ufficialmente il partito di Fini? Oliari frena: “Siamo sempre stati trasversali, e vogliamo rimanerlo. Certo, molti dei nostri associati militano in Fli, anche a livello locale. Inoltre, Ronchi ha lasciato il partito: viste le sue posizioni molto chiuse, mi sembra un altro buon segnale”.
Il no alla legge fa discutere anche a sinistra, perché il veto dell’Udc rende più impervia una possibile alleanza con il Pd, promotore del testo. Fabrizio Marrazzo, coordinatore del Gay Center di Roma, non si appassiona al tema (“Non mi interessano le alleanze, ma quello che i partiti propongono e approvano”). Su un punto però è chiarissimo: “Noi abbiamo già lanciato il boicottaggio di tutti i politici che hanno approvato le pregiudiziali. L’ obiettivo è di non farli eleggere, in qualsiasi elezione in cui si presentino. Naturalmente poi terremo conto dei programmi dei partiti, e della loro credibilità. Ma si partirà dai nomi in lista e dal loro curriculum”. Un parametro per evitare brutte sorprese. Marrazzo cita un chiaro esempio: “Scilipoti era stato eletto con l’Idv, favorevole alla legge. Ma martedì ha votato contro. Non è certo l’unica cosa che ha combinato ultimamente, però colpisce ugualmente”. Sullo sfondo, un altro possibile effetto del no alla legge: “L’astensione tra i gay potrebbe crescere sensibilmente, anche se io non la reputo la scelta giusta”.
Viene da chiedersi l’ esatto peso elettorale del voto degli omosessuali. Numerosi sondaggisti, interpellati dal Fatto, hanno schivato la domanda (“Impossibile valutarlo, non esistono sono studi precisi”). Franco Grillini, consigliere regionale dell’Idv in Emilia Romagna, risponde così: “I voti dei gay pesano molto quando c’è un candidato che sa farli pesare, ossia che sa attrarli con le sue idee e il suo impegno. Penso a nomi come Gianni Vattimo o come Stefano Rodotà, pur eterosessuale”.
Grillini però ammette: “In Francia, Germania o negli Stati Uniti, il voto degli omosessuali pesa di più, perché esistono comunità-rifugio in alcune grandi città. Penso a New York, dove la comunità gay è riuscita a far approvare la norma sui matrimoni omosessuali a un parlamento conservatore. In Italia la comunità più forte è quella di Milano. Ma bisogna ricordare che i due precedenti sindaci, Albertini e Moratti, non ne hanno neppure voluto ricevere i rappresentanti. Ora con Pisapia c’è stata una svolta positiva”. Ma molto resta da fare. “Servono figure di spicco, che sappiano dire parole chiare su questi temi, coinvolgendo anche il voto laico” ribadisce l’esponente dell’Idv. Intanto dalla commissione Ue ricordano: “L’omofobia è una palese violazione della dignità umana, incompatibile con i principi base della Ue”.