giovedì 6 giugno 2013

La Chiesa continua a restare immune dall’Imu

Aboliamo il Concordato
È stato uno dei tor­men­to­ni degli ultimi anni. Poi il go­ver­no Monti l’ha “con­clu­so” a modo suo: tro­van­do una so­lu­zio­ne che non ri­sol­ve­va nulla, tranne il pro­ble­ma del­l’ec­ces­si­va at­ten­zio­ne del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca. Il 16 giugno è il ter­mi­ne ultimo per il pa­ga­men­to del­l’I­mu. A che punto siamo, per quanto ri­guar­da quella sui beni ec­cle­sia­sti­ci usati a fini com­mer­cia­li?

"l’Italia stava vio­lan­do le regole. Ma era ormai im­pos­si­bi­le quan­ti­fi­ca­re il danno"
 
L’ha spie­ga­to ieri, tra gli altri, Marco Pa­lom­bi sul Fatto Quo­ti­dia­no. Per gli im­mo­bi­li che fanno capo alla Chiesa cat­to­li­ca, come per gli altri delle realtà no profit, l’Imu si pa­ghe­rà in­fat­ti solo per la parte uti­liz­za­ta per at­ti­vi­tà com­mer­cia­li. No­no­stan­te le stime di in­troi­to dalle strut­tu­re della Chiesa, che vanno sul­l’or­di­ne dei cen­ti­na­ia di mi­lio­ni di euro e la pezza che aveva messo il go­ver­no Monti per non subire la multa dal­l’U­nio­ne eu­ro­pea per aiuti di Stato e al­te­ra­zio­ne della con­cor­ren­za, non si è fatto nulla. La com­mis­sio­ne eu­ro­pea ha infine chia­ri­to che l’Italia stava vio­lan­do le regole. Ma era ormai im­pos­si­bi­le quan­ti­fi­ca­re il danno tra il 2006 e il 2012.
 
Non è chiaro quanto en­tre­rà nelle casse pub­bli­che, ma non ci si aspet­ta molto. Mau­ri­zio Turco, ra­di­ca­le ed ex par­la­men­ta­re, spiega che “il get­ti­to non subirà va­ria­zio­ni so­stan­zia­li ri­spet­to al pas­sa­to” perché “il re­go­la­men­to bi­zan­ti­no varato dal go­ver­no Monti non ha fatto altro che po­sti­ci­pa­re il mo­men­to della verità”. L’au­to­cer­ti­fi­ca­zio­ne ri­chie­sta, se man­ca­no i con­trol­li, va com­pren­si­bil­men­te a be­ne­fi­cio di chi do­vreb­be pagare. E i comuni “non fanno i con­trol­li per la sem­pli­ce ra­gio­ne che non sono nelle con­di­zio­ni tec­ni­che e po­li­ti­che per farli”, sia per ca­ren­ze di or­ga­ni­co in un mo­men­to di crisi, sia perché non si vuole di­stur­ba­re troppo la Chiesa.

Il re­go­la­men­to ema­na­to lo scorso no­vem­bre dal Tesoro per ap­pli­ca­re la legge sul­l’I­mu con­ce­de­va ampie fa­ci­li­ta­zio­ni agli im­mo­bi­li ec­cle­sia­sti­ci a scopo di lucro, come ostel­li, al­ber­ghi, negozi, locali. Se queste strut­tu­re di­mo­stra­no di of­fri­re ser­vi­zi a un prezzo non su­pe­rio­re alla “metà dei cor­ri­spet­ti­vi medi” pos­so­no usu­frui­re del­l’e­sen­zio­ne. Una re­go­la­men­ta­zio­ne far­ra­gi­no­sa che lascia spazio a scap­pa­to­ie e so­lu­zio­ni am­bi­gue, ap­pro­va­ta dopo mesi e mesi di tira e molla tra l’e­se­cu­ti­vo cle­ri­cal-tec­ni­co e le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che.
 
"Il go­ver­no aveva pro­mes­so che sa­reb­be in­ter­ve­nu­to per sanare un pri­vi­le­gio"
 
 
Ma la que­stio­ne era finita sotto si­len­zio. Il go­ver­no aveva pro­mes­so che sa­reb­be in­ter­ve­nu­to per sanare un pri­vi­le­gio a favore della Chiesa, mentre il car­di­na­le Angelo Ba­gna­sco si mo­stra­va ap­pa­ren­te­men­te col­la­bo­ra­ti­vo, salvo poi as­si­cu­ra­re che la Chiesa già pagava l’Imu. Le re­si­sten­ze non si erano fatte at­ten­de­re, per esem­pio da parte delle scuole cat­to­li­che. Che, seb­be­ne già si fac­cia­no pagare laute rette e ri­ce­va­no in­gen­ti fi­nan­zia­men­ti pub­bli­ci, si sono la­men­ta­te: l’im­po­si­zio­ne del­l’im­po­sta sugli im­mo­bi­li le avreb­be ad­di­rit­tu­ra fatte chiu­de­re. Marco Politi, sullo stesso quo­ti­dia­no, giu­sta­men­te chiosa: “Il gioco ormai è sco­per­to. Tu paghi e io no”.
 
Qual­cu­no ha fatto del­l’a­bo­li­zio­ne del­l’I­mu un ca­val­lo po­li­ti­co vin­cen­te. Qual­cun altro ha fatto della pro­pria esen­zio­ne dal­l’I­mu un dogma. Il primo aiuta il se­con­do, e le larghe intese stanno fa­cen­do il resto. Dif­fi­ci­le che paghi le tasse Colei che nes­su­no vuol tas­sa­re. Imu, amen.