domenica 6 gennaio 2013

Un anniversario

Apparecchio volante di Besnier, Journal des sçavans (1678)

Il 5 gennaio del 1665 è un giorno importante, andrebbe ricordato perché è quello in cui viene pubblicato a Parigi il primo volume de Le Journal des Sçavans (che poi cambierà in Savants), il primo periodico che prova a parlare “più o meno” di scienza. Il “più o meno” è d’obbligo perché oltre alle nuove scoperte nel campo delle arti e delle scienze, alle osservazioni astronomiche e meteorologiche per esempio, o alle nuove conoscenze anatomiche sugli animali, a venir pubblicate erano soprattutto brevi descrizioni dei principali libri stampati in Europa, necrologi di uomini illustri, le risultanze dei tribunali laici ed ecclesiastici, qualche curiosità matematica. Una specie di Nature insomma, un giornale che combinava news, coi tempi dell’epoca ça va sans dire, e ricerca.
 

Chi lo fonda è Denis de Sallo (Paris 1626 – 1669), signore de la Coudraye, scrittore e consigliere al Parlamento di Parigi, e lo fa sotto l’occhio vigile di Baptiste Colbert (Reims 1619-Paris 1683), celebre ministro francese durante il regno di Luigi XIV, colui che ha in mano le leve della stampa. Il controllo dunque c’è ma la Francia non è l’Italia. L’Italia è il posto dove nel 1558 la Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione si inventa l’Indice dei libri proibiti e dove, nel 1616, viene messo al bando tutto ciò che parla di “de mobilitate terrae et de immobilitate solis” e quindi anche l’opera di Copernico che circolava liberamente da più di sessant’anni. In Italia, nel 1633, si celebra il processo a Galileo. Un posto difficile per gli uomini di scienza.

Certe cose però superano i confini delle Nazioni e basta che su Le Journal des Sçavans sfugga una piccola critica agli Inquisitori «dont les oreilles délicates demandent de si grands ménagements» per farne sospendere, il 5 marzo del 1665, le pubblicazioni. Riappare un anno dopo, il 4 gennaio del 1666, sempre per volere di Colbert, ma sotto la direzione dell’abate Gallois che amava occuparsi più di letteratura e problemi ecclesiastici che di scienza. È un’altra cosa ormai ma la sua prima, breve, vita ha lasciato il segno. È infatti proprio il piccolo giornale di Denis de Sallo che ispira Henry Oldenburg, il primo segretario della Royal Society of London for Improving Natural Knowledge (quella che ora conoscete semplicemente come Royal Society), che fonda così le Philosophical Transactions, il primo registro pubblico di contributi originali alla conoscenza.

Anche l’Inghilterra non è l’Italia ma non è nemmeno la Francia, è lo stato in cui si alzano le prime voci a difesa della libertà di stampa, il paese in cui John Milton nel 1644 pubblica l’Areopagitica in risposta al Licensing Order dell’anno prima con cui il parlamento inglese istituisce la censura pre-pubblicazione. È l’Inghilterra, nel 1695, il primo paese ad abolirla e quello in cui viene emanato nel 1709, durante il regno della regina Anna, il Copyright Act o meglio “An Act for the Encouragement of Learning, by vesting the Copies of Printed Books in the Authors or purchasers of such Copies, during the Times therein mentioned“, la prima legge che riconosce ad un autore la proprietà intellettuale, limitata nel tempo, sulla propria opera. Il resto dell’Europa si adeguerà, con fatica, solo alla fine del secolo.

Ecco, a me pare che ricordarsi di queste cose non sia tempo perso, che raccontare lo sviluppo della comunicazione scientifica e i travagli degli uomini di scienza aiuti a comprendere meglio la storia del nostro Paese e dell’Europa, sempre che ne abbiate voglia s’intende. È che ormai il mondo va così, siam presi dall’ansia di condividere l’ultima mirabolante scoperta che cambierà il volto della scienza ma presto la dimenticheremo ché un’altra sta per arrivare.

P.S. Ieri era il compleanno di Newton (almeno secondo il calendario Gregoriano) e l’anniversario della morte di Schrödinger e mi pare giusto così. Anche Brian David Josephson ha festeggiato ieri e se ne volete sapere di più non fatemi ricopiare quello che ho già scritto, fate un salto qui.