giovedì 10 gennaio 2013

Il matrimonio gay s’ha da fare o no?

La mappa delle polemiche politiche in Italia e non solo 

Hollande aveva fatto del “matrimonio per tutti” uno dei suoi cavalli di battaglia. A qualche mese dall’annuncio, l’iniziativa non è filata liscia. Ecco le ultimissime sull’amore gay.


IL CASO – Lo scorso novembre il governo francese ha preparato il disegno di legge per consentire le nozze gay e la possibilità di accedere all’adozione, sull’onda dei Pacs (unioni civili) presenti in Francia dal 1999. La “legalizzazione” del matrimonio omosessuale garantisce una protezione ulteriore tipo accedere all’eredità del proprio compagno, poter avere notizie in ospedale, la reversibilità sulla pensione… Insomma, i gay potranno addirittura aspirare a una vita normale e nel 2013 questo può far venire il mal di testa.

LA RISPOSTA DEL PAESE – Il New York Times racconta la posizione di un personaggio molto noto in Francia ovvero Frigide Barjot che suona nei Dead Pompidous e si diverte a indossare magliette con su scritto “Kierkegaard is my homeboy”. La sua teoria è interessante perché pur appoggiando i diritti delle coppie omosessuali non capisce l’esigenza del matrimonio e si dice assolutamente contraria all’adozione. Domenica scorsa era in testa alla manifestazione “Le manif pour tous” per protestare contro il disegno di legge del governo di Hollande. In Francia, i leader religiosi sono preoccupati perché si sentono minati dall’apertura dello Stato e invitano il governo alla cautela in merito alle adozioni.

RELIGIONE – Il rabbino Gilles Bernheim ha dichiarato: “Abbiamo perso il senso della moralità. Nell’ambito pubblico, i termini che dominano l’attualità sono l’autonomia e i diritti che si conformano con lo spirito del mercato. È molto difficile oggi riflettere insieme su quella che dovrebbe essere la nostra direzione, sia che riguardi l’ambiente, la politica, l’economia o l’idea stessa di famiglia o di matrimonio”. Nello specifico sulle unioni gay evidenzia “Non si tratta di omosessualità ma di confondere le genealogie, sostituendo la parentalità alla paternità e alla maternità. Il bambino passa da soggetto a oggetto al quale ognuno avrebbe ‘diritto’”. Il rabbino spiega che la legittimazione avrebbe come conseguenza il permissivismo generale e questo rappresenterebbe una minaccia.

OPINIONI – Barjot, che appoggia l’orientamento omosessuale, spiega che “per fare un bambino c’è bisogno di un uomo e una donna” e questo apre gli occhi a chi ancora aspettava la cicogna fuori guardando l’orizzonte ma – attenzione – “Per una coppia gay diventare genitori di un bambino è del tutto contrario alla normalità”. Barjot si dice felice dei diritti ottenuti dai gay e spiega che il problema non è il riconoscimento dei diritti quanto garantire che non abbiano accesso alla possibilità di adottare bambini. E in Italia? L’associazione psicologi italiani ha recentemente ricordato che “le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale”. Nichi Vendola è sempre in testa nella promozione dell’adozione per le coppie gay e quelle “arcobaleno” e ha dichiarato: “Credo che la sinistra abbia sbagliato tante volte in passato per suo atteggiamento massimalista ma tante volte per il suo minimalismo. Dunque, sì a diritti interi, non col contagocce. No alla frammentazione dei diritti”. Bersani invece è aperto alle coppie di fatto ma non alle adozioni: “Ho forti perplessità. Io non sono convinto perché è un tema delicatissimo. Allo stato attuale, da quello che capisco, dico che non sono d’accordo”. Anche Renzi cavalca la stessa onda di Bersani mentre Pisapia è convinto che una coppia gay possa adottare: “Meglio avere genitori omosessuali che non averne affatto”. La strada per i pari diritti è ancora lunga.

di

http://www.giornalettismo.com/archives/701217/adozioni-gay-non-esageriamo/