giovedì 27 settembre 2012

Stanno nascendo nuove placche terrestri

Due ricerche apparse su Nature dimostrano che la crosta terrestre è in continua evoluzione e i terremoti di Sumatra di quest’anno hanno creato una nuova frattura nell’Oceano Indiano che darà vita (probabilmente) a due nuove placche terrestri. Inoltre si ha una nuova dimostrazione che un violento terremoto ne può creare in altre parti del pianeta.


Torniamo per un attimo ai due terremoti di magnitudo 8.6 e 8.2 che l’11 aprile del 2012 fecero tremare per l’ennesima volta le isole attorno a Sumatra. Per fortuna le conseguenze per le persone non furono così drammatiche come il sisma del 2004, ma nella crosta terrestre hanno lasciato un segno indelebile.

I due terremoti hanno creato un nuovo punto di contatto tra due placche terrestri (guarda la cartina). Per sei giorni consecutivi poi, scosse di una certa violenza si sono fatte sentire non solo in prossimità dell’isola, ma anche un po’ in tutto il mondo. Da oltre 20 anni i sismologi sospettavano che la placca indo-australiana si sarebbe potuta spaccare e “l’11 di aprile quel timore è diventato realtà, dandoci l’esempio più evidente della nascita di un nuovo confine tra due placche”, spiega Matthias Delescluse, un geofisico dell’Ecole Normale Superieure di Parigi.

Si è spaccato il cuore della zolla

Per capire cosa è successo partiamo dall’ipotesi di base che vuole che la placca indo-australiana prese forma circa 10 milioni di anni fa e da allora si è mossa verso nord-nord-est.
L’area più vicina all’India però, si scontrò contro la placca euroasiatica facendo sorgere l’Himalaya e questo determinò un rallentamento della porzione occidentale della placca stessa.
La parte orientale invece, quella verso l’Australia continuò la sua corsa in avanti determinando delle tensioni all’interno della placca.

Delescluse ha così studiato gli stress che si sono venuti a creare soprattutto in seguito ai due terremoti del 2004, che raggiunse il 9.1 di magnitudo e del 2005 di magnitudo 8.
Secondo il modello le sollecitazioni hanno concentrato energia nel cuore della placca e questo ha determinato il terremoto del 2012 che ha determinato la fratturazione della placca. Generalmente i grandi terremoti si verificano là dove due placche si scontrano e una finisce sotto l’altra, mentre sono meno intensi quelli che si producono dove due placche scivolano l’una rispetto all’altra. Il terremoto del 2012 tuttavia, ha dimostrato che forti sismi lungo faglie di tipo trascorrente (ossia dove due placche scivolano l’una rispetto all’altra) possono invece essere anche molto violenti.

Terremoti su tutto il pianeta

Una ricerca parallela a questa (entrambe sono apparse su Nature) ha verificato che a differenza della maggior parte dei terremoti che si verificano a causa del movimento di una faglia, il sisma dell’11 aprile ha visto il movimento di ben 4 faglie con uno scivolamento di circa 25 metri.

Un altro studio infine (anch’esso pubblicato su Nature), ha dimostrato che per sei giorni dopo l’evento i terremoti di magnitudo 5.5 di tutto il mondo sono aumentati di almeno 5 volte rispetto ai valori normali. “Scosse di assestamento sono limitate normalmente in aree vicino al sisma principale, ma il terremoto del 2012 deve far cambiare l’idea che abbiamo sugli assestamenti”, ha spiegato Fred Pollitz, un geofisico dell’US Geological Survey di Menlo Park, in California. Questi risultati confermerebbero che violenti terremoti possono dare vita ad altri sismi in altre parti del pianeta.
Stanno per nascere due placche

Per concludere dunque, se le ricerche apparse su Nature verranno confermate abbiamo visto nascere una nuova famiglia di fratture che porteranno presto (in tempi geologici) alla formazione di due nuove placche che inizieranno a scivolare le une rispetto alle altre. È un po’ come se fosse nata una nuova faglia di San Andreas.