Zanardi, dopo un mese, pone fine allo sciopero della fame "oramai inutile dal momento che non esiste un interlocutore".
"È doveroso fare un breve riassunto degli avvenimenti pertinenti alla lotta alla pedofilia nel clero intrapresa dall’ associazione Rete L’ Abuso nell’anno 2011, considerando anche i movimenti attivisti antipedofilia in tutto il mondo ad essa relazionati.
"È doveroso fare un breve riassunto degli avvenimenti pertinenti alla lotta alla pedofilia nel clero intrapresa dall’ associazione Rete L’ Abuso nell’anno 2011, considerando anche i movimenti attivisti antipedofilia in tutto il mondo ad essa relazionati.
La stagione 2011 si è aperta con notevole determinazione, partendo da un dato di fatto: i vescovi di tutto il mondo non hanno mai risposto, né dato segnali credibili per la tutela dei milioni di minori che le famiglie affidano loro, per questo si è deciso di tentare altri canali di dialogo con la casta.
1 maggio 2011, la Congregazione per la Dottrina della Fede, per volere di Benedetto XVI, divulga una circolare ai vescovi di tutto il mondo scritta per aiutare le Conferenze Episcopali a preparare linee guida per il trattamento dei casi di abusi sessuali nei confronti di minori da parte dei chierici. Non passa molto prima che questa circolare si riveli un deprecabile fallimento, la Conferenza Episcopale statunitense fa sapere che non appoggerà mai il contenuto del documento.
14 maggio 2011, si tiene a Savona il primo incontro nazionale delle associazioni e delle vittime di preti pedofili. La rete l’Abuso si concretizza.
17 giugno 2011 esplode il caso Seppia, Francesco Zanardi portavoce della Rete L’Abuso ottiene udienza a Genova con il Cardinal Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. All’inizio è stata alimentata una forte speranza che la chiesa volesse intervenire, pochi mesi dopo invece si rivela un nulla di fatto.
13 luglio 2011, viene divulgato il primo dossier sui crimini della chiesa cattolica a cura dell’associazione presente in 30 paesi nel mondo. In Italia non viene nemmeno preso in considerazione ma i numeri dei genocidi perpetrati dalla chiesa cattolica sono impressionanti; Canada 280.000 vittime, Australia 850.000 vittime, Irlanda 60.211 vittime, Spagna 450.000 vittime, Cuba 14.000 vittime, Germania 500.205 vittime, Olanda 2000 vittime, Belgio 475 vittime, Stati Uniti 4.288.435 vittime. Totale delle vittime censite, 6.445.326 (completamente documentate e con testimonianze registrate), molti paesi mancano all’appello ma sono in fase di investigazione e si sta raccogliendo abbondante materiale che verrà pubblicato al più presto.
14 settembre 2011, l’associazione americana Snap, alla prima tappa di un tour che toccherà tutte le principali capitali europee per concludersi a Roma il 20 settembre, deposita presso il tribunale internazionale dell’Aia una denuncia per crimini contro l’umanità accusando Benedetto XVI e i vertici della casta. 20.000 pagine di allegati nelle quali sono raccolti i crimini di abusi sessuale su minori coperti dall’ex Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa.
22 settembre 2011, parte da Savona il “Pellegrinaggio per la verità”, 572 km a piedi per giungere in Vaticano. L’obiettivo arrivati a Roma era quello di essere ricevuti dal Papa e chiedere l’applicazione delle linee guida emesse dalla Santa Sede. Malgrado l’accreditamento delle maggiori associazioni nazionali ed internazionali, Benedetto XVI rifiuta di incontrare i portavoce.
29 settembre 2011, durante il pellegrinaggio, Francesco Zanardi portavoce della Rete L’Abuso consegna un dossier al Cardinale Bagnasco per sottolineare il cancro rappresentato dai preti pedofili in Italia. Nel dossier ci sono circa 200 nomi di preti pedofili condannati in terzo grado, esclusi dal dossier tutti quelli sospettati, archiviati, prescritti. L’elenco completo è impressionante: sono più di 1500 i casi noti. Anche in questo caso, nessuna risposta da parte della chiesa cattolica.
4 ottobre 2011, associazioni da tutto il mondo sottoscrivono un documento proposto dalla Rete L’Abuso nel quale chiedono alla CEI e al suo presidente Angelo Bagnasco la creazione di una commissione d’inchiesta sugli abusi sessuali da parte del clero. La CEI non risponde.
31 ottobre 2011, come ultimo tentativo, dopo il rifiuto del Papa di intervenire nel caso dei preti pedofili, Francesco Zanardi della Rete L’Abuso inizia uno sciopero della fame che dura 30 giorni e che si concluderà il 29 novembre 2011. Anche in questo caso il Vaticano non ci degna di risposta.
Adesso credo sia possibile trarre le dovute conclusioni: con dati e fatti alla mano possiamo dire senza alcun dubbio che il Vaticano non solo rifiuta il dialogo ma rifiuta anche di assumersi le proprie responsabilità di fronte all’umanità, rifiuta tuttora la prevenzione e la tutela dei minori affidati alle parrocchie di tutto il mondo. Continua con la storica linea dell’omertà e del silenzio. Il Vaticano fallisce clamorosamente per l’ennesima volta di fronte al mondo sul problema della pedofilia clericale.
Cosa fare, quale linea possono prendere le associazioni per contrastare i crimini sui minori che la chiesa cattolica sembra voler continuare a coprire ? Se ne è parlato domenica 27 novembre 2011 in una video conferenza su Skype con le associazioni di Stati Uniti, Canada, Spagna, Belgio, Olanda, Irlanda, alla quale hanno partecipato i corrispondenti della Rete L’Abuso. Queste le conclusioni: Per prima cosa io, Francesco Zanardi dell’Associazione Rete L’Abuso, porrò fine allo sciopero della fame, divenuto oramai inutile dal momento che non esiste un interlocutore.
Restano però nelle nostre mani, per quanto riguarda il territorio italiano, una quantità enorme di segnalazioni, riscontri e testimonianze che la legge non può impugnare a causa della loro prescrizione, ma che è possibile divulgare liberamente, in quanto sono casi apparsi abbondantemente sui giornali, casi nei quali la chiesa cattolica, malgrado la condanna, si è limitata a spostare il pedofilo, cioè, lo ha mandato in un posto dove non è conosciuto invece di porlo, come di dovere, in condizione di non continuare a nuocere ai minori.
Prendendo spunto da un’idea dei nostri corrispondenti americani, i quali spiegano che negli Stati Uniti è usanza segnalare i preti pedofili qualora vengano spostati in una nuova parrocchia, si può segnalare alle famiglie con forme legali utilizzabili anche in Italia, come ad esempio il volantinaggio davanti alla chiesa dove il sacerdote lavora, la presenza di un prete pedofilo nel territorio.
Questo diventa un deterrente per i vescovi, che si ritroverebbero senza più bambini in quelle parrocchie, oltre che una sicurezza per i minori che non sarebbero più lasciati inconsapevolmente nelle mani dei preti pedofili. È forse l’unico sistema che prima o poi spingerà i vertici della chiesa a denunciare i criminali pedofili, non a coprire ma a denunciare. Nei prossimi giorni, alcuni colleghi proveranno in via sperimentale ad applicare questo deterrente, in una parrocchia italiana. Vedremo quali saranno i risultati ma, vedendo il modello americano, in molte occasioni si è arrivati anche a portare alla luce casi sconosciuti di Abuso sessuale o di preti pedofili non ancora denunciati, successivamente consegnati alla magistratura".
Com. Francesco Zanardi, Portavoce "Rete L'Abuso"