Vieta ai portatori di malattie genetiche.
di Luca Burini
Sono passati ormai tre anni da quando l'allora ex ministro della Salute, Livia Turco, aveva presentato le ultime linee guida sulla procreazione medicalmente assistita. Sono seguite diverse sentenze, tra cui quella della Corte costituzionale che andava ad abolire alcuni divieti imposti dalla legge 40, fino a metà novembre 2011 quando il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella,
di Luca Burini
Sono passati ormai tre anni da quando l'allora ex ministro della Salute, Livia Turco, aveva presentato le ultime linee guida sulla procreazione medicalmente assistita. Sono seguite diverse sentenze, tra cui quella della Corte costituzionale che andava ad abolire alcuni divieti imposti dalla legge 40, fino a metà novembre 2011 quando il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella,
le ha revisionate confermando alcune delle restrizioni cancellate dai tribunali, tra queste la diagnosi preimpianto (esame che permette di identificare la presenza di malattie genetiche o alterazioni cromosomiche in embrioni generati in provetta da coppie a rischio prima dell’impianto in utero), la crioconservazione di embrioni, il diritto di ricorrere alla fecondazione assistita per i portatori di malattie genetiche. E non solo: le nuove linee hanno voluto introdurre un sistema di identificazione e schedatura dei pazienti che accedono all'intervento. Medici ed associazioni hanno subito gridato al «colpo di mano» visto che l'impopolare provvedimento è arrivato giusto negli ultimi giorni, o meglio minuti, del governo Berlusconi.
NO ALLA DIAGNOSI PREIMPIANTO. Il provvedimento di Roccella ha reintrodotto il veto alla diagnosi preimpianto che negli ultimi anni era stato sdoganato dalla Corte costituzionale e dai tribunali, primo fra tutti quello di Cagliari che nel 2007 aveva ordinato all'istituto ospedaliero di eseguirla.
NO ALLA DIAGNOSI PREIMPIANTO. Il provvedimento di Roccella ha reintrodotto il veto alla diagnosi preimpianto che negli ultimi anni era stato sdoganato dalla Corte costituzionale e dai tribunali, primo fra tutti quello di Cagliari che nel 2007 aveva ordinato all'istituto ospedaliero di eseguirla.
Ma le critiche non sono finite qui: le linee guida proposte dal sottosegretario vietano alle coppie fertili in cui ci siano portatori di malattie genetiche o in cui la donna sia portatrice di una patologia virale di fare ricorso alla fecondazione assistita, nonostante le sentenze dei tribunali di Bologna, Firenze e Salerno. Quest'ultimo nel 2010 aveva autorizzato per la prima volta la diagnosi preimpianto ad una coppia fertile portatrice di Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1.
L'uso delle tecniche è invece concesso a chi è infertile ma anche a chi è fertile se portatore di malattie infettive come Hiv, Hbv e Hcv.
ROCCELLA: «NESSUNA MODIFICA ALLA LEGGE». Eugenia Roccella ha spiegato che le linee guida non possono modificare una legge: il provvedimento che il governo uscente ha appena inviato al Consiglio Superiore di Sanità per il parere obbligatorio non contiene le modifiche introdotte per alcune coppie con sentenze in tribunale proprio perché ogni modifica alla legge deve avvenire con un'altra legge. «Sono sentenze amministrative che riguardano singole coppie», ha spiegato Roccella riferendosi alle decisioni nei tribunali che hanno consentito a coppie portatrici di malattie genetiche di utilizzare le tecniche di fecondazione assistita anche se si trattava di coppie che non soffrivano di sterilità. «Questo Governo», ha sottolineato Roccella, «ha difeso una legge giusta e saggia, che si è dimostrata buona ed efficace anche negli anni rispetto a quanto avviene negli altri paesi».
PROBLEMI CON IL TRASFERIMENTO DEGLI EMBRIONI. Fra le altre novità delle linee guida, ha spiegato il sottosegretario, «c'é la norma che riguarda gli embrioni abbandonati, per i quali non è più previsto il trasferimento nella biobanca di Milano» che costò 700 mila euro e che non è mai stata utilizzata. «Abbiamo verificato troppi problemi legati e tecnici. Il trasferimento al centro di Milano, che comunque potrà essere utilizzato per altri fini, non può avvenire per la responsabilità giuridica sugli embrioni che resta in capo ai centri dove sono stati lasciati».
PROBLEMI CON IL TRASFERIMENTO DEGLI EMBRIONI. Fra le altre novità delle linee guida, ha spiegato il sottosegretario, «c'é la norma che riguarda gli embrioni abbandonati, per i quali non è più previsto il trasferimento nella biobanca di Milano» che costò 700 mila euro e che non è mai stata utilizzata. «Abbiamo verificato troppi problemi legati e tecnici. Il trasferimento al centro di Milano, che comunque potrà essere utilizzato per altri fini, non può avvenire per la responsabilità giuridica sugli embrioni che resta in capo ai centri dove sono stati lasciati».
I critici: «Sta agendo contro la Costituzione»
.L'avvocato Filomena Gallo, Segretario dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e Presidente dell'associazione Amica Cicogna, si è subito schierata contro le linee guida proposte dal ministero della Salute: «Eugenia Roccella, con le nuove linee guida, cancella le decisioni dei Tribunali sulla Legge 40. Sta agendo contro la Costituzione e contro i poteri legittimi delle istituzioni e dei tribunali».
GALLO: «SCHEDATURA? VIOLAZIONE DELLA PRIVACY». Le linee guida «stravolgono completamente le decisioni dei giudici che fino ad oggi e in piena osservanza della giurisprudenza costituzionale hanno obbligato i medici ad impiantare solo l'embrione sano. Esse infatti limitano la diagnosi sull'embrione che dovrà garantirne lo sviluppo» ha proseguito Gallo aggiungendo che «si svuotano poi di contenuto e competenza il ruolo dell'Istituto Superiore di Sanità e viene applicare un sistema di identificazione e schedatura dei pazienti che accedono alla fecondazione assistita, in piena violazione della legge sulla privacy».
La presidente dell'associazione Amica Cicogna ha poi sottolineato: «Gli embrioni abbandonati che, per decreto del ministro Sirchia del 2004 sarebbero dovuti essere inviati nella biobanca di Milano, costata circa 700.000 euro e che costa annualmente circa 80.000 euro pur essendo inutilizzata, dovranno essere conservati, invece, a spese delle Regioni, che già in materia sanitaria sono in grave disavanzo».
TURCO (PD): «GRAVE ARRETRAMENTO CULTURALE». Livia Turco, ex ministro dell Salute, ha definito le nuove linee guida un «grave arretramento culturale». La deputata del Pd ha poi aggiunto: «Ancora una volta le linee guida, che dovrebbero riguardare solo gli aspetti tecnici vengono usate in modo improprio per interpretare la legge 40 che non vieta l'analisi preimpianto. Sarebbe necessario, piuttosto, tenere conto della sofferenza delle coppie interessate e delle sentenze che ci sono state. Ci auguriamo», ha concluso Turco, «che il Consiglio superiore di sanità dia parere negativo in modo da evitare questo inaccettabile arretramento culturale».
PERINA (FLI): «POLITICA SFIDA TRIBUNALI». Anche la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina, ha condannato l'operato di Roccella: «Se le questioni bioetiche finiscono per risolversi nei tribunali è perché il potere politico continua a sfidarne le sentenze, con disposizioni che violano il buon senso, oltre ai principi elementari di diritto e giustizia». Secondo Perina, «per impedire che le coppie ricorrano alla diagnosi preimpianto, si favorirebbe di fatto il ricorso all'aborto. Una politica che dice alle donne 'se volete, potete abortire dopo l'amniocentesi, ma non potere in alcun caso prevenire il rischio di trasmissione di malattie genetiché non è solo stupida, ma innanzitutto crudele». La deputata di Fli ha concluso definendo «surreale» il fatto «che una scelta così grave venga fatta in fretta e furia da un governo dimissionario, per intralciare l'attività del nuovo esecutivo».
ANTINORI: «ATTO RAZZISTA». Severino Antinori, presidente della World Association of Reproductive Medicine, ha espresso tutta la sua contrarietà al divieto di fecondazione assistita per le persone affette da malattie genetiche: «Si tratta di una decisione oscurantista liberticida e fortemente discriminatoria. Grazie alla diagnosi pre-impianto, riammessa dopo il divieto imposto dalla legge 40 del 2004 in seguito al mio ricorso alla Corte costituzionale, si possono infatti escludere dal trattamento di pma gli embrioni portatori di gravi malattie genetiche quali la beta-talassemia, la fibrosi cistica e la sindrome di Down. Impedire a pazienti portatori di geni per patologie gravi o affetti dalle stesse rappresenta quindi una grave violazione dei diritti umani e un atto fortemente discriminatorio e razzista».
.L'avvocato Filomena Gallo, Segretario dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e Presidente dell'associazione Amica Cicogna, si è subito schierata contro le linee guida proposte dal ministero della Salute: «Eugenia Roccella, con le nuove linee guida, cancella le decisioni dei Tribunali sulla Legge 40. Sta agendo contro la Costituzione e contro i poteri legittimi delle istituzioni e dei tribunali».
GALLO: «SCHEDATURA? VIOLAZIONE DELLA PRIVACY». Le linee guida «stravolgono completamente le decisioni dei giudici che fino ad oggi e in piena osservanza della giurisprudenza costituzionale hanno obbligato i medici ad impiantare solo l'embrione sano. Esse infatti limitano la diagnosi sull'embrione che dovrà garantirne lo sviluppo» ha proseguito Gallo aggiungendo che «si svuotano poi di contenuto e competenza il ruolo dell'Istituto Superiore di Sanità e viene applicare un sistema di identificazione e schedatura dei pazienti che accedono alla fecondazione assistita, in piena violazione della legge sulla privacy».
La presidente dell'associazione Amica Cicogna ha poi sottolineato: «Gli embrioni abbandonati che, per decreto del ministro Sirchia del 2004 sarebbero dovuti essere inviati nella biobanca di Milano, costata circa 700.000 euro e che costa annualmente circa 80.000 euro pur essendo inutilizzata, dovranno essere conservati, invece, a spese delle Regioni, che già in materia sanitaria sono in grave disavanzo».
TURCO (PD): «GRAVE ARRETRAMENTO CULTURALE». Livia Turco, ex ministro dell Salute, ha definito le nuove linee guida un «grave arretramento culturale». La deputata del Pd ha poi aggiunto: «Ancora una volta le linee guida, che dovrebbero riguardare solo gli aspetti tecnici vengono usate in modo improprio per interpretare la legge 40 che non vieta l'analisi preimpianto. Sarebbe necessario, piuttosto, tenere conto della sofferenza delle coppie interessate e delle sentenze che ci sono state. Ci auguriamo», ha concluso Turco, «che il Consiglio superiore di sanità dia parere negativo in modo da evitare questo inaccettabile arretramento culturale».
PERINA (FLI): «POLITICA SFIDA TRIBUNALI». Anche la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina, ha condannato l'operato di Roccella: «Se le questioni bioetiche finiscono per risolversi nei tribunali è perché il potere politico continua a sfidarne le sentenze, con disposizioni che violano il buon senso, oltre ai principi elementari di diritto e giustizia». Secondo Perina, «per impedire che le coppie ricorrano alla diagnosi preimpianto, si favorirebbe di fatto il ricorso all'aborto. Una politica che dice alle donne 'se volete, potete abortire dopo l'amniocentesi, ma non potere in alcun caso prevenire il rischio di trasmissione di malattie genetiché non è solo stupida, ma innanzitutto crudele». La deputata di Fli ha concluso definendo «surreale» il fatto «che una scelta così grave venga fatta in fretta e furia da un governo dimissionario, per intralciare l'attività del nuovo esecutivo».
ANTINORI: «ATTO RAZZISTA». Severino Antinori, presidente della World Association of Reproductive Medicine, ha espresso tutta la sua contrarietà al divieto di fecondazione assistita per le persone affette da malattie genetiche: «Si tratta di una decisione oscurantista liberticida e fortemente discriminatoria. Grazie alla diagnosi pre-impianto, riammessa dopo il divieto imposto dalla legge 40 del 2004 in seguito al mio ricorso alla Corte costituzionale, si possono infatti escludere dal trattamento di pma gli embrioni portatori di gravi malattie genetiche quali la beta-talassemia, la fibrosi cistica e la sindrome di Down. Impedire a pazienti portatori di geni per patologie gravi o affetti dalle stesse rappresenta quindi una grave violazione dei diritti umani e un atto fortemente discriminatorio e razzista».
La procreazione in tribunale: 16 sentenze bocciano la legge 40
.Quattro volte in tutto la legge 40 é finita sui banchi della Corte costituzionale (nel 2005, due volte nel 2009 e una nel 2010). Se si considerano anche i ricorsi per altre parti della legge come quelli per ottenere la possibilità di congelamento degli embrioni, la diagnosi preimpianto e il limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di fecondazione sono complessivamente 16 le volte che i giudici hanno ordinato l' esecuzione delle tecniche di fecondazione secondo i principi Costituzionali affermando i diritti delle coppie e non secondo la legge 40. Attualmente è attesa l'udienza in Corte costituzionale per tre procedimenti e la corte dovrà valutare la costituzionalità del divieto di eterologa. Questi i precedenti:
2004: PERMESSO ABORTO DOPO PMA. Il tribunale di Cagliari sentenzia che non c'é differenza tra gravidanza ottenuta con procreazione medicalmente assistita (pma) e gravidanza naturale se sussistono i presupposti per accedere alla 194 la donna può abortire. Una donna a causa dell'obbligo contemporaneo di impiantare tutti gli embrioni prodotti aveva avuto un gravidanza trigemina. Il giudice ha permesso l'aborto.
2005: LEGITTIMITÀ DELL'ART. 13. Il 16 luglio un giudice del tribunale di Cagliari aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13. Ad una donna portatrice sana di beta-talassemia era stata negata la possibilità della diagnosi preimpianto. Il 9 novembre 2006, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso perché formulato in modo contraddittorio, ma senza entrare nel merito.
2007: DIAGNOSI PREIMPIANTO CONSENTITA. Una sentenza del tribunale di Cagliari ha riconosciuto che la diagnosi preimpianto è consentita. A dicembre anche il tribunale di Firenze ha confermato la decisione di Cagliari per un altra coppia, consentendo l'indagine preimpianto.
2008: LEGITTIMITÀ DELL'ART. 14. Il 23 gennaio il Tar del Lazio, oltre ad annullare le linee guida per l'applicazione della legge per «eccesso di potere» nella parte in cui vietavano le indagini cliniche sull' embrione, ha sollevato la questione di costituzionalità delle norme (articolo 14, commi 2 e 3) che prevedono la possibilità di produrre un numero di embrioni non superiore a tre e l'obbligo del contemporaneo impianto. Il 26 agosto del 2008 il tribunale di Firenze per due procedimenti diversi ha sollevato nuove questioni di costituzionalità sul limite della creazione di soli tre embrioni. Inoltre il giudice ha formulato anche una proposta per ampliare la possibilità di congelare gli embrioni in più.
2009: DEROGA A DIVIETO DI CRIONCONSERVAZIONE OVULI. La Consulta ha accolto la prima parte delle osservazioni con sentenza 151 del primo aprile, quanto alla seconda parte è stato introdotta una deroga al divieto di crioconservazione degli ovuli.
2010: AUTORIZZATA DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO. Il 13 gennaio il giudice Antonio Scarpa, del tribunale di Salerno, ha autorizzato, per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria, l'Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1. Seguono decisioni in tal senso presso i tribunali di Firenze, Bologna e Salerno per altre coppie. In tutti questi casi il giudice consente anche le indagini preimpianto sull'embrione e il trasferimento in utero dei soli embrioni sani.
Il 6 ottobre la prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalità sul divieto delle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. Il 22 ottobre il tribunale di Catania ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla parte della legge 40 che vieta la fecondazione eterologa, quella con seme o ovuli che arrivano da donatori esteri. Nel novembre dello stesso anno anche il tribunale di Milano ha conferma il dubbio di legittimità costituzionale sul divieto di eterologa sollevato al tribunale di Firenze.
.Quattro volte in tutto la legge 40 é finita sui banchi della Corte costituzionale (nel 2005, due volte nel 2009 e una nel 2010). Se si considerano anche i ricorsi per altre parti della legge come quelli per ottenere la possibilità di congelamento degli embrioni, la diagnosi preimpianto e il limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di fecondazione sono complessivamente 16 le volte che i giudici hanno ordinato l' esecuzione delle tecniche di fecondazione secondo i principi Costituzionali affermando i diritti delle coppie e non secondo la legge 40. Attualmente è attesa l'udienza in Corte costituzionale per tre procedimenti e la corte dovrà valutare la costituzionalità del divieto di eterologa. Questi i precedenti:
2004: PERMESSO ABORTO DOPO PMA. Il tribunale di Cagliari sentenzia che non c'é differenza tra gravidanza ottenuta con procreazione medicalmente assistita (pma) e gravidanza naturale se sussistono i presupposti per accedere alla 194 la donna può abortire. Una donna a causa dell'obbligo contemporaneo di impiantare tutti gli embrioni prodotti aveva avuto un gravidanza trigemina. Il giudice ha permesso l'aborto.
2005: LEGITTIMITÀ DELL'ART. 13. Il 16 luglio un giudice del tribunale di Cagliari aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13. Ad una donna portatrice sana di beta-talassemia era stata negata la possibilità della diagnosi preimpianto. Il 9 novembre 2006, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso perché formulato in modo contraddittorio, ma senza entrare nel merito.
2007: DIAGNOSI PREIMPIANTO CONSENTITA. Una sentenza del tribunale di Cagliari ha riconosciuto che la diagnosi preimpianto è consentita. A dicembre anche il tribunale di Firenze ha confermato la decisione di Cagliari per un altra coppia, consentendo l'indagine preimpianto.
2008: LEGITTIMITÀ DELL'ART. 14. Il 23 gennaio il Tar del Lazio, oltre ad annullare le linee guida per l'applicazione della legge per «eccesso di potere» nella parte in cui vietavano le indagini cliniche sull' embrione, ha sollevato la questione di costituzionalità delle norme (articolo 14, commi 2 e 3) che prevedono la possibilità di produrre un numero di embrioni non superiore a tre e l'obbligo del contemporaneo impianto. Il 26 agosto del 2008 il tribunale di Firenze per due procedimenti diversi ha sollevato nuove questioni di costituzionalità sul limite della creazione di soli tre embrioni. Inoltre il giudice ha formulato anche una proposta per ampliare la possibilità di congelare gli embrioni in più.
2009: DEROGA A DIVIETO DI CRIONCONSERVAZIONE OVULI. La Consulta ha accolto la prima parte delle osservazioni con sentenza 151 del primo aprile, quanto alla seconda parte è stato introdotta una deroga al divieto di crioconservazione degli ovuli.
2010: AUTORIZZATA DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO. Il 13 gennaio il giudice Antonio Scarpa, del tribunale di Salerno, ha autorizzato, per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria, l'Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1. Seguono decisioni in tal senso presso i tribunali di Firenze, Bologna e Salerno per altre coppie. In tutti questi casi il giudice consente anche le indagini preimpianto sull'embrione e il trasferimento in utero dei soli embrioni sani.
Il 6 ottobre la prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalità sul divieto delle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. Il 22 ottobre il tribunale di Catania ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla parte della legge 40 che vieta la fecondazione eterologa, quella con seme o ovuli che arrivano da donatori esteri. Nel novembre dello stesso anno anche il tribunale di Milano ha conferma il dubbio di legittimità costituzionale sul divieto di eterologa sollevato al tribunale di Firenze.
Martedì, 15 Novembre 2011