sabato 5 novembre 2011

ISLAM E PEDOFILIA IN GRAN BRETAGNA

Scuole islamicheRichieste regole rigorose nelle scuole che accolgono ogni giorno circa 250mila bambini musulmani per lezioni sul Corano.
Marco Tosatti - Roma.
Le scuole islamiche britanniche, le “madrasa” si trovano di fronte a più di 400 accuse di abusi sessuali negli ultimi tre anni, secondo un’inchiesta svolta dalla Bbc; ma solo un numero molto piccolo di queste ha portato a un’ inchiesta giudiziaria coronata da successo. 
Questa situazione fa sì che sia stata avanzata la richiesta di uno statuto che regoli formalmente l’attività di queste scuole, che accolgono ogni giorno circa 250mila bambini musulmani per lezioni sul Corano. La situazione appare di tale gravità che il presidente della Commissione delle moschee e del consiglio nazionale sugli imam ha detto che avrebbe trattato il problema con un carattere di urgenza.
Un problema dentro il problema riguarda il comportamento delle comunità, e delle famiglie dei bambini vittime degli abusi. Molto spesso le famiglie hanno ricevuto forti pressioni affinché non si rivolgessero alla magistratura, o addirittura non presentassero nemmeno una protesta o una denuncia formale all’interno della scuola. E secondo un magistrato le cifre citate rappresenterebbero solo la punta di un iceberg, dalle dimensioni molto più grandi.

Un programma della Bbc radio, “File on 4” ha chiesto a più di duecento esponenti locali in Inghilterra, Scozia e Galles quanti casi di abuso fisico o sessuale avessero ricevuto, o fossero venuti alla luce negli ultimi tre anni. Cento e novantuno di essi si sono detti d’accordo nel fornire informazioni, portando così alla luce un totale di 421 casi di abusi fisici, Ma solo dieci di questi episodi hanno trovato una strada per giungere all’attenzione della magistratura; e solo due si sono conclusi con un’incriminazione. I vari Consigli hanno rivelato anche che ci sono state trenta denunce nelle scuole supplementari islamiche, denunce che hanno condotto a quattro inchieste giudiziarie, ma solo a un’incriminazione.
Il responsabile in quel caso era Mohammed Hanif Khanm un imam di Stoke-on-Trent che è stato condannato a 16 anni di prigione nel marzo di quest’anno per aver violentato un ragazzo di dodici anni e aver molestato sessualmente un ragazzo di quindici. Alcune delle autorità locali contattate hanno affermato che la pressione delle comunità islamiche ha obbligato le famiglie a ritirare le denunce. In un caso di abuso fisico a Lambeth, due membri dello staff di una mosche sono stati accusati di aver aggredito dei bambini con delle matite e un cavo telefonico. Ma le vittime successivamente si sono rifiutate di proseguire nella denuncia, e nella richiesta di giustizia.
In Lancashire, la polizia ha aggiunto che bambini di sei anni hanno detto di aver ricevuto pugni nella schiena, di essere stati schiaffeggiati e presi a calci, e che gli sono stati tirati i capelli. In molti casi gli alunni hanno dichiarato di essere stati colpiti con bastoni o altri oggetti. E quello che appare più preoccupante è che il numero degli episodi di violenza, sessuale o di altro tipo, sembra essere in crescita costante. E’ un elemento che si riscontra grazie alle autorità locali che hanno fornito i dati dividendoli in base all’anno. Nel 2009 le denunce per abusi sono state 89; nel 2010 erano raddoppiate, giungendo sino a 178; e nei primi nove mesi di quest’anno erano arrivate a 146, facendo prevedere che per la fine del 2011 si sfioreranno i duecento casi.
La popolazione musulmana in Gran Bretagna è di circa due milioni e mezzo di persone, e più della metà di essi sono sotto i 25 anni di età. Il numero delle “madrase” sta crescendo rapidamente, grazie proprio a questa forte popolazione giovanile, e i bambini vi passano circa dieci ore a settimana, imparando a recitare l’arabo del Corano, cioè l’arabo classico.
Queste cifre, che rappresentano un vero choc a livello di opinione pubblica, hanno fatto sì che Mohammad Shahid Raza, presidente del Comitato nazionale per le moschee e gli imam, creato dalle organizzazioni islamiche per innalzare lo standard dei servizi offerti dalle istituzioni religiose, abbia affermato che tratterà la questione come un problema di urgenza. “Queste cifre sono molto, molto allarmanti – ha dichiarato -. Non c’è nessuna giustificazione per punizioni del genere all’interno delle nostre moschee o scuole. Non so quanto sia diffusa questa pratica inaccettabile, ma la nostra responsabilità è di far sì che coloro che conducono le moschee capiscano che viviamo in una società civilizzata, e che questo è inaccettabile, in ogni forma”.
Il presidente ha dichiarato che voleva che il problema fosse trattato in base a un’autoregolamentazione , ma ci sono richieste per un’azione da parte del governo. Un leader dell’intellighenzia musulmana nel Paese, Ghayusuddin Siddiqui, ha detto che ci sono numerose organizzazioni, non regolamentate, che aprono madrase nel Regno Unito, la maggior parte nelle moschee, ma alcune in garage, pub abbandonati o case private. E gli abusi sono troppo comuni. “Stiamo distruggendo la vita dei nostril giovani – ha dichiarato alla BBC -. Bisogna mettere in vigore un sistema che assicuri non solo che là ci sia solo insegnamento, non abusi sessuali o fisici”. Secondo Nazir Afzal, procuratore capo della Corona nell’Inghilterra nord-occidentale, le cifre fornite dall’emittente britannica “sono significativamente sottostimate”. “Abbiamo il dovere di far sì che le persone abbiano fiducia e facciano le loro denunce. Se c’è una vittima, ce ne saranno altre, e allora è essenziale per le vittime uscire allo scoperto, che i genitori li appoggino e che chi è responsabile della giustizia criminale prenda sul serio questi incidenti”.
La punizione corporale è legale in un ambiente religioso, ma solo se non eccede un “castigo ragionevole”. Una relazione ufficiale, pubblicata l’anno scorso, chiedeva il bando legale di questa pratica, ma alla richiesta non ha fatto seguito nessuna azione. Sir Roger Singleton, autore della relazione, dopo le nuove scoperte ha dichiarato: “Non siamo di fronte a casi isolati. E mi preoccupa il fatto che alle segnalazioni non faccia seguito un numero più grande di inchieste giudiziarie”.
Che non si tratti di un problema isolato, né riferito solo alla Gran Bretagna è evidente dall’intervento – compiuto in tempi non sospetti da Shaista Gohir, Direttore esecutivo del Muslim Women’s Network della Gran Bretagna, che sul Guardian condanna “L’ipocrisia degli abusi sui bambini in molti Paesi musulmani”. Scrive Shaista: “Alcuni musulmani amano condannare l’immoralità occidentale – alcolismo, nudità, sesso prematrimoniale e omosessualità, tutti citati come esempi. Ma i musulmani non hanno un monopolio sulla moralità. In occidente, il matrimonio con i bambini e il sesso con i bambini sono illegali. Sfortunatamente la stessa cosa non si può dire per molti Paese musulmani”. La Gohir cita il caso dei “bacha bazi” dell’Afghanistan, ragazzini comprati da famiglie povere, vestiti da donna e obbligati a danzare a feste e festini prima di essere usati sessualmente. In un Paese che non solo condanna ma punisce l’omosessualità fra adulti “uomini che sodomizzano ragazzini non sono considerati omosessuali o pedofili. Non è un fenomeno ristretto all’Afghanistan: la pederastia omosessuale è comune nel vicino Pakistan”. E conclude: “Mi chiedo come possono i musulmani restare silenziosi davanti all’abuso sessuale dei bambini”.