martedì 19 novembre 2013

Il matrimonio non è più quello di una volta

matrimonicivili
Come negli anni scorsi, continua il trend che vede l’affermarsi dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi, pur nel contesto di un generalizzato calo delle nozze. Lo rivela l’ultima indagine dell’Istat, fotografando una società italiana che anche sotto questo aspetto mostra il lento consolidarsi della secolarizzazione.
 
 
Dal 2011 si assiste a una lieve ripresa dei matrimoni rispetto al calo continuo verificatosi dal 1972, soprattutto a causa dei matrimoni in cui almeno un coniuge è straniero (ora circa il 15% del totale). Le unioni tra italiani e non sono circa il 68% di quelle che coinvolgono stranieri. Calano prime e seconde nozze, mentre aumenta l’età media della celebrazione: 34 anni per gli uomini e 31 per le donne. Come fa notare Rosaria Talarico su La Stampa, a ciò contribuisce la massiccia diffusione delle unioni di fatto: erano circa 500 mila nel 2007 e sono passate a più di un milione nel 2011.

Nel 2012 ci sono stati 122 mila matrimoni religiosi, con un calo di 33 mila negli ultimi 4 anni. Nel calo generale delle nozze, salgono di circa 5 mila quelle in municipio, che arrivano a toccare il 41% del totale. Il dato raggiunge il 53,4% al Nord e sfiora la metà al Centro, con il 49,4%. A spingere sono in particolare le unioni con e tra stranieri e le seconde nozze, ma aumentano anche le coppie che per le prime nozze scelgono il rito civile (sono ormai il 31,5%), sfatando così un luogo comune duro a morire, che a spsosarsi civilmente sono soprattutto divorziati.
 
Anche il quadro italiano sta cambiando e si modernizza, dunque, con l’affermazione delle nozze fuori dalla chiesa e di quelle con coniugi che arrivano da altri paesi, nonché delle coppie di fatto sia etero sia gay. Si aprono quindi nuove sfide, con un numero ormai non più trascurabile di famiglie che si unisce senza far più riferimento alla dottrina cattolica, in una società e in un contesto politico che invece scontano una sudditanza nei confronti della Chiesa. Una contraddizione che rischia di amplificare ancora più i suoi effetti negli anni a venire, con la nascita e l’educazione di un numero crescente di bambini in contesti non cattolici. Problemi che, peraltro, saranno a cascata riversati sulle scuole, dove spesso la laicità viene messa alla porta. Dovrebbe dunque risultare evidente a tutti come l’inazione politica di fronte a una società già profondamente cambiata non è più in alcun modo giustificata.