Diversamente dai narcos, che hanno decretato una tregua alle violenze in segno di rispetto per il Papa, buona parte della società civile ha approfittato della visita del Papa per regolare i conti con la Chiesa.
BASTA PERSECUZIONI - “Per duemila anni la chiesa cattolica ci ha perseguitato, ucciso, multato e criminalizzato… Siamo stanchi di monache e preti e di tutte le chiese che agiscono contro i diritti umani e la parola di Gesù“. Così, nella Piazza dell’Indipendenza, ha gridato a un megafono un’attivista dei movimenti di gay e lesbiche che si sono riuniti per manifestare la loro rabbia contro la chiesa e il papato.
IL CORPO E’ MIO - È l’ipocrisia il peccato ecclesiastico più denunciato: “Accusano le donne che ricorrono all’aborto, ma tollerano i preti che stuprano e commettono atti di pedofilia. Sono ipocriti. Io sono del tutto contraria a che altri decidano cosa posso fare con il mio corpo, siamo qui per sostenere il nostri diritto a decidere“. Paradossalmente proprio nel distretto federale di Mexico City sono riconosciute le unioni omosessuali e l’aborto si può ottenere a semplice richiesta, un pugno nello stomaco per la chiesa messicana.
AMERICA E CATTOLICESIMO - Sono molti i paesi dell’America Latina nei quali l’aborto è ancora un problema, ma in tutti la chiesa si batte per la sua riduzione, quando non può sostenerne la messa fuori legge. Allo stesso modo succede per quei paesi dell’area nei quali ci sono leggi che criminalizzano l’omosessualità, nei quali la chiesa è sempre allineata al fronte di quanti le vogliono mantenere, su tutti le chiese evangeliche, che con i cattolici hanno ingaggiato da tempo una corsa al ribasso e all’estremismo intollerante.
MACHISMO STORICO - Il machismo latino-americano è in fondo un lascito dell’etica cattolica, perché l’esempio di come il popolo di Dio tratta la donna è stato gentilmente fornito dai gentilissimi colonizzatori cristiani e sancito da un clero sempre incline a sposare visioni reazionarie e a tratti medioevali dei rapporti tra i sessi.
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