C’era da aspettarselo che il caso Maciel riesplodesse in concomitanza col viaggio di Benedetto XVI in Messico dal 23 al 26 marzo. Marcial Maciel, messicano, il diabolico fondatore dei Legionari di Cristo, fu indagato e condannato in via amministrativa, tra la fine del 2004 e il 2006, per diretta volontà di Joseph Ratzinger, prima cardinale e poi papa, Ma ora una delle vittime, che è stato anche uno dei primi a sporgere denuncia, José Barba Martín, accusa proprio Ratzinger di aver a lungo “coperto” le malefatte di quell’uomo.
Lo fa con un “manifesto” reso pubblico il 21 marzo, due giorni prima della partenza del papa per il Messico. E rilancerà l’accusa sabato 24 marzo, a León, la città in cui Benedetto XVI sosterà, presentando un libro con 212 documenti sul caso, dal titolo: “La volontà di non sapere”.
Barba accusa Ratzinger di aver avuto in consegna le denunce contro Maciel il 17 ottobre del 1998, ma di non aver dato corso ad alcun processo canonico. E poi lo accusa di aver favorito Maciel nel 2001, introducendo dei termini di prescrizione che lo rendevano improcessabile.
La prima accusa non è nuova. Ma all’epoca Maciel godeva quasi universalmente di una buona fama, non soltanto in Vaticano ma anche nei circoli laici di tutto il mondo, che indusse a non credere alla fondatezza delle denunce, le quali inoltre si riferivano a fatti lontani nel tempo, non più perseguibili in un processo civile.
La seconda accusa, invece, è frutto di un grave fraintendimento. Nel 2001 i termini di prescrizione canonici per i delitti di cui Maciel era accusato furono prolungati, non ristretti. E ancora di più lo furono in seguito. Non solo. Nel caso di Maciel fu seguita una procedura amministrativa, che consente di agire con meno vincoli rispetto a quelli di un processo canonico.
Qui di seguito sono riportati per intero, in spagnolo, il “manifesto” di José Barba e la replica di un esperto in diritto canonico che ne confuta l’assunto.
Resta aperto l’interrogativo se Benedetto XVI, come ha già fatto in altri paesi, incontrerà anche in Messico delle vittime di abusi sessuali.
Padre Lombardi, nel presentare il viaggio alla stampa, ha detto che un incontro del genere non è stato richiesto e non è previsto nel programma.
Ma anche nei precedenti casi gli incontri avvennero fuori programma.
José Barba ha detto di non aver fatto alcuna richiesta del genere.
Ma un altro degli accusatori di Maciel della prima ora, Juan José Vaca, ha detto di aver inoltrato al nunzio apostolico in Messico, Christophe Pierre, la richiesta di incontrare il papa.
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