mercoledì 14 marzo 2012

“La gente non deve espiare, il clero sì”

Marie Collins, portavoce delle vittime di abusi di preti, si scaglia contro la richiesta dei vescovi irlandesi di pregare per i peccati dei sacerdoti pedofili. “E’ un insulto”.



«E’ un insulto». A criticare duramente la richiesta rivolta dai vescovi d’Irlanda ai fedeli di pregare per fare ammenda dei peccati commessi dai sacerdoti pedofili è Marie Collins, l’unica vittima intervenuta al simposio internazionale organizzato alla Pontificia Università Gregoriana dal 6 al 9 febbraio sul tema degli abusi sessuali del clero. Adesso, come portavoce delle vittime irlandesi, leva la voce contro i vescovi d'Irlanda: «Devono essere loro a fare ammenda e non i parrocchiani». I presuli avrebbero mancato di mostrare umiltà nello scandalo-pedofilia che ha travolto la chiesa irlandese.


Intanto, all’indomani della visita apostolica voluta da Benedetto XVI per affrontare adeguatamente lo scandalo pedofilia che aveva coinvolto e costretto alle dimissioni quasi la metà dei vescovi del Paese, la Conferenza Episcopale Irlandese ha individuato come priorità quella di «tutelare le nuove generazioni». È questo, infatti, l’impegno dei vescovi d’Irlanda assunto (sulla falsariga di quanto sta facendo la Chiesa Statunitense, dalla quale non a caso sono arrivati i visitatori apostolici cardinali Sean O’Malley e Timothy Dolan) nell’ultima assemblea plenaria. In proposito un comunicato sottolinea «l’ampia portata del lavoro intrapreso dal Consiglio nazionale per la tutela dei bambini». Nel documento si puntualizza che i due responsabili del Consiglio, il presidente John Morgan e la direttrice dei programmi di salvaguardia Teresa Devlin, operano in sintonia sia con i vescovi sia con i superiori delle congregazioni religiose. Secondo i piani predisposti dall’organismo, entro la metà della prossima estate verrà completato il processo di revisione delle norme per la sicurezza dei fanciulli nell’ambito delle strutture affidate ai religiosi.


Un altro tema trattato riguarda lo sforzo organizzativo per preparare il 50esimo Congresso Eucaristico internazionale che si terrà nel Paese dal 10 al 17 giugno. Arriveranno delegazioni provenienti da 95 Paesi con numerose presenze dal Canada che ha ospitato, nel 2008, l’avvenimento.


La Conferenza episcopale irlandese ha rivolto un appello ai fedeli di «pregare intensamente in segno di riparazione per il peccato degli abusi che hanno creato così grave danno». Ma Marie Collins ribatte che «la gente non ha bisogno di espiare». Le vittime dei preti pedofili, aggiunge, «vogliono vedere i vescovi porre rimedio ed espiare, mortificandosi in qualche modo». Quindi, «costituisce un insulto pensare che i vescovi si attendano che a far ammenda sia la gente», le persone normali «stanno aspettando di vederli far qualcosa».


Un altro portavoce delle vittime degli abusi sessuali del clero, Andrew Madden considera sconvolgente che gli esponenti delle gerarchie ecclesiastiche coinvolti nell’ insabbiamento dei casi di pedofilia non sentano come un dovere morale dimettersi dalle loro cariche. E puntualizza: «Non credo che questi vescovi abbiano la credibilità per rivolgersi alle vittime di abusi né per parlare di protezione dell’infanzia». Anche Maeve Lewis, del gruppo di supporto «One in Four» accusa la conferenza episcopale irlandese di non garantire adeguatamente che le vittime degli abusi sessuali del clero vengano risarcite.


La «tolleranza zero» imposta da Benedetto XVI è scesa come una mannaia su settori dell’episcopato che per anni avevano «insabbiato» i casi di abusi sui minori e coperto i preti pedofili. La scorsa estate era uscita la notizia clamorosa secondo la quale Benedetto XVI sarebbe stato in procinto di far dimettere tutti vescovi irlandesi per ricostruire da zero una chiesa senza più credibilità. La cosa non è avvenuta ma il fatto che parecchie diocesi siano ancora senza il nuovo vescovo dice che la discontinuità con il passato è nei fatti.


A spiegare quale siano le cause del gravissimo fenomeno e l’orientamento della Santa Sede sulle violenze sessuali del clero è stato recentemente l’Osservatore Romano. Riferendosi alla quantità dei casi di abuso di minori da parte di religiosi, il quotidiano vaticano sottolinea che «la maggior parte degli episodi è avvenuta alcuni decenni fa». In quel periodo, aggiunge l’Osservatore Romano, riferendosi in particolare agli anni Sessanta e Settanta, «le influenze sociali aggravarono lo stato di vulnerabilità di alcuni sacerdoti, la cui preparazione era inadeguata per una vita da spendere nel rispetto del voto di celibato». Quei candidati al sacerdozio che più tardi sono diventati autori di abusi «certamente non potevano essere precocemente individuati per mezzo di test psicologici né con l’esame del loro sviluppo culturale né con l’analisi delle loro esperienze vocazionali». Invece, «la crescita del livello di formazione umana avvenuto nel corso degli anni successivi nell’ambito dei seminari, per rendere i giovani sempre più consapevoli dell’autenticità della loro vocazione al sacerdozio, è stata la principale causa dell’attuale decremento del numero di abusi sessuali verso i minori da parte di religiosi».

La Chiesa irlandese è ancora attraversata da scandali spesso affrontati in maniera tardiva e inadeguata dalle gerarchie ecclesiastiche nazionali. Lo scorso ottobre il governo irlandese ha ringraziato il Vaticano per la sua risposta al Rapporto Cloyne, pur mantenendo le critiche alla lettera del 1997 in cui la Santa Sede «dava un pretesto ai sacerdoti per coprire le accuse di abusi sessuali». Il Rapporto Cloyne (400 pagine di documenti sconvolgenti) è stato pubblicato lo scorso luglio. Vi si afferma, tra l’altro, che monsignor John Magee, già segretario di tre papi e poi vescovo in patria (ha presentato la sua rinuncia nel 2010) ignorò le direttrici per la protezione dei bambini del 1996, stabilite dalla conferenza episcopale d’Irlanda, e non denunciò alla polizia almeno 9 dei 15 casi di abusi sessuali verificatisi in quel periodo (GIACOMO GALEAZZI - CITTÀ DEL VATICANO).

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/irlanda-ireland-pedofilia-pedophilia-13475/

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