L’incontro di Oxford tra l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e il biologo Richard Dawkins, ormai noto come il più famoso ateo del pianeta, ha suscitato interesse in tutto il mondo, ma ha anche dato origine alla notizia di una sua presunta conversione all’agnosticismo. Tutto questo perché, nel corso del dibattito, Dawkins ha sostenuto di non essere sicuro dell’inesistenza di Dio, ma di fermarsi a 6,9 su una scala da 1 a 7.
Tanto è bastato per far sostenere a Lorenzo Fazzini, su Avvenire, che Dawkins ha affermato “di non considerarsi un ateo bensì un agnostico”, rovesciando dunque “la sua prospettiva di stretto negatore di Dio”. Secondo Fazzini “la notizia è succosa”. Tanto che Avvenire ha titolato: Dawkins ci ripensa.
In realtà Dawkins non ha fatto altro che ripetere quanto scritto nel suo libro L’illusione di Dio, che Fazzini non ha evidentemente letto. A pagina 57 dell’edizione Mondadori 2007 del libro (tra l’altro, presente nella biblioteca della nostra associazione) Dawkins propone una scala graduale, composta da 7 posizioni esistenziali basate sulla probabilità dell’esistenza di Dio. Si va dal 100% del “convinto teista” come Carl Gustav Jung, fino ad una probabilità “pari a zero” per “l’ateo convinto”. E nella pagina successiva l’autore afferma chiaramente: “io mi pongo nella categoria 6, ma inclino verso la 7: sono agnostico riguardo a Dio come lo sono riguardo all’esistenza delle fate in un angolo di giardino”. La posizione 6 è così proposta da Dawkins: “probabilità bassissime, ma superiori a zero. Ateo de facto. ‘Non posso saperlo con sicurezza, ma ritengo molto improbabile che Dio esista e vivo la mia vita dando per scontato che non esista’”.
Ancora una volta opinionisti cattolici (o “laici ma non laicisti”), ignorando le fonti e i dati di fatto, si lanciano in polemiche giornalistiche con lo scopo di attaccare maldestramente la non credenza e il laicismo.
http://www.uaar.it/news/2012/03/01/avvenire-dawkins-ci-ripensa-ma-una-bufala/
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