venerdì 30 marzo 2012

E il Vaticano scomunica quattro sedicenti “vescovi greci-cattolici”

In Ucraina quattro monaci si autoproclamano pastori provocando divisione e sconcerto tra i fedeli. Tra violenze e trame oscure



alessandro speciale

roma


La questione sembrava già chiusa nel 2008 ma loro – i quattro sedicenti vescovi greco-cattolici del cosiddetto “gruppo di Pidhirtsti” - non si sono arresi e hanno continuato imperterriti per la loro strada, tanto che, con un gesto tutt'altro che consueto, è stata costretta a intervenire con una nota pubblica direttamente la Congregazione vaticana per la dottrina della fede.


La vicenda si svolge in Ucraina e ha per protagonisti quattro ex-monaci dell'ordine di San Basilio, membri della Chiesa greco-cattolica (di rito ortodosso ma in comunione con Roma). I quattro - Eliáš A. Dohnal, Markian V. Hitiuk, Metodèj R. Špirik e Robert Oberhauser –, tutti di nazionalità ceca con l'eccezione di Hitiuk, fino al 2004 appartenevano alla delegazione dell'ordine basiliano in Repubblica Ceca.


Alla chiusura di questa, rientrano in Ucraina e si stabiliscono nel villaggio di Pidhirci, vicino Leopoli, nella parte occidentale dell'Ucraina, e da lì cominciano la loro attività: si autoproclamano vescovi della Chiesa greco-cattolica, provano ad occupare con la violenza chiese, organizzano 'veglie' intimidatorie contro i vescovi che non danno loro mano libera, arrivando fino alle violenze fisiche vere e proprie. Non hanno molti seguaci, ma quei pochi sono decisi e ben organizzati.


E soprattutto, non sembra che manchino loro né gli appoggi ufficiali né i soldi. In più occasioni hanno comprato le ex-chiese convertite in magazzini o negozi durante il regime sovietico e hanno cominciato a “restaurarle” - senza naturalmente l'autorizzazione dei legittimi proprietari, che da anni mandavano avanti la causa per vedersi restituire la loro chiesa da parte del governo di Kiev.


Sulla questione viene sollevato anche un retroscena inquietante: i “quattro” sarebbero parte di un piano per spaccare la Chiesa greco-cattolica organizzato dal Patriarcato ortodosso di Mosca. La Chiesa ucraina ortodossa fedele al papa, infatti, è da tempo uno delle principali cause di contrasto tra il Vaticano e Mosca, e il suo 'successo' non è ben visto nella terza Roma.


La questione, come detto, sembrava chiusa nel 2008, quando il tribunale della Chiesa greco-cattolica, in due gradi di giudizio, emetteva una sentenza di scomunica nei confronti dei quattro – sentenza confermata nell'ottobre di quell'anno dal tribunale vaticano della Segnatura Apostolica.


I “quattro di Pidhirci”, però, non si sono dati per vinti. Hanno continuato nelle loro provocazioni e hanno anche cercato di registrarsi presso le autorità civili ucraine con il nome di "Chiesa Ortodossa Greco-Cattolica Ucraina".


Per usare il linguaggio della nota odierna della Congregazione per la dottrina della fede, con “il loro comportamento contumace continuano a sfidare l'autorità ecclesiastica, danneggiando moralmente e spiritualmente non solo l'Ordine Basiliano di San Giosafat e la Chiesa greco-cattolica ucraina, ma anche questa Sede Apostolica e l'intera Chiesa Cattolica”.


Tutto questo, “provoca divisione e sconcerto tra i fedeli”, nonostante “esponenti a vari livelli della Chiesa sin dall'inizio di questa sofferta vicenda”, precisa l'ex-Sant'Ufficio, abbiano “invano cercato di dissuaderli dal proseguire in comportamenti che possono tra l'altro trarre in inganno i fedeli – cosa avvenuta per un certo numero di essi”.


La Santa Sede, prosegue il comunicato, “aveva sperato in un pentimento e in un successivo conseguente ritorno dei suddetti chierici alla piena comunione con la Chiesa Cattolica”. Ma invano.


Quindi, per “salvaguardare” il “bene comune della Chiesa e la 'salute delle anime' – e atteso che i sedicenti 'vescovi' di Pidhirci non danno segno alcuno di ravvedimento, ma continuano a creare confusione e scompiglio nella comunità dei fedeli, in particolare calunniando gli Esponenti della Santa Sede e della Chiesa locale ed affermando che la Suprema Autorità della Chiesa è in possesso di una documentazione che comproverebbe la piena validità della loro ordinazione episcopale”, la Congregazione ha deciso di chiarire la situazione una volta per tutte.


“Dissociandosi totalmente dall'operato dei menzionati sedicenti 'vescovi' e dalle loro sopraccitate false dichiarazioni”, il dicastero vaticano dichiara infatti formalmente “di non riconoscere la validità delle loro ordinazioni episcopali e di tutte quelle ordinazioni che da esse sono derivate o deriveranno”.


“Si rende noto, inoltre, - chiarisce inoltre la nota ufficiale – che lo stato canonico dei quattro menzionati sedicenti ‘vescovi’ è quello di scomunicati”, secondo il Codice Canonico delle Chiese Orientali, e che “la denominazione ‘cattolica’ usata da gruppi non riconosciuti dalla competente autorità ecclesiastica è da considerarsi illegittima ed abusiva”.


I fedeli, conclude la Congregazione vaticana, “sono, pertanto, tenuti a non aderire al suddetto gruppo in quanto esso è, ad ogni effetto canonico, fuori della comunione ecclesiastica e sono invitati a pregare per i membri dello stesso gruppo affinché possano ravvedersi e tornare alla piena comunione con la Chiesa cattolica”.


Fin qui il Vaticano. Difficile immaginare che i “quattro”, però, si fermeranno.


http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ucraina-ukraine-ucrania-13949/

immagine: web