giovedì 5 settembre 2013

Archivio Gotti Tedeschi: la Chiesa cattolica non fa politica, governa

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L’influenza della Chiesa sulla politica, sebbene negata da molti e per forza di cose non ostentata, si gioca molto nei rapporti riservati tra alti rappresentanti delle istituzioni e gerarchie ecclesiastiche. Un andazzo che ha sempre accompagnato la politica italiana e che non poteva mancare durante il governo “clerical-tecnico” di Mario Monti. Ma che prosegue tuttora, in punta di piedi e con atti mirati, apparentemente dettagli: basti pensare alla decisione del governo di “larghe intese” di Enrico Letta per esentare dalla service tax anche la Chiesa.
 

"attivismo per salvare i privilegi fiscali della Chiesa su immobili e tassazione"
 
 
Quasi due anni fa le carte segrete pubblicate da Gianluigi Nuzzi e raccolte nel libro Sua Santità avevano messo in evidenza i rapporti privilegiati tra istituzioni italiane e Vaticano e l’influenza della Chiesa sulla politica. Come la cena tra Benedetto XVI e il presidente Giorgio Napolitano in cui il papa ricordava la necessità di difendere la famiglia tradizionale contro aperture alle coppie di fatto (era il tempo della proposta Didore di Brunetta e Rotondi) e l’opposizione a leggi sul fine-vita e l’eutanasia. Ma non c’era solo ostruzionismo contro i diritti verso le coppie di fatto, quelle gay e riforme laiche: anche attivismo per salvare i privilegi fiscali della Chiesa su immobili e tassazione, in particolare con gli incontri tra l’ex ministro Tremonti e l’ex presidente Ior Ettore Gotti Tedeschi. Non poteva mancare qualche abboccamento tra l’ex ministro Passera e Gotti Tedeschi sul crac dell’ospedale San Raffaele.
 
Tra lotte di potere interne al Vaticano, i gravi problemi di trasparenza dello Ior e la diffusione incontrollata di vatileaks, già Gotti Tedeschi era stato silurato. Ora, con il nuovo corso di papa Francesco volto a recuperare credibilità, l’ultimo a farne le spese è stato l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone, di cui Pietro Parolin ha preso il posto. Il cardinale Bertone, recentemente, si è lasciato andare in amare considerazioni parlando di accuse da “un intreccio di corvi e vipere” che però non devono offuscare un “bilancio positivo” dei suoi sette anni come segretario.
 
Proprio lo sterminato archivio di Gotti Tedeschi, già noto dopo le perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta Finmeccanica, rende di nuovo lampante un’ampia rete di ambigui e sconvenienti rapporti tra politici e Vaticano, tra parlamentari, banchieri, ministri, cardinali, con un pesante condizionamento da parte della Chiesa persino sulla stesura delle norme. Con altre interessanti rivelazioni, pubblicate oggi.

Durante la discussione del ddl Calabrò nel febbraio 2011, il viceministro Alfredo Mantovano (Pdl) si rivolge a Gotti Tedeschi perché “sulla questione del testamento biologico vi è necessità che dalla Cei vi sia qualche segnale”. L’intenzione è sottoporre una nota per chiedere a Bagnasco indicazioni sulla modifica di alcune disposizioni sul fine-vita, evidenziate in grassetto all’attenzione del cardinale, anche per spegnere i contrasti interni al Pdl. Mantovano scrive preoccupato all’”eminenza reverendissima” che “il testo sul testamento biologico approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera ha subito incisivi cambiamenti in pejus”, esprimendo il timore che diventi una “legge sostanzialmente eutanasica”. Il viceministro racconta di aver già fatto presente le modifiche al suo capogruppo alla Camera ma “mi è stato detto però che quelle modifiche sono state concordate con soggetto autorevole delegato dalla Conferenza Episcopale e che, poiché le ragioni per le quali si sta provando ad approvare la legge è di venire incontro alle esigenze del mondo cattolico italiano, è strano che io critichi le modifiche stesse, quasi a voler essere pretestuosamente ‘più papista del Papa’”.
 
"Tremonti è segnalato come “suggeritore” delle proposte fatte al Vaticano"

Non manca una trafila simile anche per garantire un’esenzione privilegiata dell’Ici agli immobili commerciali della Chiesa cattolica. Una nota riservata inviata nell’ottobre del 2011 da Gotti Tedeschi a Benedetto XVI e a Bertone rassicura sull’aiuto fornito dall’allora ministro Giulio Tremonti. Proprio Tremonti è segnalato come “suggeritore” delle proposte fatte al Vaticano sulla modifica della norma, per evitare la condanna dell’Italia su procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Le “strade percorribili” proposte sono tre: “1) abolire le agevolazioni Ici (Tremonti non lo farà mai); 2) Difendere la normativa passata e calcolare l’aiuto di Stato dato (non è sostenibile); 3) Modificare la vecchia norma contestata dalla Commissione Europea, con una nuova norma che definisca una categoria per gli edifici religiosi e crei un criterio di classificazione della natura commerciale”, in modo da far “decadere le richieste pregresse”. “Il tempo è limitato. Ci viene suggerito di accelerare un tavolo di discussione”, spiega l’ex presidente Ior, aggiungendo che “l’interlocutore” presso il ministero è Enrico Martino, non a caso nipote dell’influente cardinale Raffaele Martino.
 
"favorire rapporti e nomine, oliare ingranaggi, garantire coperture, approvare leggi"

Emerge come il Vaticano abbia un’estese rete di ”interlocutori” nei posti chiave delle istituzioni, con i quali si accorda per portare le istanze della Chiesa nel cuore della politica, favorire rapporti e nomine, oliare ingranaggi, garantire coperture, approvare leggi. Ma non solo: a marzo si chiede a Bertone di favorire la nomina di Lorenza Lei quale direttore generale della Rai perché ci sono “ostacoli”. Per due ragioni, chiosa l’ex presidente Ior: “la dottoressa Lei avrebbe sussurrato di aver ricevuto assicurazioni che il cardinal Bertone ha ricevuto assicurazioni da Berlusconi sulla sua nomina e questo avrebbe provocato una certa opposizione interna ed esterna” e inoltre ci sarebbe la contrarietà della Lega Nord. A settembre sollecita Corrado Passera, allora in Banca Intesa e solo due mesi dopo ministro dello Sviluppo economico, sul crac del San Raffaele. La banca ha infatti sospeso gli affidamenti all’ospedale di don Luigi Verzè ormai in fallimento ma Passera rassicura: “Tu sai quanto ci teniamo al rilancio del San Raffaele”. Gotti Tedeschi, con email del dicembre 2011, raccomanda ad Angelino Alfano di appoggiare il governo Monti.
 
Le ennesime rivelazioni ci danno un quadro sconfortante delle istituzioni italiane, ormai assuefatte all’abitudine del clericalismo. La Chiesa cattolica non fa politica, si dice. Infatti si limita direttamente a governare e scrivere le leggi, come è d’uso nei paesi a pensiero unico. Persino ben oltre il Concordato, che già le garantisce enormi privilegi ma che evidentemente non le basta: una ragione in più per abolirlo come chiediamo da tempo, essendo superato dalla prassi dalle public relations del clericalismo interministeriale. Cambiano i governi, cambiano i pontefici ma il business continua as usual. E sotto l’ombra del “papa povero” gli affari inconfessabili si possono concludere ancora meglio.