Tra le rovine dell’ antico Egitto possiamo trovare le prove dell’ esistenza di un salvatore barbuto e capellone, la cui ressurrezione, influenzò le successive generazioni di credenti riguardo la vita dopo la morte. Veniva chiamato “Pastore”, “Re dei Re” e “Signore dei signori”, e fu raffigurato nell’ arte, per migliaia di anni, con un ankh a simboleggiare la vita eterna. Il primo re d’ Egitto, nel mito, rappresenta una “Fenice” che appare in Oriente per annunciare l’ inizio di ogni nuova epoca. Come giudice dei morti nel Giorno del Giudizio, posizione più tardi assunta anche da Gesù, fece rispettare la legge sacra.
Ogni Faraone è vestito a sua immagine (un pastore barbuto con i capelli lunghi, identico a Cristo), mentre è seduto sul suo trono. I defunti venivano sepolti in maniera simile al “salvatore” per ottenere l’immortalità. Che questa figura antica e molto somigliante a Cristo sia la chiave per comprendere il futuro del mondo?
La misteriosa “prima venuta” di Cristo in Egitto. Come Gesù, il più antico dio “Osiride” (Asar) fu un pastore barbuto con i capelli lunghi il quale portava una croce che simboleggiava la vita dopo la morte.
Per migliaia di anni, prima del cristianesimo, gli antichi Egizi trasformarono i cadaveri, dei loro amanti defunti, nell’immagine di un pastore barbuto con i capelli lunghi, la stessa immagine che noi associamo a Cristo. Il motivo per cui lo fecero, secondo gli egittologi, è per poterlo “seguire” nella sua ressurrezione dalla morte!
Il nome di questo salvatore egiziano, fu Asar (“Osiride” in greco). Gli studiosi e gli egittologi non si sono ancora resi conto però dell’estensione e delle ramificazioni dei suoi paralleli, che in un ultima istanza condussero alla figura di Gesù.
Basta guardare le immagini qui sotto, si notano distintamente le caratteristiche “cristiche” scolpite nei sarcofaghi di Tutankhamon e di Psusennes, due faraoni ben noti. Entrambe le bare mostrano la stessa immagine, vale a dire un pastore barbuto con i capelli lunghi, che verrà attribuità in futuro anche a Cristo!
Sopra: Sarcofaghi antropomorfi egiziani, formati dal copricapo (capelli lunghi), la barba intrecciata (la barba) e il bastone da pastore.
Il copricapo egiziano (chiamato Nemes) simboleggiò chiaramente i capelli lunghi, i quali venivano legati a coda di cavallo nella parte posteriore della testa:
La barba sul mento ricorda la barba di Cristo. La maggior parte delle foto ritraggono Cristo con la barba.
Nei sarcofaghi egiziani era presente anche un bastone da pastore, tenuto nella mano sinistra, il quale divenne un simbolo cristiano. Gesù stesso si definì il “buon pastore” del gregge umano, e i suoi ritratti lo mostrano con il bastone da pastore.
La staffa del pastore, migliaia di anni prima, veniva raffigurata nelle mani di Osiride. In letteratura i suoi epiteti Sa e Asar-Sa vogliono dire “pastore” e “Osiride il pastore.”
Va inoltre notato che Cristo viene descritto nei Vangeli, in possesso di un flagello con cui sgombrerò il tempio dai mercanti. In Egitto, il flagello veniva tenuto nella mano destra, così da formare una croce all’altezza del petto:
LA RELIGIONE DELLA RESURREZIONE
E.A. Wallis Budge (1857 – 1934), uno dei più famosi egittologi del mondo, disse:
“La figura centrale della religione egizia era Osiride, ed i fondamenti principali del suo culto erano la fede nella sua divinità, nella morte, risurrezione, e nel controllo assoluto dei destini dei corpi e delle anime degli uomini. Il punto centrale di ogni religione osiriana fu la speranza nella resurrezione in un corpo trasformato e nell’immortalità “.
-E.A. Wallis Budge, Osiride e la Resurrezione egiziana
All’inizio della storia egiziana era usanza religiosa seppellire i faraoni morti ad immagine di Osiride. In seguito anche alle masse delle classi inferiori venne concessa questa possibilità.
Henri Frankfort, ex professore di antichità preclassica presso l’Università di Londra, spiegò:
“Potrebbe essere bene sottolineare che l’identificazione dei morti con Osiride era un mezzo per raggiungere un fine, cioè, la resurrezione nell’Aldilà“.
-Henri Frankfort, Regalità e Dei
È interessante notare che il nome di “Osiride” (Ausar) nei geroglifici contiene la sagoma di un uomo barbuto con i capelli lunghi, la stessa immagine incisa sui sarcofaghi antropomorfi!
Qual è il significato di questo affascinante enigma? Guardando a questa antica usanza funeraria egizia attraverso occhi moderni sembra quasi come se Osiride rappresentasse la “prima venuta” di Cristo sulla Terra. Gli egiziani furono chiaramente i primi cristiani, nel senso che credevano nella “vita” dopo la morte, seguendo le orme del loro Salvatore risorto.
Incredibilmente, questa “vita” dopo la morte veniva espressa dalla croce ankh, un altro simbolo che ha una significativa controparte nel cristianesimo!
LA CROCE DELLA VITA
L’ankh fu l’emblema più venerato e prolifico dell’antico Egitto. Venne scolpito sulle tombe e nei templi, e lo si può trovar raffiguato nelle mani di dèi, re, sacerdoti, visir e cittadini comuni. Nessuno conosce le sue origini. Il suo significato di “vita” dopo la morte è sorprendentemente simile al significato della croce di Cristo, anch’essa simbolo di vita dopo la morte.
Va fatto notare che i simbolisti vedono nell’ankh la sagoma di un uomo crocifisso: il cerchio rappresenta la sua testa, la linea orizzontale le due braccia, e la linea verticale le gambe inchiodate una sopra l’altra.
IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Dopo la sua resurrezione, Osiride divenne giudice delle anime dei morti. In questa posizione ebbe il potere di concedere la vita in cielo a coloro che si erano comportati rettamente sulla terra.
Wallis Budge spiegò:
“La convinzione che Osiride sia il giudice imparziale delle azioni e delle parole degli uomini, che premia i giusti, e punisce i malvagi, che regna su un cielo formato da esseri senza peccato e che possiede questi poteri, in quanto visse morì e resuscito dai morti, è antica quanto la civiltà dinastica egiziana … “
-Wallis Budge, Osiride e la Resurrezione egiziana
Il Giorno del Giudizio è un caposaldo fondamentale della religione cristiana. Le anime dei defunti si presenteranno davanti al tribunale di Cristo. Coloro che avranno seguito i suoi insegnamenti durante la loro vita saranno considerati dei giusti ed ammessi in cielo.
Le raffigurazioni di Cristo e di Osiride come giudici sono molto simili. Nel Giudizio Universale di Michelangelo ci sono molti aspetti comuni alle raffigurazioni tombali o ai papiri dell’antico egitto.
Nella cerimonia egiziana il cuore del defunto, simbolo della sua virtù, del carattere morale, e delle opere terrene, veniva posto sul piatto di una bilancia confrontandolo con una penna la quale rappresentava Maat, la legge divina. Se la bilancia restava in equilibrio, al defunto era concesso andare nel duat.
Come giudice, Osiride venne raffigurato in posizione seduta, una postura che può essere messa in correlazione con le descrizioni del nuovo testamento del trono del giorno del giudizio di Cristo.
Gli studiosi cristiani hanno semplicemente “preso in prestito” le immagini e i simboli di Osiride dalla religione egizia? Oppure queste prove rivelano una profonda e finora sconosciuto “fenomeno messianico” che influenzò il corso della civiltà umana? Riscoprendo le somiglianze comuni tra le religioni egiziane e cristiana stiamo, in realtà, riscoprendo i progetti sacri di un’antica tradizione messianica che cercò di accellerare lo sviluppo culturale e spirituale dell’uomo fin dall’inizio della storia?
FATTI CONTRO LEGGENDE
Nessuno conosce l’origine della storia di Osiride. Le prime testimonianze scritte di Osiride giunsero fino a noi da fonti esterne all’Egitto come gli antichi storici Diodoro Siculo (1 ° secolo aC), Erodoto (5 ° secolo aC), e Plutarco (1 ° secolo. dC). Questi scrittori classici descrivono Osiride come un re semi-divino che abolì il cannibalismo, insegnò agli uomini e alle donne a vivere secondo la legge di Maat, migliorato la moralità, e, colmo d’amore per l’umanità, iniziò una missione che lo portò in giro per il mondo a portare i benefici della civiltà ad altre culture. Il loro commento continua con descrizioni mitologiche dell’assassinio di Osiride da parte del fratello geloso, di nome Seth, la sua rinascita, compiuta grazie alla magia della sorella / moglie, Iside, e della sua seconda morte, causata ancora una volta da Seth, che smembrò il suo corpo, disperdendone i pezzi per tutto il Nilo. Dopo la totale distruzione di Osiride suo figlio, Horus, sconfisse Seth in una battaglia epocale vendicando in tal modo il padre ucciso.
Il mito di Osiride sembra svolgersi a metà tra il nostro mondo e ed un mondo incantato. Questo elemento di finzione fece credere a molti che si trattase di un personaggio finto. Le rovine dell’antico egitto, però, ci raccontano una storia totalmente diversa. La religione di Osiride scatenò un “rinascimento” tra gli antichi abitanti del Nilo i cui effetti incisero su ogni aspetto della loro società primitiva. Instillò in loro un alto codice morale, il senso del bene e del male, e l’inclinazione verso l’amore fraterno.
Favorì inoltre una filosofia molto avanzata. Gli adoratori di Osiride realizzarono che il corpo umano non era né perfetto né permanente. Erano anche convinti che la morte non fosse la fine del loro essere. C’era un elemento spirituale eterno, dentro di loro, che sarebbe asceso e risorto – dal corpo fisico ad un mondo spirituale superiore, purché il loro comportamento fosse in conformità con la legge divina (Maat). Di conseguenza, non divennero mai troppo legati alle cose di questo mondo. Questa è precisamente la stessa filosofia espressa nella vera religione cristiana ( non la versione della Chiesa).
OSIRIDE LA FENICE
Gli egiziani paragonarono lo spirito di Osiride ad un uccello celeste, proprio come il cristianesimo ritrae l’anima di Gesù come una colomba bianca e lucente. Gli egiziani chiamarono l’uccello Benu, i Greci lo chiamarono Fenice. Secondo la leggenda questa magnifica creatura appare miracolosamente nei cieli dell’oriente durante date fisse nella storia per annunciare l’inizio di una nuova età del mondo. Quando appare, l’uccello prende misteriosamente fuoco venendo consumato dal fuoco e dalle ceneri. Tuttavia, sorge trionfante dalla morte rinnovato e ringiovanito.
Gli studiosi ritengono all’unanimità che la fenice fosse un simbolo di Osiride. Il filologo tedesco Adolf Erman spiegò: “L’anima di Osiride … abita nel Benu, la fenice ….” 4 Un passaggio trovato nelle inscrizioni dei sarcofaghi sembra puntare verso questa teoria:
“Io sono la grande Fenice la quale è On. Chi è? E’ Osiride. Il supervisore di ciò che esiste. “.
—Egyptian Coffin Texts, R.O. Faulkner Translation
Gli attributi di Osiride come la fenice sono gli stessi associati al Messia cristiano. Sia la fenice che il Messia appaiono nei cieli a oriente (la stella di Betlemme che annunciò la nascita di Gesù si originò ad est). Entrambi resuscitano dalla morte. Entrambi incarnano il tema della vita dopo la morte attraverso la resurrezione. Entrambi annunciano l’inizio di nuove ere. (L’apparizione di Cristo ha avviato l’attuale età:. AC / DC) Infine, cosa forse più importante, entrambe vengono associate alla promessa di un ritorno del loro salvatore. (i cristiani stanno attualmente aspettando il ritorno di Cristo, cioè la sua seconda venuta ).
Qual è il significato celato dietro i paralleli tra la fenice e il Messia? Il mito della fenice racchiude in se la credenza di un Messiah, un salvatore, la cui vita, morte e risurrezione vennero appositamente progettate per accelerare lo sviluppo della cultura umana? Esiste una forte e ben protetta tradizione espressa enigmaticamente nel mito della Fenice? Una tradizione che è ora sul punto di essere riscoperta?
LA “PRIMA VOLTA” DI OSIRIDE
Gli egiziani associarono la prima apparizione della fenice con l’età dell’oro conosciuta come Zep Tepi, la “prima volta”. Erano profondamente convinti che le fondamenta della loro civiltà vennero gettate durante questa remota e gloriosa epoca. RT Rundle Clark, ex professore di Egittologia all’Università di Manchester, espresse la sua idea di “prima volta” nel mondo antico:
“Qualsiasi cosa la cui esistenza o autorità dovesse essere giustificata o spiegata veniva necessariamente riferita alla ‘Prima Volta’. Questo era vero per i fenomeni naturali, rituali, le insegne reali, i piani dei templi, le formule magiche o mediche, il sistema di scrittura geroglifica, il calendario – tutto ciò che potremo chiamare civilità … Ciò che era buono o efficace venne fondato sui principi stabiliti la “prima volta” – la quale era, dunque, un periodo d’oro di perfeziona assoluta… “—R. T. Rundle Clark, Myth and Symbol in Ancient Egypt
La prima volta sembra essere il periodo durante il quale regnò Osiride come re di tutto l’Egitto. Fu durante questo periodo che egli stabilì la legge (Maat) e fondò il culto di Ra, il Dio monoteista egiziano. Rundle Clark ha spiegato:
“Il regno di Osiride fu l’età dell’oro, un modello per le generazioni successive.”
-R. T. Rundle Clark, Myth and Symbol in Ancient Egypt
Maat e il monoteismo, stabiliti da Osiride, divennero la forza trainante della cultura egiziana per migliaia di anni.
Cosa significa esattamente la frase “la prima volta”? Potrebbe forse essere un riferimento arcano alla prima apparizione, la prima venuta del salvatore cristiano? C’era una forza messianica che guidò l’ascesa della cultura egizia?- La stessa forza messianica che inaugurò l’impero della cristianità? La “prima volta” fu un’epoca durante la quale venne istituita l’antica tradizione messianica? – Una tradizione volta a sviluppare la saggezza, la legge e le verità spirituali in diverse epoche storiche? Il salvatore è in procinto di tornare, ancora, per la terza e forse ultima volta?