Nel 2011 un uomo, dopo l’aborto della moglie, ha deciso di studiare e vivere ogni mese una religione diversa. “E’ stato un percorso di educazione alla tolleranza”
mauro pianta
roma
Una religione al mese. Per un anno. Non è l’ennesimo, stravagante, reality made in Usa. È la strada che ha imboccato Andrew Bowen, 29enne di Lumberton, North Carolina, per annegare il dolore immenso causato dall’aborto cui è stata costretta la moglie Heather.
«Nel 2009 – ha raccontato Andrew al Washington Post – mia moglie, dalla quale ho già avuto due figli, ha perso il bambino. Lei, dopo quell’episodio ha deciso di battezzarsi nella chiesa battista. Io, invece, con un passato da fondamentalista cristiano, ho cominciato a covare un odio profondo, ribollente, nei confronti di Dio».
È qui che nasce quello che Bowen ha chiamato il suo “progetto conversione”. «L’obiettivo – ha spiegato - non era riconquistare la fede in Dio, ma quella nell’umanità. Ho voluto iniziare un percorso di educazione alla tolleranza».
Il 2011 è dunque quello che Bowen definisce il suo anno «spiritualmente promiscuo». A gennaio è induista, a febbraio baha’i, a marzo zoroastriano. Aprile è il mese dedicato all’ebraismo, maggio al buddismo, giugno lo ha trascorso da agnostico. A luglio, invece, si è ritrovato mormone. Musulmano ad agosto, sikh a settembre, wiccan a ottobre, jain a novembre. E, infine, cattolico a dicembre.
Durante la prima settimana del mese Andrew si è concentrato sullo studio della dottrina e dei rituali della religione scelta. Nella seconda settimana toccava all’aspetto artistico e culturale, nella terza spazio ai temi sociali e ai conflitti. Gli ultimi sette giorni, prima di approdare a un nuovo culto, spettavano alla riflessione personale rispetto a ciò che era stato assimilato. E poi, ovvio, le visite in varie comunità. “Vaste programme” per dirla con De Gaulle.
Bowen, che naturalmente ha un blog e sta scrivendo un libro sulla sua esperienza, assicura che il buddismo gli ha insegnato l’arte del silenzio e come si lavano davvero i piatti, ai mormoni deve il prezioso insegnamento dell’umiltà. Le cerimonie cattoliche, invece, lo hanno scosso per la bellezza. «Se poi uno vive un mese da musulmano – ha aggiunto – è difficile che in futuro cada facilmente preda di alcuni immagini diffuse e stereotipate sull’Islam…». Diversi mesi li ha trascorsi a cercare i suoi mentori per ciascuna religione: professori, giornalisti, semplici credenti. Non tutto è filato liscio come l’olio: ore trascorse sui video di YouTube per capire come si legano i turbanti Sikh, l’ostilità della moglie infermiera e cultrice dell’igiene di fronte al mese del Gianismo e al suo divieto di fare il bagno, le librerie di casa che cominciavano a scoppiare di testi sacri.
Il risultato di questa abbuffata teologica? La moglie Heather giura che suo marito è più sereno. Ma oggi qual è la religione di Andrew Bowen? «Amo tutte le fedi, in ognuna vi è una scintilla dello spirito. Ma resto spiritualmente promiscuo».
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/stati-uniti-united-states-estados-unidos-14425/
immagine: web