Adel Imam, una delle stelle del cinema arabo, era stato accusato di blasfemia. E' stato assolto.
Alla fine ce l’ha fatta. Un tribunale egiziano ha annullato la condanna a tre mesi di galera emessa nei confronti di uno dei più popolari attori del mondo arabo, Adel Imam, accusato di aver preso in giro l’Islam.
L’ACCUSA - Ahram Online ci racconta che l’uomo venne denunciato lo scorso febbraio da Asran Mansour, il quale lo accusò di aver offeso i simboli islamici nel suo film Morgan Ahmed Morgan. L’attore inizialmente venne condannato a tre mesi di galera e a una multa di 170 dollari per “essersi preso gioco degli ultraconservatori islamici” parodiandoli e mettendoli in ridicolo.
RITORNO AL MEDIOEVO - Alaa Al-Aswani, autore di “Palazzo Yacoubian” e coprotagonista del film aveva attaccato senza mezzi termini il Tribunale sostenendo come voglia trascinare l’Egitto nell’oscurità del Medioevo. “Non è un crimine in nessuna delle nazioni più evolute”. Lo scrittore ha espresso così il proprio sgomento su Twitter. Questa condanna è una prova del tentativo in corso in Egitto di punire qualsiasi cosa offenda l’Islam.
L’ACCUSA A SAWIRIS - A cadere nelle grinfie della legge è stato anche Naguib Sawiris, impreditore di origine copta e Presidente di Wind, il quale è poi stato assolto da due tribunali dall’accusa di aver permesso la trasmissione on-line di un cartone animato dove Topolino appariva con una barba e Minnie era invece velata. Queste testimonianze rappresentano il rafforzarsi delle posizioni estreme dal punto di vista religioso nell’Egitto post-Mubarak.
PERCHE’ I MILITARI HANNO PERMESSO I PARTITI RELIGIOSI? - I colleghi di Adel Imam si sono radunati fuori dal tribunale di Agouza per protestare contro una condanna ritenuta ingiusta e per esprimere la loro solidarietà nei confronti del collega. Il timore principale degli attori è quello che con questa sentenza si possa limitare la libertà espressiva nel Paese. “Questo è il risultato della politica dei militari che hanno consentito ai movimenti religiosi di fondare partiti politici”, ha spiegato il regista Wallaa Saada.
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