I vescovi del Giappone sono categorici: «Seguiamo le indicazioni della Santa Sede e quindi sul nucleare restiamo neutrali».
Nell’anniversario del disastro di Fukushima doveva nascere in Giappone un’«internazionale antinuclearista» tra le fedi. Così non è stato perché, a differenza delle alte religioni, la Chiesa cattolica giapponese non ha aderito alle manifestazioni contro il nucleare a Taipei, Taichung e Kaohsiung. Il primo anniversario del terremoto che ha provocato la catastrofe atomica doveva trasformarsi un una sorta di «Assisi ecologista» per spingere il governo nipponico ad abbandonare completamente i programmi nucleari, a chiudere le tre centrali ancora in funzione e a bloccare la costruzione di una quarta. Circa una settantina di denominazioni e confessioni hanno aderito all’appello lanciato dagli organizzatori, coordinati dalla religiosa buddista Shih Chao-hwei. La conferenza episcopale e le congregazioni cattoliche si sono rifiutate di unire le loro voci alla mobilitazione contro l’energia nucleare. La Chiesa del Giappone segue gli orientamenti in materia della Santa Sede e spiega che il Vaticano chiede ai vescovi di mantenere una posizione di neutralità sull’energia nucleare
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO.