giovedì 5 aprile 2012

Mestre, due chiese multate per campane troppo rumorose

A Mestre (VE), due parrocchie sono state multate di recente, dopo l’intervento dell’Arpa su richiesta di diversi residenti esasperati, a causa del rumore assordante e frequente creato dalle campane. Nella chiesa di San Pietro Orseolo, una di quelle dove sono stati fatti i rilevamenti dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, le campane suonavano tra le 14 e le 18 volte al giorno, spesso per più di 3 minuti alla volta. L’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, assicura: “non intendiamo fare una crociata contro le parrocchie”. E promette un incontro con la Curia per definire un regolamento “che consenta di tutelare gli abitanti che vivono vicino ai campanili, ma tutelando anche il suono delle campane che riportano ad una dimensione più umana delle città”. In modo da dare un freno allo scampanio ’selvaggio’, che in certe aree scatta ogni ora e persino ogni mezz’ora, garantendo al contempo quello in occasioni liturgiche.


A difesa delle campane e lancia in resta contro quello che definisce un “attacco alla cristianità” scende in campo Camillo Langone. Un “fervente cattolico” già noto per gli attacchi all’Uaar, a Piero Angela e Danilo Mainardi, nonché nei confronti di Christopher Hitchens quando era ancora vivo ma malato terminale. E da segnalare tra l’altro per un’altra chicca contro le donne che fanno meno figli perché troppo scolarizzate. L’ultima è un articolo di ieri, con richiamo in prima pagina sul quotidiano Libero, dal titolo Chi fa la guerra alle campane ci taglia le radici.

Il ragionamento del giornalista parte dall’assunto che gli italiani ormai in media più anziani, “sempre più sordi” e i giovani “si danneggiano il nervo acustico a suon di cuffie e di locali fracassoni”. Quindi la popolazione piuttosto “dovrebbe chiedere ai parroci di alzare il volume”. Nella zona, sostiene l’articolista, ci sarebbero rumori ben più fastidiosi. “E il problema sarebbero i rintocchi? Ma fatemi il piacere”, afferma, “chiamiamo le cose col loro nome: quella di Mestre è solo l’ultima battaglia della guerra contro le campane”. L’ultima, proclama, dopo “scontri analoghi” in altri comuni. Non poteva mancare il riferimento anche al comunismo, visto che “l’offensiva viene da lontano: in Russia negli anni Venti i sacri bronzi vennero fusi dai comunisti, in Spagna nel 1933 vennero fatti tacere dai repubblicani, e i preti che tentarono di opporsi anziché col portafoglio pagarono con la vita”.

Si tratterebbe quindi solo di un “pretesto, il motivo è uno solo: la cristianofobia, il fastidio della presenza cristiana”. E se la prende con le automobili e gli schiamazzi della movida, contro cui le amministrazioni non farebbero nulla. “I parroci, anziché appellarsi alla tradizione o al significato religioso dei rintocchi, dovrebbero servire anche loro alcolici all’aperto, davanti alle chiese, pagando il relativo tributo per i tavolini”, suggerisce sarcasticamente Langone, “a quel punto, miracolo della pecunia, agli amministratori pubblici le campane non darebbero più nessunissimo fastidio”. Chissà che qualche prete buontempone non raccolga l’idea. Avanziamo casomai dei dubbi sul fatto che i parroci pagherebbero effettivamente il dovuto al comune, vista la propensione di diversi religiosi ad aggirare il versamento delle tasse anche su attività commerciali.

C’è da dire che tanti normali cittadini, la maggior parte dei quali tutt’altro che mangiapreti o atei, non sarebbero infastiditi se i solerti promotori della fede cristiana fossero meno insistenti nel marcare il territorio e gli spazi pubblici a tutti i costi, se fossero meno invadenti e presenzialisti. In questo come in tanti altri contesti. Come si premura di annotare anche Langone – che ringraziamo per la pubblicità – cogliamo l’occasione per rammentare che l’Uaar fornisce assistenza a tutti coloro che avessero problemi con campane troppo moleste e rumorose.

http://www.uaar.it/news/2012/04/04/mestre-due-chiese-multate-campane-troppo-rumorose/

immagine: web