Da una parte c’è una torma di tradizionalisti assetati di medioevo, dall’altra il clero che non ci sta a vedersi confuso con pedofili e squilibrati
AUGURI - Oggi è il compleanno del Papa e da ogni dove piovono auguri al suo indirizzo. A Cogliere l’occasione per sperticarsi in lodi sono sono stati parecchi, dagli squallidi politici che si vogliono mettere in mostra agli occhi dell’elettorato cattolico, fino ai più improbabili oltranzisti cattolici.
AUGURI SI, MA… - Per altri invece è stata l’occasione per provare a fare un bilancio e per decidere che quello dell’attuale occupante del soglio di Pietro è fallimentare. Fallimentare come la gestione dello scandalo dei preti pedofili, che continuano in gran numero a infestare le fila della chiesa godendo della proverbiale riservatezza con la quale la chiesa di Roma seppellisce qualunque fiato le sembri sconveniente e sulla sua altrettanto proverbiale impunità.
IMPUNITI - Impunità che però è stata ormai infranta in numerosi paesi, finita in pezzi insieme alla reputazione di preti, vescovi e cardinali, che si sono scoperti arruolati in vere e proprie organizzazioni a delinquere, alcune delle quali hanno permesso a un enorme numero di sacerdoti abusare di decine di migliaia di bambini, senza che nessun paese si potesse dire immune da questa piaga.
LA RIVOLTA - In diversi paesi europoei è rivolta contro Ratzinger, 820 dei 3.400 sacerdoti irlandesi sostengono la domanda di una rivoluzione liberale avanzata da padre Tony Flannery. In Austria, dove lo scandalo della pedofilia ha coperto d’infamia i vertici della chiesa cattolica locale, sale forte la domanda per il sacerdozio femminile, l’addio al celibato per i sacerdoti e una decisa inversione di marcia nella predicazione su educazione sessuale, contraccezione e omosessualità.
MA IN ITALIA NO - In Germania, Belgio, Olanda, Francia, Gran Bretagna e Spagna non va molto meglio, con la notevole eccezioe dell’Italia, dove non è chiaro se all’evaporare delle vocazioni e dei praticanti, corrisponda un cattolicesimo superstite vicino al Consiglio Vaticano Secondo o al medioevo. Ipotesi plausibile, come lascia intuire il fatto che le voci progressiste all’interno della chiesa romana sono sempre meno rappresentate avantaggio degli ossessionati dagli omosessuali, dagli aborti e dai profilattici. Anche se perfettamente a loro agio con i don Gelmini, i don Verzé e persino con Berlusconi.
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