In lungadige Attiraglio, a Verona, c’è il centro monsignor Carraro. La titolazione è in onore di Giuseppe Carraro, vescovo di Verona dal 1958 al 1978. Nel dicembre 2005, il vescovo in carica annunciava alla diocesi l’apertura del processo canonico, finalizzato a proclamare la santità di vita di monsignor Giuseppe Carraro.
In data 22 gennaio 2009 scoppiò lo scandalo dell’istituto Provolo con l’inchiesta pubblicata dall’Espresso. Un ex allievo raccontò che, ancora fanciullo, era stato più volte condotto in vescovado a disposizione delle attenzioni pedofile del monsignore. A botta calda ci furono le smentite indignate del vescovo Zenti e di don Fasani. Ma, a quanto si è appreso, la causa di beatificazione di monsignor Carraro venne successivamente sospesa.
La onorifica denominazione del centro monsignor Carraro tuttora rimane. Ecco l’autopresentazione in internet: “Il Centro Carraro appartiene alla fondazione Ente Famiglia Corsi sorta come lascito testamentario in favore della diocesi di Verona. È gestito da un consiglio di amministrazione laico scelto dal Vescovo. Scopo del centro è quello di offrire un’accoglienza qualificata e rispondente alle moderne esigenze del turismo sociale pur senza scopo di lucro.”
In realtà si tratta di una struttura ricettiva a quattro stelle e di un’impresa commerciale. Nel passato non ha mai pagato l’Ici. Ora arriva l’IMU e c’è un inconveniente: la struttura ospita anche un ristorante privato dell’imprenditore De Guidi che serve gli ospiti del Centro, ma è anche aperto al pubblico. Questo fatto comporterebbe l’obbligo di pagare l’IMU.
Applicando la dottrina fiscale della Chiesa, la diocesi sfratta in due e due quattro l’imprenditore, fregandosene degli investimenti da esso fatti nel ristorante. Così la diocesi evita di pagare l’IMU. I pasti per gli ospiti saranno forniti, in catering, dalla Pia Opera Ciccarelli. Non sappiamo se gli organi d’informazione cittadini si siano occupati del caso.
http://www.uaar.it/news/2012/04/28/dottrina-fiscale-della-chiesa/
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