mercoledì 4 gennaio 2012

Ici, la Chiesa non ci sta: «Solo attacchi ignoranti»


Avvenire: «Torna la volontà laicista di negare il nostro ruolo pubblico».
Chiesa al contrattacco. Il campo di gioco è il solito, quello dell'esenzione dal pagamento dell'Ici, la tassa sugli immobili. Da quando si parla di manovra, è diventato terreno di roventi polemiche, campagne mediatiche e critiche piovute da più parti verso il mondo cattolico: in tempo di sacrifici, diano tutti il proprio contributo. I vescovi, dopo le aperture del cardinal Angelo Bagnasco, non ci stanno a farsi mettere sulla graticola. Anzi, hanno attribuito l'assedio alla «ferma volontà di colpire l'impegno caritativo della Chiesa»: e ciò nel quadro della ricorrente «tentazione laicista» di negare alla religione un «rilievo pubblico».
AVVENIRE SI SCAGLIA CONTRO L'IGNORANZA. Questo il «movente autentico» da cui nasce la polemica, secondo Giuseppe Dalla Torre, giurista cattolico, molto ascoltato in Vaticano (fa parte anche dell'Aif, l'Autorità vaticana di informazione finanziaria), oltre che rettore della Lumsa. A lui il quotidiano dei vescovi Avvenire ha affidato il 28 dicembre un editoriale per puntare il dito contro «l'enorme ignoranza politica e massmediatica che circonda tutta la materia dell'immenso sforzo del mondo cattolico nell'impegno caritativo».L'esenzione dall'Ici, ha provato a giustificarsi Dalla Torre, è prevista dalla legge «per una galassia di realtà, nelle quali sono comprese istituzioni cattoliche, ma che va ben al di là di queste, riguardando istituzioni di altre confessioni religiose nonché una pluralità di istituzioni laiche, alcune tradizionalmente vicine a partiti politici e sindacati, altre nettamente caratterizzate da un'impronta ideologica».
«PERCHÉ LE POLEMICHE SOLO CONTRO LA CHIESA?».Perché, allora, la polemica, «tanto aspra e violenta, ha riguardato solo la Chiesa cattolica, quasi fosse l'unica beneficiaria di una facilitazione che vuole favorire espressioni di solidarietà».Una questione, ha concluso il giurista, sicuramente interpretando anche il pensiero dei vescovi italiani, che «non tocca solo i cittadini credenti, ma tutti gli italiani, giacché pone in discussione le basi stesse della casa comune, i valori sui quali abbiamo convenuto di fondare la pacifica coesistenza nel rispetto delle diversità».