venerdì 1 giugno 2012

Non è vero ma ci credo?

Nella sua rubrica, Emilio Sassone Corsi parla dell'ossessione dei giornali per lo zodiaco, del perché ci caschino anche i lettori più scettici, e delle battaglie per una informazione scientifica corretta. 

Il titolo di questo articolo, senza il punto interrogativo, è lo stesso di una famosa commedia di Peppino de Filippo del 1942, che mi dà lo spunto per parlare di un’abitudine quotidiana molto diffusa in Italia e nei Paesi di origine latina.

Chi di noi, svegliandosi la mattina o in auto per raggiungere il posto di lavoro, non legge o ascolta di tanto in tanto un oroscopo? Molti di noi non ci credono davvero però…non si sa mai…È questa la trappola che gli organi d’informazione e gli astrologi utilizzano per gradualmente abbindolarci. E noi volentieri ci caschiamo nella convinzione che non siamo padroni del nostro futuro e non tutto dipenda esclusivamente da noi.


Da molti anni alcuni canali televisivi la mattina ci propinano in sequenza: le notizie del giorno (i dieci o cento morti in Iraq o Siria), le condizioni meteo (devo portare l’ombrello per andare al lavoro?), le condizioni del traffico (quanto tempo ci metterò per raggiungere il posto di lavoro?), l’oroscopo: quello che mi accadrà. In questa maniera la ricetta è pronta e possiamo iniziare la giornata pensando che, se qualcosa andrà storto, non sarà colpa nostra! In un mondo che va sempre più di fretta, ultimamente, si sono anche aggiunte le “minime astrologiche”: un voto a ciascun segno che in pochi secondi ci descrive la giornata.

Per cercare di arginare questa spinta verso l’irrazionalità l’Unione Astrofili Italiani e il CICAP da molti anni hanno dato battaglia a questa sovraesposizione mediatica. L’UAI, dal 2004, ha costituito una vera e propria commissione chiamata “Astrologia? No, Grazie!” e ha presentato un disegno di legge in Parlamento che, in maniera molto semplice, intende disciplinare il settore imitando ciò che è avvenuto per la vendita delle sigarette. “Il fumo nuoce gravemente alla salute” è stampato in caratteri cubitali sui pacchetti di sigarette. In maniera analoga l’UAI chiede di informare tutti gli utenti lettori o ascoltatori degli oroscopi che questi non hanno alcuna validità scientifica. In questi anni il CICAP ha fatto delle precise analisi sulla validità degli oroscopi verificando che, per descrivere quel che accadrà per un segno astrologico, un astrologo usa frasi così generiche e contradditorie che vanno sempre bene.

La necessità di credere a qualcosa che ci governa e che indirizza la nostra vita è ben descritta nel libro “Nati per credere” scritto a più mani da tre autori: Vittorio Girotto (insegna Psicologia Cognitiva all’Università IUAV di Venezia), Telmo Pievani (insegna Filosofia della Scienza all’Università di Milano Bicocca) e Giorgio Vallortigara (insegna Neuroscienze Cognitive all’Università di Trento). Attraverso una notevole quantità di esperimenti scientifici, gli autori dimostrano che la mente umana sembra si sia selezionata per credere (dall’esistenza di un Dio alla banale credenza astrologica) e per fraintendere l’evoluzione darwiniana.

È per questo motivo che una sbirciatina all’oroscopo magari la diamo, pur essendo convinti che non ci si debba credere: non si sa mai…

http://www.media.inaf.it/2012/06/01/non-e-vero-ma-ci-credo/