lunedì 25 giugno 2012

IL GIORNO, LA SETTIMANA, I MESI, IL CAPODANNO, LE FESTE DELL'ANNO LITURGICO: cenni storici

IL GIORNO


Il modo di suddividere il giorno è variato nel corso del tempo, ed è stato diverso da luogo a luogo.
Presso i Babilonesi, ad esempio, l'inizio del giorno era fissato all'alba, presso gli Umbri a mezzogiorno, nell'antica Atene al tramonto.

I Romani avevano suddiviso il giorno in 12 ore diurne (dall'alba al tramonto) e 12 ore notturne; per questo motivo la durata di ciascuna ora non era fissa, ma variabile a seconda delle stagioni: le ore diurne non potevano che essere più lunghe d'estate e più corte d'inverno, e viceversa le ore notturne.
Sia il dì che la notte erano poi divisi in quattro parti: quelle del dì terminavano con le ore tertia, sexta, nona e duodecima, mentre quelle notturne erano chiamate vigiliae.

Da questa suddivisione derivò l'introduzione, da parte dei primi cristiani, di preghiere da recitarsi in alcuni momenti della giornata: l'ufficio notturno, comprendente vespri, compieta, notturno, mattutino e lodi, e l'ufficio diurno, riguardante le ore prima, terza, sesta e nona.


Mentre presso gli antichi Romani il giorno iniziava legalmente a mezzanotte, nel Medioevo prevalse l'uso ebraico e dei popoli orientali (con calendari lunari o lunisolari) di considerare la durata del giorno dal tramonto del sole al tramonto successivo.

Nei secoli XIII-XIV, con la diffusione degli orologi collocati sui campanili o sulle torri civiche, si iniziò, specialmente in Italia, a suddividere il giorno in 24 ore della stessa durata, ma sempre partendo dal tramonto del sole o dall'Avemaria della sera, per cui la stessa ora non corrispondeva allo stesso momento della giornata da una stagione all'altra, ma ad un momento successivo in estate rispetto all'inverno (in quanto d'estate il sole tramonta più tardi).

 Infine, con le invasioni napoleoniche di inizio Ottocento, fu ripristinato anche nel nostro paese il metodo romano di contare le ore partendo dalla mezzanotte.

LA SETTIMANA


Non si conosce con sicurezza dove e quando abbia avuto origine la settimana di sette giorni.
E' probabile che i primi ad adottarla siano stati i Babilonesi (ma altri luoghi accreditati in tal senso sono l'Egitto e la Persia), mentre ha iniziato a diffondersi nell'impero romano solo a partire dal I secolo d.C.

Fino ad allora, nell'antica Roma, veniva conteggiato un ciclo di otto giorni, il primo dei quali, chiamato novendinae o nundinae, era giorno di mercato. Il nono giorno del ciclo era ancora nundine, essendo in realtà il primo del ciclo successivo.

Fu l'imperatore Costantino che, con un editto del 321 d.C., ufficializzò l'uso della settimana di sette giorni, di cui il primo, chiamato ancora dies Solis, il giorno del Sole, era obbligatoriamente di astensione dal lavoro per tutti i cittadini non agricoltori. In questo modo veniva riconosciuto il giorno festivo dei cristiani, ma non venivano scontentati i pagani adoratori del sole.

Tornando ai Babilonesi, i nomi che avevano dato ai giorni della loro settimana erano quelli dei cinque pianeti allora conosciuti (Saturno, Marte, Mercurio, Giove, Venere) più quelli del Sole e della Luna; e tali nomi sono sostanzialmente rimasti fino ad oggi, anche se con qualche importante modifica.
Nelle province dell'Impero romano i nomi dei pianeti furono sostituiti con i nomi degli dèi della religione del luogo: così, ad esempio, Wednesday è, in inglese, il giorno di Wodan, corrispondente al dio Mercurio.

Gli Ebrei probabilmente adottarono la settimana babilonese, ma in seguito tolsero i nomi dei primi sei giorni (numerandoli semplicemente) e chiamarono il settimo Shabbat (che corrisponde al nostro sabato), ovvero Quiete, poiché nella Genesi è scritto che Dio consacrò il settimo giorno, in quanto in quel giorno cessò il lavoro della creazione e si riposò.

I cristiani si adeguarono ai nomi della settimana di origine pagana, cambiandone solo due: quello di Saturno fu modificato in Sabbatum o Sabbata (derivandolo dal Shabbat ebraico; ma si noti che in inglese, ad esempio, è rimasto Saturday), mentre il giorno del Sole fu sostituito da Dominicus o Dominica dies (= giorno del Signore; anche qui si noti che in inglese è rimasto Sunday, e analogamente nei paesi di lingua germanica). Va però precisato che nella liturgia cristiana i giorni sono soltanto numerati ad eccezione del primo, che è appunto chiamato domenica.

Se per il calendario liturgico dei cristiani la domenica è il primo giorno della settimana (così come per gli ebrei: infatti per la Bibbia l'ultimo giorno è il sabato), ai fini civili viene generalmente considerato come primo giorno il lunedì, anche perché la norma ISO (International Organization for Standardization) IS-8601 stabilisce che sia così. Di fatto, mentre nella maggior parte delle nazioni viene considerato primo giorno il lunedì, in altre (come in Russia) viene ritenuto come primo giorno la domenica.

La citata norma internazionale IS-8601 assegna anche un numero ad ogni settimana dell' anno.
Le settimane che si trovano parte in un anno e parte in un altro vengono considerate appartenenti all'anno che le contiene per almeno quattro giorni.

Da ciò consegue che è considerata la prima settimana dell'anno quella in cui si trova il 4 gennaio o, ciò che è lo stesso, quella in cui si trova il primo giovedì di gennaio.

In tal modo ogni anno può essere composto di 52 o (più raramente) di 53 settimane: precisamente quest'ultima evenienza accade solo per quegli anni comuni che iniziano di giovedì e per quelli bisestili che iniziano di mercoledì o giovedì.

Come già accennato, per gli ebrei il giorno settimanale festivo è il sabato (giorno del riposo di Dio dopo la Creazione), per i cristiani la domenica (giorno della Resurrezione di Cristo), mentre per i musulmani è il venerdì, in quanto è il giorno della nascita di Maometto.

I MESI


Si è già accennato al significato dei nomi di alcuni mesi; ecco ora l'elenco completo dei mesi facenti parte del calendario degli antichi Romani, da cui sono derivati i mesi in uso ancor oggi:
  • Ianuarius: era sacro a Giano, il dio che proteggeva tutto ciò che si andava ad iniziare, in questo caso il nuovo anno;
  • Februarius: il suo nome deriva da februa, le feste della purificazione;
  • Martius: era sacro a Marte, dio della guerra;
  • Aprilis: era sacro a Venere, ed era così chiamato perché in questo mese la natura si apre alla fioritura e alla nuova vita;
  • Maius: era sacro a Maia, dea della vegetazione;
  • Iunius: era sacro a Giunone, dea della prosperità;
  • Quintilis: era il quinto mese dell'antico calendario; divenne poi Iulius in onore di Giulio Cesare;
  • Sextilis: era il sesto mese dell'antico calendario; divenne poi Augustus in onore di Augusto;
  • September: era così chiamato perché anticamente era il settimo mese dell'anno;
  • October: anticamente era l'ottavo mese dell'anno;
  • November: era, nell'antico calendario, il nono mese dell'anno;
  • December: era il decimo mese dell'anno nell'antico calendario.
Quanto ai giorni del mese, ve ne erano tre che avevano un nome particolare:
Kalendae (= le Calende) era il primo giorno del mese;
Nonae (= le None) era il 5 del mese;
Idus (= le Idi) era il 13 del mese.
Facevano eccezione i mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, nei quali le None cadevano al 7 e le Idi al 15, cioè due giorni dopo che negli altri mesi.
Tutti gli altri giorni del mese venivano chiamati riferendosi a questi tre. Ad esempio, per indicare un fatto accaduto il 19 maggio si utilizzava l'espressione die quarto decimo ante Kalendas Iunias, oppure ante diem quartum decimum Kalendas Iunias (= nel quattordicesimo giorno prima delle calende di giugno).

IL CAPODANNO


La data del capodanno è cambiata nel corso del tempo, soprattutto nel Medioevo, ed è stata diversa anche da un luogo all'altro.
I vari modi utilizzati per fissare l'inizio dell'anno si chiamano stili.
Ecco quali sono stati gli stili più importanti:
  • lo stile della circoncisione (capodanno il 1° gennaio). L'uso di iniziare l'anno dal 1° gennaio cominciò con la riforma di Giulio Cesare, ma nel corso del Medioevo fu sostituito da altre date, specialmente da ricorrenze di importanti festività cristiane;
  • lo stile veneto (capodanno il 1° marzo). L'origine di questo capodanno risale addirittura all'antico calendario romano, quando non esistevano i mesi di gennaio e febbraio; fu usato, ma non solamente, nella Repubblica veneta fino al 1797;
  • lo stile dell'incarnazione (capodanno il 25 marzo), detto anche fiorentino o pisano, a seconda che l'anno fosse fatto iniziare il 25 marzo successivo o precedente al capodanno del 1° gennaio secondo l'attuale computo;
  • lo stile della Pasqua, utilizzato soprattutto in Francia, il quale comportava differenze fra un anno e l'altro di parecchi giorni, a motivo del fatto che questa festa oscilla tra il 22 marzo e il 25 aprile;
  • lo stile bizantino (capodanno il 1° settembre), che faceva iniziare l'anno quattro mesi prima; rimase a lungo in vigore a Bisanzio e, fino al XVI secolo, nell'Italia meridionale;
  • lo stile della natività (capodanno il 25 dicembre), che anticipava l'inizio dell'anno di sette giorni rispetto ad oggi. Era molto diffuso nel Medioevo, soprattutto nell'Italia settentrionale, e fu il più utilizzato anche dalla cancelleria pontificia e dai cronisti medievali.

LE FESTE DELL'ANNO LITURGICO


La celebrazione delle varie festività cristiane è cominciata in modo graduale, per cui l'insieme delle feste che caratterizzano l'anno liturgico si è sviluppato nel corso del tempo, senza che vi fosse un disegno iniziale complessivo.

D'altra parte, l'importanza dell'anno liturgico nella vita della Chiesa si spiega con la necessità, da parte della Chiesa stessa, di perpetuare la memoria della vita di Cristo, anzi, di trasmettere la sua stessa presenza nel corso dei secoli.

All'inizio dell'era cristiana l'unica festa era la domenica, cui fece subito seguito la celebrazione della Pasqua (resurrezione di Cristo) e, poco dopo, il triduo pasquale (Giovedì, Venerdì e Sabato santo) e il tempo pasquale dei cinquanta giorni dopo la Pasqua, concluso dalla Pentecoste (discesa dello Spirito santo sopra gli Apostoli e Maria Vergine). Al IV secolo risalgono invece probabilmente la Quaresima e la Settimana santa, così come la solennità dell'Ascensione.

Sempre all'inizio del IV secolo prese avvio la celebrazione del Natale e, poco tempo dopo, del periodo che lo precede, ossia l'Avvento: la data del 25 dicembre fu stabilita per distogliere i fedeli dai festeggiamenti pagani del Sole invitto, in occasione del solstizio d'inverno, quando il periodo di luce torna nuovamente ad allungarsi, nel corso di una giornata, e la notte ad accorciarsi. Sempre nello stesso secolo nacque la prima festa in onore di Maria, l'Annunciazione (il 25 marzo, nove mesi prima del giorno di Natale).

La festa dell'Assunzione di Maria (15 agosto) è del V secolo, mentre la data della prima festa del Corpus Domini è il 1246 e quella della prima festa della SS. Trinità è il 1334. Altre importanti ricorrenze del calendario liturgico hanno avuto origine in epoca molto più recente.

Il culto della Madonna e dei santi si è formato nel corso dei primi secoli; quello dei santi, in particolare, si sarebbe sviluppato dall'originario culto dei martiri. La Chiesa possiede, dal 1584, un elenco completo e ufficiale dei santi, chiamato Martirologio romano. Nel calendario liturgico romano, che stabilisce l'ordine delle celebrazioni in tutte le chiese di rito romano, non sono riportati tutti i santi, ma soltanto quelli considerati di importanza universale; gli altri sono invece festeggiati nei calendari liturgici particolari delle varie diocesi o famiglie religiose.

Nel 1969 il papa Paolo VI emanò delle disposizioni generali che riformarono il calendario liturgico in base alle indicazioni del Concilio Vaticano II; in seguito ad esse fu data nuovamente importanza preminente alla domenica e alle festività riguardanti Gesù Cristo, che hanno la precedenza rispetto alle feste dei santi. In quell'occasione furono anche cancellate dal calendario liturgico romano (ma non dal Martirologio) 25 feste di santi di cui non si avevano notizie storiche sufficientemente fondate, tra i quali san Mauro (15 gennaio), san Cristoforo (25 luglio), santa Bibiana (2 dicembre), santa Barbara (4 dicembre). Altre tre feste furono invece spostate perché cadevano nel tempo quaresimale: si tratta di quelle di san Benedetto (dal 21 marzo al all'11 luglio), di san Gregorio Magno (dal 12 marzo al 3 settembre) e di san Tommaso d'Aquino (dal 7 marzo al 28 gennaio); altre ancora furono spostate per farle cadere, secondo il criterio tradizionale, nel giorno della morte del santo.

Le feste dei santi arcangeli Gabriele e Raffaele furono spostate rispettivamente dal 18 marzo e dal 24 ottobre al 29 settembre, per celebrarle assieme alla festa del terzo arcangelo, S. Michele.

Alcune importanti festività, infine, hanno subìto spostamenti di data o modificazioni riguardo agli effetti civili, nelle varie nazioni, specie nel corso di questo secolo.

http://xoomer.virgilio.it/esongi/anno.htm