mercoledì 24 luglio 2013

Legge anti-omofobia: disinformazione e vittimismo clericale

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La proposta di legge sull’omofobia e quella relativa alla regolamentazione delle coppie gay ha risvegliato le componenti cattoliche più oltranziste. Per fare ostruzionismo contro la legge anti-omofobia in discussione in Parlamento, diverse realtà (come il ciellino Tempi) hanno lanciato in grande stile una campagna che sa di vittimismo, in cui si sostiene che anche solo affermare che l’omosessualità è peccato o che i matrimoni gay sono immorali sarebbe passibile di condanna, prendendo spunto da una manciata di controversi casi successi in altri paesi. Ancora più discutibile è la pretesa di passare (loro) da difensori della libertà di opinione e di pensiero.

"Anche in aula si prevede comunque un iter molto impegnativo"

In realtà la proposta di Ivan Scalfarotto, fortemente voluta dal Pd e sostenuta anche dal Pdl, pare piuttosto un compromesso al ribasso, come denunciano sia Arcigay, sia il circolo Mario Mieli. Figuriamoci se condannerà i vari Giovanardi e Binetti di turno, che paventano chissà quali conseguenze. Anche in aula si prevede comunque un iter molto impegnativo, visto che gli oppositori hanno presentato quasi 400 emendamenti. Quella degli emendamenti pretestuosi e a valanga è una tecnica già utilizzata, con risultati tragicomici, in Francia per ritardare l’approvazione della legge per il mariage pour tous.
 
Lo stesso Scalfarotto ci ha tenuto a precisare che non è in pericolo la libertà di espressione, come vorrebbero alcuni. “Voglio rassicurare tutti”, spiega, perché “la legge colpisce, rendendole reato, condotte molto specifiche”, ovvero “la propaganda (e non la mera diffusione) di idee fondate sull’odio”, “la discriminazione”, “l’istigazione (e non il mero incitamento) alla discriminazione” e “stabilisce un’aggravante sulla pena per i crimini (percosse, lesioni personali, ecc.) che siano stati commessi per ragioni di odio o discriminazione”. Si tratta infatti, come avevamo già scritto, dell’estensione di una legge che già esiste, quella Reale-Mancino, volta a tutelare violenze e discriminazioni con motivazioni etniche, nazionali e anche religiose.

Oggi la commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo con i voti di Pd, Pdl, Sel, astensione di Movimento 5 Stelle e Scelta Civica e contraria la Lega Nord. Venerdì ci sarà la discussione in aula, con la montagna di emendamenti da vagliare, tra cui le proposte di M5S e Sel per rendere più incisiva la norma. Ma il governo con il ministro per i rapporti con il Parlamento, il cattolico Dario Franceschini, fa sapere che si deve andare avanti: l’approvazione della legge, spiega, è “urgente e non più rinviabile” e non può essere oggetto di “moratoria etica” come prospetta l’ala cattolica del centro-destra. Il valdese Lucio Malan, senatore Pdl, è invece molto critico e attizza la propaganda cristianista che vorrebbe questo provvedimento penalizzante nei confronti della libertà di religione, in particolare sull’insegnamento e per la dottrina.
 
"si pretende di dare a questa mobilitazione una parvenza di trasversalità"

Anche la Santa Sede non se ne sta con le mani in mano. Radio Vaticana ha dato ampio risalto alla nascita di Manif pour tous Italia, che su emanazione di quella francese punta a ostacolare il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. E come già avvenuto in Francia, si pretende di dare a questa mobilitazione una parvenza di trasversalità e aconfessionalità, sebbene sia evidente quanto sia egemonizzata dalla Chiesa cattolica e dalla sua agenda. La Chiesa, che si proclama unica depositaria della “Verità”, forse vuole custodirla fin troppo gelosamente, evitando di sprecarla sui propri organi di informazione. E avallando la diffusione del falso, che corre sul web e altrove, persino negli ospedali. Gli antigay nostrani in salsa francese, con la benedizione mediatica vaticana, giovedì si ritroveranno davanti a Montecitorio per una veglia.
 
Guardiamo ai fatti, oltre le rappresentazioni ideologizzate: in Italia non c’è il matrimonio gay, non c’è nemmeno il riconoscimento delle coppie di fatto, come non c’è una legge antiomofobia, tutte riforme che stanno passando, o sono approvate da anni, in altri paesi occidentali. Eppure, secondo Manif Pour Tous Italia, quella in corso di approvazione rischia di essere una “legge bavaglio, per il semplice fatto che non permette ai singoli cittadini e alle associazioni di esprimere la propria posizione contraria o di dissenso, rispetto ad esempio ai matrimoni omosessuali”. Figuriamoci se una legge anti-omofobia potrebbe mai vietare di parlare contro qualcosa che è a sua volta vietato, come i matrimoni gay. Tutto questo attivismo ostruzionista nasce, non a caso, dalle frange cattoliche più integraliste, che vogliono bloccare qualsiasi innovazione agitando spettri.
 
"effimero il “nuovo corso” che si presume inaugurato da Francesco"

Il fatto che proprio il Vaticano lasci campo libero a tutto ciò rende ancor più lampante quanto sia effimero il “nuovo corso” che si presume inaugurato da Francesco, a parte certe posizioni ferme su temi ormai imbarazzanti (come lo Ior) e su cui le stesse gerarchie ritengono ormai preferibile fare pulizia. Certo è una brutta cosa temere di perdere i propri privilegi. Brutta cosa anche la mancanza di argomenti. Non che sia una novità: sono atteggiamenti comprensibili di chi è abituato ad avere fedeli e media proni. Se tuttavia questo è il livello dei vertici del mondo cattolico, non serve una grande fantasia a capire quale possa essere il livello delle base, specialmente quella più fanatica. È sempre più evidente come la Chiesa si stia chiudendo a riccio, nonostante proclami ai quattro venti il “dialogo”, e vada sempre più a rimorchio dei movimenti integralisti. Questo non fa bene alla convivenza civile ed è un qualcosa su cui soprattutto i fedeli più liberali dovrebbero riflettere.