sabato 13 luglio 2013

Dall’omofobia al biotestamento, quei respiri laici appesantiti dal clericalismo

Omofobia
Negli ultimi giorni ci sono finalmente stati segnali incoraggianti dalla politica per quanto riguarda la lotta all’omofobia, l’istituzione del testamento biologico e la regolamentazione del fine-vita. La commissione Giustizia della Camera ha approvato un testo per il disegno di legge contro omofobia e transfobia, che ha tra i relatori Ivan Scalfarotto (Pd) e arriverà in aula il 22 luglio, mentre sarà possibile presentare emendamenti fino a martedì. Con il ddl la legge Mancino, che punisce la discriminazione basata su etnia, nazionalità e religione, sarà estesa all’identità di genere.

"lamentano, nel caso passasse la legge antiomofobia, “gravi ripercussioni sui diritti fondamentali”"

Il mondo cattolico più oltranzista ha reagito male alla novità, rinvigorendo la polemica sulle presunte persecuzioni che subirebbe in Occidente. Oltre ad articoli su Libero, Avvenire e Il Foglio che giocano anche sul benaltrismo (una legge antiomofobia sarebbe inutile), sul ciellino Tempi è stato pubblicato un appello dell’avvocato cattolico Gianfranco Amato dei Giuristi per la Vita, già famigerato per la bufala sull’Uaar che avrebbe chiesto la messa al bando del battesimo. In cui si lamentano, nel caso passasse la legge antiomofobia, “gravi ripercussioni sui diritti fondamentali”, quelli “riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19)”.
 
In realtà è anche utile rilevare che il ddl caricato di così tanto allarmismo è stato edulcorato rispetto alle attese della comunità GLBT, e si limita a estendere la pena già prevista per chi “incita a commettere o commette atti di discriminazione” e per chi “incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza” sulla base di “motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi” aggiungendo “o motivati dall’identità sessuale della vittima”. Si badi bene, rimane la tutela per motivi “religiosi” e rimane la condanna per chi “diffonde idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico”, ma non per chi diffondesse idee omofobe. Come potrebbero essere alcune di quelle religiose tese a demonizzare i gay, o etichettarli come immorali, “contro natura” o affetti da patologie curabili con speciali terapie “spirituali”. Inoltre, viene introdotta una pena accessoria che obbliga il trasgressore a prestare attività non retribuita in favore della collettività e tra le casistiche (come pulizia di edifici imbrattati o assistenza sociale) c’è anche lo “svolgimento di lavoro” per organizzazioni che tutelano proprio la comunità lgbt. In sostanza nessun omofobo cattolico (compresi sacerdoti, pii commentatori sui giornali e oppositori al matrimonio gay) sarà punito per il solo fatto di aver espresso le idee del magistero ecclesiastico o di aver manifestato. A meno che non vada materialmente a picchiare qualche omosessuale o commetta dei reati. D’altronde la proposta è stata approvata in una commissione parlamentare e non sarebbe mai passata se per alcuni dei maggiori partiti che sostengono l’attuale governo Letta avesse avuto delle conseguenze sulla semplice propaganda cattolica.

Ancora una volta, con alti lamenti e vittimismo spinto, gli integralisti vogliono far passare l’idea che venga minata la loro “libertà religiosa”, che legittima a diffondere qualsiasi idea discriminatoria e intollerante. Viene citato il caso di un esaltato predicatore cristiano omofobo, arrestato per alcune ore dalla polizia di Londra e poi rilasciato, per denunciare una generalizzata limitazione della libertà di espressione. Certo, occorre ribadire che nessuna persona può essere arrestata per il solo fatto di aver espresso delle opinioni, discutibili quanto si vuole, in maniera pacifica. Proprio i non credenti sono molto sensibili al tema, come scritto più volte, visto che di discriminazioni ne subiscono e ne hanno sempre subite (spessissimo proprio dai difensori della fede).
 
"provate a sostituire il termine “gay” con “nero” o “ebreo”: come reagireste a certe dichiarazioni?"

Che ora gli integralisti religiosi vogliano passare da martiri della libertà di pensiero e di espressione appare quantomeno grottesco. Non solo perché stiamo parlando di pensiero strutturalmente dogmatico e intollerante che non lascerebbe spazio ad alternative nel caso venisse applicato (come avvenuto per tanti secoli in passato). Ma anche se si considera che in molti paesi la legislazione è tesa proprio a privilegiare la tutela della religione e a colpire le voci dissenzienti. Come atei e agnostici, e non solo nei paesi islamici, con l’accusa di “offesa alla sensibilità” o “blasfemia”. Per chi aspettava ulteriori conferme, proprio l’appello di Amato sintetizza alcuni punti che mostrano in maniera lampante come l’omofobia venga giustificata dalla religione; a livello ideologico, citando testi sacri e documenti vaticani. In realtà nessuno di questi atti elencati sarebbe punito se passasse il ddl. Ma provate a sostituire il termine “gay” con “nero” o “ebreo”: come reagireste a certe dichiarazioni?
Intanto il consiglio comunale di Milano ha approvato una delibera di iniziativa popolare che istituisce il registro per il testamento biologico. Un voto a larga maggioranza, con soli 4 contrari (Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia, Mariolina Moioli di Milano al Centro e i due leghisti Luca Lepore e Alessandro Morelli), mentre non hanno partecipato Pdl e Terzo Polo. In questo modo i cittadini residenti potranno depositare un documento in cui lasciare disposizioni sui trattamenti medici che vogliono ricevere in caso di perdita irreversibile di coscienza. Ma anche su prelievi trapianti, nonché sulla cremazione o la dispersione delle ceneri. In caso di cambio di residenza, l’atto non sarà cestinato. Si potrà sempre chiedere modifica o cancellazione dell’atto e nominare un fiduciario.
 
Una versione alleggerita, “soft” come l’ha definita Milano Today: un modo, anche qui, per non scontentare i cattolici o, per essere più precisi, i clericali. Si tratta quindi di un passo soprattutto simbolico ma non sufficiente, visto che comunque questi biotestamenti depositati saranno dichiarazioni sostitutive di atto notorio. Diversi ne segnalano la scarsa utilità: rimane dunque necessaria una legge nazionale. Proprio quello che sta chiedendo anche l’Uaar dando il suo supporto alla campagna Eutanasia legale per la raccolta firme su una legge di iniziativa popolare.
 
L’elettorato, specie quello più giovane, è sempre più indifferente alle istanze confessionali e clericali: un partito come l’Udc, molto semplicemente, non interessa molto. Il panorama politico è profondamente cambiato, ed è molto più facile arrivare ad adottare provvedimenti laici. E tuttavia quando accade, nonostante i numeri consentano di farne a meno, il riflesso condizionato di agire tenendo comunque in considerazione e accontentare in qualche modo le gerarchie ecclesiastiche rimane. Sembra proprio un tic mentale impossibile da curare.