venerdì 22 marzo 2013

Liberi perché non battezzati

Indian nation
Lo sbat­tez­zo su­sci­ta spesso ancora di­sa­gio, ostra­ci­smo, in alcuni casi per­si­no orrore tra i cre­den­ti. Ma si tratta della sem­pli­ce tra­du­zio­ne pra­ti­ca di un di­rit­to umano fon­da­men­ta­le, quello di non essere co­stret­ti a far parte di una con­fes­sio­ne re­li­gio­sa contro la pro­pria vo­lon­tà. Si parla in ter­mi­ni teo­lo­gi­ci di apo­sta­sia, ma molto più pro­sai­ca­men­te è la can­cel­la­zio­ne degli ef­fet­ti civili del bat­te­si­mo e il ri­co­no­sci­men­to for­ma­le del­l’u­sci­ta dalla Chiesa. Eppure, molti cat­to­li­ci non vedono altro che un at­ten­ta­to al bat­te­si­mo. Già il ter­mi­ne “sbat­tez­zo” nasce in età mo­der­na come di­spre­gia­ti­vo, co­nia­to dal gior­na­le dei ve­sco­vi per de­ni­gra­re la bat­ta­glia civile di Aldo Ca­pi­ti­ni, cre­den­te che però non voleva essere con­si­de­ra­to cat­to­li­co. Si di­men­ti­ca, o non si sa pro­prio, che il bat­te­si­mo è stata un’ar­ma anche giu­ri­di­ca per coar­ta­re la li­ber­tà delle per­so­ne. Anzi, in certi casi per ne­gar­la tout-court.

"si ri­cor­da come il bat­te­si­mo abbia avuto con­se­guen­ze con­cre­te nel corso dei secoli"
 
Chi pensa il con­tra­rio do­vreb­be leg­ger­si questa te­sti­mo­nian­za che arriva, let­te­ral­men­te, da un altro mondo: quello dei nativi ame­ri­ca­ni. E che mette in luce quanto l’e­si­gen­za di una vita dav­ve­ro libera da mar­chia­tu­re re­li­gio­se cri­stia­ne sia pre­sen­te anche in altri con­te­sti e non sia solo una fis­sa­zio­ne da an­ti­cle­ri­ca­li. So­prat­tut­to, si ri­cor­da come il bat­te­si­mo abbia avuto con­se­guen­ze con­cre­te nel corso dei secoli anche per le­git­ti­ma­re il do­mi­nio po­li­ti­co su po­po­la­zio­ni non cri­stia­ne o con­ver­ti­te a forza, come quelle del Nord Ame­ri­ca.
Lo fa notare Steven New­comb, tra gli ani­ma­to­ri del por­ta­le Indian Coun­try, le­gan­do l’e­span­sio­ne co­lo­nia­le con la be­ne­di­zio­ne cri­stia­na, bat­te­si­mo ai nativi e le­gi­sla­zio­ne sta­tu­ni­ten­se. Di fatto il prin­ci­pio di au­to­ri­tà degli Stati Uniti sulle po­po­la­zio­ni in­di­ge­ne deriva dalla cri­stia­na “dot­tri­na della sco­per­ta”, con­cet­to poi fatto pro­prio anche dalla Corte Su­pre­ma. La di­sco­ve­ry doc­tri­ne giu­sti­fi­ca l’in­cor­po­ra­zio­ne delle terre “sco­per­te” dai coloni ame­ri­ca­ni, no­no­stan­te fos­se­ro già abi­ta­te da po­po­la­zio­ni in­di­ge­ne con­si­de­ra­te in­fe­rio­ri e non sog­get­te in ori­gi­ne al­l’au­to­ri­tà di re cri­stia­ni.

Un’i­dea che af­fon­da le radici nella bolla Ro­ma­nus Pon­ti­fex (1455), con cui papa Nicola V con­ce­de­va al re del Por­to­gal­lo, Al­fon­so V, il di­rit­to di con­qui­sta­re le terre sco­per­te in Africa per im­por­re il cri­stia­ne­si­mo, strap­pan­do­le a pagani, sa­ra­ce­ni e in­fe­de­li as­sor­ti­ti. Con questa e suc­ces­si­ve bolle, i pon­te­fi­ci die­de­ro una po­ten­te giu­sti­fi­ca­zio­ne re­li­gio­sa alle mire espan­sio­ni­sti­che dei so­vra­ni cri­stia­ni nelle Ame­ri­che e in altre zone del mondo, alla co­lo­niz­za­zio­ne futura con tanto di di­vi­sio­ne ‘vir­tua­le’ delle aree non ancora rag­giun­te dagli eu­ro­pei, nonché alle con­ver­sio­ni for­za­te e alla tratta degli schia­vi non cri­stia­ni. Nel corso dei secoli quindi le po­ten­ze oc­ci­den­ta­li, forti anche del per­mes­so a evan­ge­liz­za­re, con­ti­nua­ro­no l’e­span­sio­ne nella terra nul­lius.
Si arriva quindi al 1823, quando la Corte Su­pre­ma Usa decide sul caso John­son v. M’In­tosh. Una pietra mi­lia­re nel san­ci­re l’au­to­ri­tà legale sta­tu­ni­ten­se sugli in­dia­ni, cui se­gui­ran­no altre sen­ten­ze e che for­ma­liz­za la di­sco­ve­ry doc­tri­ne. Il giu­di­ce John Mar­shall ri­cor­da che “il di­rit­to della sco­per­ta era li­mi­ta­to alle re­gio­ni allora sco­no­sciu­te alle genti cri­stia­ne”, ovvero le zone abi­ta­te da popoli non bat­tez­za­ti. Da un punto di vista cri­stia­no, quindi, in pas­sa­to la so­vra­ni­tà poteva essere estesa su certe terre, senza che le po­po­la­zio­ni in­di­ge­ne aves­se­ro alcuna voce in ca­pi­to­lo e ve­des­se­ro ri­co­no­sciu­ti di­rit­ti legali per con­te­sta­re tale espan­sio­ne.
 
"croci pian­ta­te sui pre­ce­den­ti luoghi di culto in­di­ge­ni, “sra­di­ca­ti” nel vero senso della parola"
 
L’A­me­ri­ca è stata con­ver­ti­ta con il ferro di devoti con­qui­sta­do­res e dei pio­nie­ri, con il legno delle croci pian­ta­te sui pre­ce­den­ti luoghi di culto in­di­ge­ni, “sra­di­ca­ti” nel vero senso della parola. Non di­ver­sa­men­te andò ancora prima con la cri­stia­niz­za­zio­ne del­l’im­pe­ro romano, con la sola dif­fe­ren­za del­l’u­so mag­gio­re della forza delle leggi li­ber­ti­ci­de ri­spet­to alla spada. Quelle stesse leggi, ri­ma­sti­ca­te dalla sco­la­sti­ca e dal di­rit­to ca­no­ni­co, con­trad­di­stin­se­ro l’Eu­ro­pa me­die­va­le cri­stia­na: a parte gli ebrei, chi non era bat­tez­za­to non godeva di alcun di­rit­to. Un ob­bli­go di stampo to­ta­li­ta­rio, che non a caso ri­cor­da l’i­scri­zio­ne a or­ga­niz­za­zio­ni come la gio­ven­tù hi­tle­ria­na.
Tanto suc­ces­so ebbe quel­l’ob­bli­go che fu tra­pian­ta­to anche Ol­treo­cea­no. Ma se già i libri di scuola non ne par­la­no, fi­gu­ria­mo­ci i testi apo­lo­ge­ti­ci. Per chi come noi so­stie­ne l’au­to­de­ter­mi­na­zio­ne e la li­ber­tà di re­li­gio­ne (e dalla re­li­gio­ne), è un di­rit­to anche ade­ri­re in modo in­te­gra­li­sta a una re­li­gio­ne. A patto che ciò av­ven­ga con­sa­pe­vol­men­te e non abbia ef­fet­ti ne­ga­ti­vi sul­l’e­si­sten­za e sui di­rit­ti di altre per­so­ne che non con­di­vi­do­no questo ap­proc­cio. Il pe­do­bat­te­si­mo odier­no e le con­ver­sio­ni for­za­te del pas­sa­to mo­stra­no invece tutta un’al­tra storia, che può essere gui­da­ta verso un oriz­zon­te più civile pro­prio dal­l’e­ser­ci­zio di quel di­rit­to fon­da­men­ta­le rap­pre­sen­ta­to dallo sbat­tez­zo. Un di­rit­to iden­ti­co a quello degli apo­sta­ti isla­mi­ci di con­ver­tir­si al cri­stia­ne­si­mo senza subire la scure delle leggi an­ti-bla­sfe­mia, che più volte pro­prio noi ab­bia­mo difeso. Se i cat­to­li­ci e i cri­stia­ni in ge­ne­ra­le fos­se­ro più con­sa­pe­vo­li di certi ri­svol­ti sto­ri­ci del bat­te­si­mo, sa­reb­be­ro anche assai meno scan­da­liz­za­ti dallo sbat­tez­zo. O forse non lo sa­reb­be­ro af­fat­to.