Ha 'aperto gli occhi' per la prima volta, il più complesso osservatorio astronomico sulla Terra, l'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma), ed ha fotografato uno scontro titanico fra galassie. L'immagine, ottenuta nella fase di collaudo di un telescopio ancora in costruzione, e' stata pubblicata dallo European Southern Observatory. L'immagine ha come protagoniste 'Le Antenne', due galassie a spirale (chiamate NGC 4038 e 4039) in collisione e distanti circa 70 milioni di anni luce.
Le Antenne risplendono di colori psichedelici nella prima fotografia ufficiale ottenuta con i dati raccolti dal nuovo sistema di telescopi ALMA (Atacama Large Millimetre/sub-millimetre Array), situato nel deserto cileno.
Il progetto internazionale ALMA, la cui struttura è simile a un sistema di radiotelescopi, rappresenta il più complesso osservatorio terrestre mai costruito finora. Nel 2013, quando la sua costruzione sarà terminata, l'intero schieramento comprenderà 66 antenne dispiegate per 16 chilometri e connesse da fibre ottiche, così da funzionare come un singolo telescopio.
"Abbiamo atteso a lungo il momento in cui ALMA sarebbe stato in grado di fare della vera scienza. Ci sono persone che hanno lavorato per più di 20 anni a questo progetto", racconta Richard Hills, uno degli scienziati del progetto. "È stato un percorso lungo, ma adesso tutti i pezzi necessari per far funzionare questo telescopio si stanno unendo".
Il deserto di Atacama, un luogo perfetto
ALMA è stato progettato per funzionare con lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche, cioè con lunghezze maggiori rispetto alla lunghezza d'onda della luce visibile. Contrariamente alla onde radio, che attraversano facilmente l'atmosfera terrestre, le onde submillimetriche sono fermate dal vapore acqueo, molto comune nella parte più bassa dell'atmosfera. Ecco perché ALMA è stato costruito a 5 mila metri di altitudine, in un ambiente secco che minimizza le distorsioni atmosferiche.
Lavorando su lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche con una precisione senza precedenti, ALMA potrà scoprire gli oggetti più oscuri, freddi e distanti dell'universo. La prima fotografia di ALMA mostra le due galassie delle Antenne, che si trovano a 70 milioni di anni luce dalla Terra, in collisione. Le due galassie si possono osservare con le lunghezze d'onda del visibile, mentre questa fotografia combina anche dati ottici e all'infrarosso di Hubble, il telescopio spaziale ESA - NASA. Ma se con i dati ottici si vedrebbero solo le brillanti stelle neonate (in blu), con i dati millimetrici di ALMA si riescono a vedere le nubi di gas freddi dalle quali le stelle si originano (in rosso e giallo), che altrimenti resterebbero invisibili. Questa prima fotografia è stata ottenuta durante un test in preparazione della prima serie di osservazioni di ALMA. La maggior parte dei dati sono stati raccolti usando soltanto 12 antenne.
Nei prossimi nove mesi gli astronomi di tutto il mondo daranno il via a un centinaio di progetti scientifici basati sui dati di ALMA, che includono indagini sul buco nero supermassivo al centro della Via Lattea, sulla formazione dei pianeti attorno alle stelle e sulle prime galassie nate dopo il Big Bang. Uno dei primo progetti di ALMA, per esempio, sarà condotto da David Wilner dell'Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics. Insieme ai suoi collaboratori esaminerà il disco di detriti che ruota intorno a AU Microscopii, una giovane stella distante 33 anni luce da noi, in cui si starebbero formando dei pianeti.
"Useremo ALMA per ricreare l'immagine dell'anello di nascita dei planetesimi [oggetti rocciosi alla base della formazione dei pianeti] che secondo noi orbitano attorno a questa giovane stella", dichiara Wilner. "Con ALMA speriamo di scoprire degli ammassi in queste cinture di detriti e asteroidi, ammassi che possono essere gli indicatori di pianeti invisibili".
Il progetto internazionale ALMA, la cui struttura è simile a un sistema di radiotelescopi, rappresenta il più complesso osservatorio terrestre mai costruito finora. Nel 2013, quando la sua costruzione sarà terminata, l'intero schieramento comprenderà 66 antenne dispiegate per 16 chilometri e connesse da fibre ottiche, così da funzionare come un singolo telescopio.
"Abbiamo atteso a lungo il momento in cui ALMA sarebbe stato in grado di fare della vera scienza. Ci sono persone che hanno lavorato per più di 20 anni a questo progetto", racconta Richard Hills, uno degli scienziati del progetto. "È stato un percorso lungo, ma adesso tutti i pezzi necessari per far funzionare questo telescopio si stanno unendo".
Il deserto di Atacama, un luogo perfetto
ALMA è stato progettato per funzionare con lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche, cioè con lunghezze maggiori rispetto alla lunghezza d'onda della luce visibile. Contrariamente alla onde radio, che attraversano facilmente l'atmosfera terrestre, le onde submillimetriche sono fermate dal vapore acqueo, molto comune nella parte più bassa dell'atmosfera. Ecco perché ALMA è stato costruito a 5 mila metri di altitudine, in un ambiente secco che minimizza le distorsioni atmosferiche.
Lavorando su lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche con una precisione senza precedenti, ALMA potrà scoprire gli oggetti più oscuri, freddi e distanti dell'universo. La prima fotografia di ALMA mostra le due galassie delle Antenne, che si trovano a 70 milioni di anni luce dalla Terra, in collisione. Le due galassie si possono osservare con le lunghezze d'onda del visibile, mentre questa fotografia combina anche dati ottici e all'infrarosso di Hubble, il telescopio spaziale ESA - NASA. Ma se con i dati ottici si vedrebbero solo le brillanti stelle neonate (in blu), con i dati millimetrici di ALMA si riescono a vedere le nubi di gas freddi dalle quali le stelle si originano (in rosso e giallo), che altrimenti resterebbero invisibili. Questa prima fotografia è stata ottenuta durante un test in preparazione della prima serie di osservazioni di ALMA. La maggior parte dei dati sono stati raccolti usando soltanto 12 antenne.
Nei prossimi nove mesi gli astronomi di tutto il mondo daranno il via a un centinaio di progetti scientifici basati sui dati di ALMA, che includono indagini sul buco nero supermassivo al centro della Via Lattea, sulla formazione dei pianeti attorno alle stelle e sulle prime galassie nate dopo il Big Bang. Uno dei primo progetti di ALMA, per esempio, sarà condotto da David Wilner dell'Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics. Insieme ai suoi collaboratori esaminerà il disco di detriti che ruota intorno a AU Microscopii, una giovane stella distante 33 anni luce da noi, in cui si starebbero formando dei pianeti.
"Useremo ALMA per ricreare l'immagine dell'anello di nascita dei planetesimi [oggetti rocciosi alla base della formazione dei pianeti] che secondo noi orbitano attorno a questa giovane stella", dichiara Wilner. "Con ALMA speriamo di scoprire degli ammassi in queste cinture di detriti e asteroidi, ammassi che possono essere gli indicatori di pianeti invisibili".