venerdì 28 ottobre 2011

“POSSO ABORTIRE QUI?”


Mappa mondiale del diritto all' aborto28 ottobre 2011 - Pubblicata la mappa mondiale che illustra il diritto della donna di terminare una gravidanza.
Quando comincia la vita umana e terminano i diritti riproduttivi di una donna? La risposta cambia a seconda di dove si trovi nel mondo, della sua età, della sua salute mentale e dello stato socio-economico. I governi di tutto il mondo hanno istituito una complessa rete di limitazioni ed eccezioni, nel tentativo di negoziare la spinosa questione dell’ aborto.
Ora, il Center for Reproductive Rights ha compilato una mappa interattiva delle leggi sull’aborto del mondo.

I COLORI DELLA MAPPA - Visitando l’atlante del CRR, troveremo paesi colorati di rosso ove l’aborto è vietato, tranne magari per salvare la vita della madre; verde dove l’aborto non è limitato in base alla giustificazione dietro la procedura e ombreggiata dove esistono eccezioni basate sulla salute di una donna, età o stato socioeconomico. Cliccando ulteriormente ad esempio negli Stati Uniti, ci si accorge che molti stati hanno istituito delle restrizioni e delle eccezioni all’aborto raramente messe in discussione. In Colombia, l’aborto è consentito per preservare la salute mentale della donna. In Ecuador, è legale nel caso in cui una donna abbia handicap mentali. La Finlandia basa la decisione su alcuni “motivi enumerati”, tra cui l’età della madre e la sua capacità di prendersi cura di un bambino. In Arabia Saudita, è richiesta l’autorizzazione sponsale per garantire un aborto. La Cina vieta l’aborto per selezionare il sesso del bambino. Alcune giurisdizioni, tra cui la Repubblica Democratica del Congo e il Lesotho, non includono specifiche eccezioni per salvare la vita della madre, così una donna che subisce la procedura d’aborto deve poi difendersi in tribunale. In El Salvador c’è il divieto assoluto di aborto; tutte le eccezioni, anche le necessità per motivi di salute, sono state cancellate.
L’ ACCESSO - Per quanto riguarda l’accesso all’aborto, il mondo è sempre più “verde”. Negli ultimi 20 anni, decine di Paesi hanno liberalizzato le leggi sull’interruzione di gravidanza. Nonostante ciò, il 25 per cento della popolazione mondiale vive ancora nella zona rossa; anche i paesi con leggi permissive, non necessariamente forniscono un accesso pratico all’aborto. L’avvocatessa del CRR, Johanna Belle, porta ad esempio l’India, dove il governo “consente l’interruzione di gravidanza per una vasta gamma di fattori socio-economici”, ma dove il divario tra l’accesso all’interruzione di gravidanza nelle aree urbane e rurali è forte: “molte zone rurali soffrono di forte una mancanza di strutture e la mancanza di conoscenza della legge, sia da parte dei medici che delle donne stesse”. Prendiamo poi gli Stati Uniti, in cui le donne hanno il diritto costituzionale all’aborto, ma in cui i singoli stati hanno implementato delle barriere – come periodi di attesa, i requisiti di consulenza obbligatoria e le leggi sul consenso dei genitori – “specificamente destinate a rendere molto più difficile ottenere l’interruzione”. I singoli stati sfidano sempre più il quadro costituzionale sull’aborto: il Mississippi sta attualmente discutendo una legge che lo vieta, così come diverse forme di contraccezione.