lunedì 3 ottobre 2011

IL RITORNO DEL KU KLUX KLAN ALLE PORTE DI WASHINGTON. BOOM DI CROCI IN FIAMME


La crescita di popolarità va di pari passo con l’ ostilità diffusa nei confronti «dei cambiamenti demografici a favore delle minoranze, dei diritti dei gay e del presidente nero».
Lunedì 03 Ottobre 2011 - di La redazione di Gaynews.
Cappello bianco a punta e manto rosso sulle spalle Ernie Campell veste con orgoglio le insegne dei «cavalieri» del Ku Klux Klan sfilando a cavallo davanti ad un benzinaio di Dungannon, Virginia, in omaggio al giorno dell’ Indipendenza: è uno degli scatti con cui il fotoreporter 

 Jim Lo Scalzo, della European Press Photo Agency, documenta la rinascita del Ku Klux Klan nello Stato della Virginia, poco lontano da Washington.
Le foto descrivono momenti pubblici e privati dei «cavalieri» di tre sezioni dell’«Impero invisibile» - come il Kkk ama definirsi - che non celano nomi e residenze ostentando forza politica e sicurezza personale, a conferma di quanto sostengono gli studi del «Southern Poverty Law Center» di Montgomery, in Alabama, sul rafforzamento della galassia dei suprematisti bianchi nell’America di Barack Obama. Nel maggio scorso il «Center» documentò in particolare come questi gruppi fossero divenuti oltre mille con il Ku Klux Klan che si distingue per «aver il suo nuovo epicentro nel Sud della Virginia». È proprio qui che Jim Lo Scalzo ha incontrato personaggi come Stan Martin della «Brigata dei Cavalieri Ribelli» che gli ha spiegato la crescita di popolarità con l’ostilità diffusa nei confronti «dei cambiamenti demografici a favore delle minoranze, dei diritti dei gay e del presidente nero». «In America i neri hanno l’Associazione nazionale Naacp, i messicani il gruppo La Raza e gli ebrei la Lega anti-diffamazione, noi bianchi abbiamo il Ku Klux Klan» spiega Martin, che assieme ad altri «cavalieri» ha mostrato come la riorganizzazione avviene sulla base del volontariato di privati. Si tratta infatti di singoli cittadini che vanno nei boschi a tagliare gli alberi che servono per erigere croci da bruciare in cerimonie rituali notturne dentro proprietà private, nelle quali le forze dell’ordine non entrano.
Il leader del Kkk di Dungannon è l’«Imperial Wizard» (Mago imperiale) Gary Delp che in una foto indossa una tunica viola con tanto di cappello e strisce dorate. Ma il suprematismo bianco non è solo un’attività per uomini ed a dimostrarlo sono le donne della sezione «Cavalieri della Croce del Sud» che si fanno fotografare incappucciate pochi attimi prima della cerimonia svoltasi in una proprietà di Powhatan durante la quale viene data alle fiamme una imponente croce di legno da parte di seguaci che vogliono «purificare l’America» dalle molteplici «infezioni razziali».
La forza della «Brigata dei Cavalieri Ribelli» sta nell’essere riuscita a reclutare in Alabama, Georgia, North Carolina, South Carolina, Virginia, Tennessee, Maryland, Delaware e Pennsylvania come ha dimostrato l’adunata celebrata a metà settembre nella Harrison County, in Mississippi, durante la quale il «Califfo imperiale» Chris Barker ha annunciato «lo sbarco in West Virginia». Il canale tv «Fox29» della Pennsylvania ha svolto un’inchiesta sulla «Brigata dei Cavalieri Ribelli» riuscendo a intervistare il coordinatore, Chris Barker, residente in North Carolina. «Stiamo crescendo molto in Delaware e Maryland, puntiamo ad acquistare terreni per farvi svolgere dei rituali collettivi - ha spiegato Barker - e il fine è di scegliere località accessibili a chi risiede nel Nord della Pennsylvania». È un reticolo di iniziative, reclutamenti, raccolte fondi ed acquisti di terreni che, secondo il «South Poverty Law Center» ha una precisa regia perché è teso a rafforzare la presenza del Ku Klux Klan nelle regioni attorno a Washington, la capitale federale dove secondo i «Cavalieri Bianchi» si «accumula la corruzione».
Per comprendere cosa spinge un crescente numero di cittadini a partecipare a tali «eventi privati» bisogna ascoltare neoadepti come Dennis LeBonte di Powhatan che spiega: «Non partecipo al Ku Klux Klan perché odio la gente, ma solo perché sono irritato per cosa stanno facendo alla mia nazione». Nel vecchio tribunale della Patrick County, a Martinsville, un centinaio di «Klansmen» hanno ascoltato un «cavaliere» di nome Bradley Jenkins affermare quanto segue: «Signore e signori residenti in questa contea, il Ku Klux Klan è arrivato qui per restarci, per battersi a favore di ciò che la gente vuole. Volete la pace? Anche io la voglio, ma per la mia razza».
Simili eventi si sono svolti dall’inizio dell’anno nelle contee di Eden, Max Meadow, Dunagan e Henry confermando il consolidamento in Virginia con una miriade di cerimonie che includono anche la celebrazione delle nozze. In una foto di Jim Lo Scalzo si vedono infatti Juanita e Jerry Tignor tenersi per mano durante un matrimonio celebrato dall’«Imperial Wizard» Gary Delp nell’angolo di un grande giardino privato, poco dopo aver dato fuoco ad una croce di legno, in segno di buon auspicio.
La tesi di Wornie Reed, che guida il centro di studi sulla Giustizia sociale all’ateneo Virginia Tech, è che «ci troviamo di fronte ad una massiccia reazione alla sovrapposizione fra impoverimento economico, ostilità verso gli immigrati e rabbia per l’affermazione sociale degli afroamericani». Ironia della sorte vuole che la Virginia sia uno degli Stati che Obama punta a vincere nel 2012 per garantirsi la rielezione alla Casa Bianca.
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