Lo studio ha messo in luce che molti giovani adulti non apprezzano il modo in cui la Chiesa sembra opporsi alla scienza.
Marco Tosatti - Roma.
Tre giovani cristiani su cinque, all’ incirca, lasciano la fede e abbandonano le loro chiese di origine. Questo accade, in genere, verso i 15 anni. E’ un fenomeno comune, con diverse gradazioni, a tutte le confessioni religiose cristiane in occidente, in Europa e negli Stati Uniti.
Marco Tosatti - Roma.
Tre giovani cristiani su cinque, all’ incirca, lasciano la fede e abbandonano le loro chiese di origine. Questo accade, in genere, verso i 15 anni. E’ un fenomeno comune, con diverse gradazioni, a tutte le confessioni religiose cristiane in occidente, in Europa e negli Stati Uniti.
E la grande domanda è: perché accade questo, e con tale frequenza?
Una nuova ricerca, resa pubblica qualche giorno fa dal Barna Group, indica sei diverse ragioni in questo esodo giovanile. I ricercatori di Barna Group hanno posto le loro questioni a una varietà di persone: giovani adulti, teenagers, giovani pastori evangelici e loro colleghi più anziani. La ricerca si è estesa per un periodo di tempo molto lungo: cinque anni.
Il primo problema: le chiese appaiono “superprotettive”. Circa un quarto dei giovani, nell’arco di età fra i 18 e i 29 anni, hanno risposto che “i cristiani demonizzano tutto ciò che al di fuori della Chiesa”, nella maggior parte dei casi. Il 22 per cento ha dichiarato che le Chiese ignorano i problemi del mondo reale; il 18 per cento ha affermato che la propria Chiesa sembrava troppo preoccupata per l’impatto negativo dei film, della musica e dei videogames.
Andando più in profondità, è emerso che molti giovani adulti sentono che la loro esperienza del cristianesimo è superficiale, poco intensa, Un terzo del campione giovanile intervistato ha affermato che “la Chiesa è noiosa”. Il 20 per cento di quelli che come teenager hanno partecipato al sondaggio hanno affermato che Dio sembra essere assente dalla loro esperienza di chiesa.
Una nuova ricerca, resa pubblica qualche giorno fa dal Barna Group, indica sei diverse ragioni in questo esodo giovanile. I ricercatori di Barna Group hanno posto le loro questioni a una varietà di persone: giovani adulti, teenagers, giovani pastori evangelici e loro colleghi più anziani. La ricerca si è estesa per un periodo di tempo molto lungo: cinque anni.
Il primo problema: le chiese appaiono “superprotettive”. Circa un quarto dei giovani, nell’arco di età fra i 18 e i 29 anni, hanno risposto che “i cristiani demonizzano tutto ciò che al di fuori della Chiesa”, nella maggior parte dei casi. Il 22 per cento ha dichiarato che le Chiese ignorano i problemi del mondo reale; il 18 per cento ha affermato che la propria Chiesa sembrava troppo preoccupata per l’impatto negativo dei film, della musica e dei videogames.
Andando più in profondità, è emerso che molti giovani adulti sentono che la loro esperienza del cristianesimo è superficiale, poco intensa, Un terzo del campione giovanile intervistato ha affermato che “la Chiesa è noiosa”. Il 20 per cento di quelli che come teenager hanno partecipato al sondaggio hanno affermato che Dio sembra essere assente dalla loro esperienza di chiesa.
Lo studio ha messo in luce che molti giovani adulti non apprezzano il modo in cui la propria Chiesa sembra opporsi alla scienza. Oltre un terzo dei protagonisti della ricerca, giovani adulti, ha dichiarato che “i cristiani sembrano troppo fiduciosi nel fatto che conoscono tutte le risposte”, mentre un quarto di essi ha affermato, molto semplicemente che “il cristianesimo è contro la scienza”.
Alcuni hanno una critica da fare alle loro Chiese: le confessioni a cui appartenevano, o ancora appartengono appaiono troppo “semplici”, o con il giudizio troppo facile quando si arriva a toccare il nodo della sessualità. Il 17 per cento di giovani cristiani afferma “di aver commesso errori, e di sentirsi giudicata dalla Chiesa a causa di essi”. Due giovani adulti cattolici su cinque affermano che l’insegnamento della Chiesa sul controllo delle nascite e sul sesso “è antiquato”.
Alcuni hanno una critica da fare alle loro Chiese: le confessioni a cui appartenevano, o ancora appartengono appaiono troppo “semplici”, o con il giudizio troppo facile quando si arriva a toccare il nodo della sessualità. Il 17 per cento di giovani cristiani afferma “di aver commesso errori, e di sentirsi giudicata dalla Chiesa a causa di essi”. Due giovani adulti cattolici su cinque affermano che l’insegnamento della Chiesa sul controllo delle nascite e sul sesso “è antiquato”.
La quinta ragione offerta dallo studio per spiegare l’esodo dalle Chiese cristiane è che molti giovani adulti lottano contro il problema dell’esclusività del cristianesimo. Il 29 per cento dei giovani cristiani hanno dichiarato che “le Chiese hanno paura di ciò che altre fedi credono”, e sentono che devono scegliere fra i loro amici e la loro fede.
La sesta ed ultima ragione evidenziata dalla ricerca sul perché i giovani si allontanano sta in un fatto emozionale. E cioè che sentono la Chiesa “poco amichevole nei confronti di coloro che dubitano”. Oltre un terzo dei giovani adulti ha dichiarato che non possono, nella Chiesa, porre le questioni più pressanti della vita e il 23 per cento ha ammesso di avere “dubbi intellettuali significativi” sulla propria fede.
Dalla ricerca è nato un libro, di cui è autore David Kinnaman, presidente del Barna Group, dal titolo indicativo: “Mi hai perso: perché i giovani cristiani lasciano, e ripensano la Chiesa”. E Kinnaman indica che uno dei problemi può consistere nel fatto che le Chiese sono strutturate e indirizzate verso i giovani adulti “tradizionali”. “Ma la maggior parte dei giovani adulti non seguono più il cammino tipico dell’andar via da casa, trovare un lavoro, sposarsi e avere dei bambini, il tutto prima dei 30 anni. Questi eventi sono ritardati, ricollocati e talvolta del tutto eliminati dal radar dei giovani adulti”.
La sesta ed ultima ragione evidenziata dalla ricerca sul perché i giovani si allontanano sta in un fatto emozionale. E cioè che sentono la Chiesa “poco amichevole nei confronti di coloro che dubitano”. Oltre un terzo dei giovani adulti ha dichiarato che non possono, nella Chiesa, porre le questioni più pressanti della vita e il 23 per cento ha ammesso di avere “dubbi intellettuali significativi” sulla propria fede.
Dalla ricerca è nato un libro, di cui è autore David Kinnaman, presidente del Barna Group, dal titolo indicativo: “Mi hai perso: perché i giovani cristiani lasciano, e ripensano la Chiesa”. E Kinnaman indica che uno dei problemi può consistere nel fatto che le Chiese sono strutturate e indirizzate verso i giovani adulti “tradizionali”. “Ma la maggior parte dei giovani adulti non seguono più il cammino tipico dell’andar via da casa, trovare un lavoro, sposarsi e avere dei bambini, il tutto prima dei 30 anni. Questi eventi sono ritardati, ricollocati e talvolta del tutto eliminati dal radar dei giovani adulti”.
La ricerca di Barna Group è confermata da altri dati. Uno studio di LifeWay Reasearch mostra che i due terzi dei giovani adulti che frequentavano una Chiesa protestante regolarmente (cioè un paio di volte al mese per almeno un anno di seguito) hanno smesso la pratica nel’età fra i 18 e i 22 anni. Molti tornano, e frequentano, anche se sporadicamente; ma il 34 per cento ha dichiarato che non è più tornato, sotto la soglia dei 30 anni. “ci sono un sacco di cifre allarmanti in giro, sulle uscite dalla Chiesa. E allora abbiamo voluto compiere una ricerca che ci desse un quadro chiaro della situazione, e certamente ci sono delle cattive notizie, ma anche soluzioni importanti che possono essere trovate. Se sappiamo perché la gente se ne va, possiamo muoversi meglio per entrare in contatto con loro”, ha dichiarato Ed Stetzer, direttore di LifeWay Reasearch, che è un organo della Southern Baptist Convention.
La maggior parte degli abbandoni sono collegati a cambiamenti nella vita; il che può anche far supporre una certa superficialità nell’approccio alla fede. Per esempio, l’ingresso in un college, e di conseguenza l’allontanamento fisico dalla chiesa di appartenenza è stato il motivo dello strappo per un quarto dei giovani.
“Quando i cambiamenti nella vita rimescolano le priorità e il tempo nelle vite dei giovani adulti, e quando è tempo di impegnarsi nella vita della Chiesa, molti non si sentono benvenuti e impegnati”, afferma Stetzer. Più del 52 per cento però hanno affermato che “credenze etiche, politiche o religiose” hanno contribuito alla partenza. Il 18 per cento ha dichiarato di non essere d’accordo con “la posizione della Chiesa in temi politici e sociali”; il 16 per cento non voleva identificarsi con una Chiesa, o una religione organizzata; e il 14 per cento non era d’accordo con l’insegnamento della sua Chiesa su Dio. Il 26 per cento trovava che i membri della Chiesa “erano portati a giudicare, o ipocriti”; mentre il 20 per cento non si sentiva “connesso con la gente nella mia Chiesa”.
Molti abbandoni, però non sono definitivi; l’abbandono è temporaneo, o parziale. Il 34 per cento di quelli che hanno deciso di tornare afferma “Semplicemente, volevo tornare”; il 28 per cento: “Ho entito che Dio mi stava chiamando affinché tornassi alla Chiesa”.
Molti abbandoni, però non sono definitivi; l’abbandono è temporaneo, o parziale. Il 34 per cento di quelli che hanno deciso di tornare afferma “Semplicemente, volevo tornare”; il 28 per cento: “Ho entito che Dio mi stava chiamando affinché tornassi alla Chiesa”.