sabato 29 ottobre 2011

Ior colato per il San Raffaele

La Banca Vaticana salva don Verzè.
di Gabriele Perrone.
Il San Raffaele è salvo, ma con la 'condizionale'. Venerdì 28 ottobre i giudici della sezione fallimentare del tribunale di Milano hanno accolto la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla fondazione di don Verzè in merito al crac del Monte Tabor, ma hanno anche evidenziato una serie di punti critici da risolvere tra cui il conflitto di interessi.
È stata confermata così l' indiscrezione che circolava già prima della decisione, cioè quella di una procedura con cui l' ospedale potrà cercare un accordo con i creditori per evitare il fallimento, seppur con delle clausole da rispettare.

MA C'È IL CONFLITTO DI INTERESSI. Il provvedimento, firmato dal presidente della sezione fallimentare Filippo Lamanna, ha dunque  ammesso il concordato, pur con la rilevazione di qualche elemento critico che ad avviso del tribunale merita di essere approfondito. In particolare, la Procura ha spiegato che il conflitto d'interessi «potrebbe gettare un velo d'ombra sulle modalità con cui il piano concordatario è stato disegnato proprio in funzione dell'offerta formulata» dagli investitori. Secondo il presidente del Tribunale fallimentare di Milano, Filippo Lamanna, il problema sarebbe anche il «sintomo o fattore diacritico ipoteticamente idoneo a determinare, in concorso con una complessiva ricostruzione dell'assetto negoziale anche in termini di frode alla legge, la caducazione o l'invalidazione del contratto preliminare» e del piano concordatario ad esso collegato.
Il conflitto di interessi è stato anche ribadito in riferimento ad una memoria presentata il 25 ottobre da Pini e Clementi, i due componenti del Cda che hanno dato le dimissioni, affermando di non aver potuto far prendere in considerazione il problema «proprio per la situazione conflittuale venutasi a creare e per la marginalizzazione di cui essi sarebbero stati vittime, una diversa e pur appetibile proposta di intervento finanziario formulata da una charity di diritto statunitense».
I giudici: «L'offerta di Ior-Malacalza è stata l'unica seria»
Il tribunale ha anche nominato come commissari Rolando Brambilla e Luigi Giovanni Saporito, entrambi commercialisti, più l'avvocato Salvatore Sanzo, i quali dovranno approfondire i punti critici della proposta di concordato. Il piano di salvataggio da 250 milioni, avanzato dallo Ior (la Banca Vaticana) e da Vittorio Malacalza, si accollerà mezzo miliardo di debiti su un totale di 1,5 miliardi. I giudici hanno aggiunto che che l'offerta degli investitori è stata finora «l'unica, seria e garantita proposta di intervento», confermandone l'affidabilità e solvibilità.
SALVATI I POSTI DI LAVORO. In questo modo verrebbero anche salvaguardate «le migliaia di posti di lavoro del San Raffaele e il salvataggio di questa impresa sanitaria, che viene in effetti comunemente considerata come struttura di eccellenza anche nell'ambito della ricerca scientifica. Per tale ragione il San Raffaele è anche un brand di valore economico indubbiamente considerevole». Il doppio binomio 'bene sociale-impresa e 'bene sociale-lavoro' ha quindi pesato sull'assenso alla richiesta di concordato preventivo.
L'adunanza dei creditori del San Raffaele al tribunale di Milano è stata invece fissata per il 23 gennaio 2012. Se in quell'occasione il 60% dei creditori darà il suo voto favorevole alla proposta di rimborso fatta, arriverà il via libera.
LE DIFFERENZE RIMANGONO. Nella giornata di giovedì, invece, la Procura di Milano aveva evidenziato delle ingenti discrepanze fra le cifre sul rimborso ai creditori presentate dal San Raffaele e quelle reali. La fondazione ne aveva parlato come «arrotondamenti del tutto trascurabili» mentre per i pm Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta si tratta di «differenze che valgono milioni di euro».
Venerdì, 28 Ottobre 2011
http://www.lettera43.it/attualita/29861/il-san-raffaele-e-salvo-concordato-preventivo.htm