LA “CHIESA CATTOLICA” CONSISTE NELLA PIÙ NEFANDA “ORGANIZZAZIONE CRIMINALE”, ABILMENTE MIMETIZZATA AL FINE DI ACCUMULARE RICCHEZZA CON OGNI SUBDOLO MEZZO DI ESTORSIONE.
FERNANDO LIGGIO.
L’ attività illecita della “Chiesa Cattolica” nel carpire con inganno ogni genere di beni agli ingenui adepti, ha inizio nel IV sec. allorché gli ingenui fedeli, in previsione della loro morte, venivano convinti dai sacerdoti a fare donazioni alla “Chiesa” al fine di assicurarsi la salvezza della propria anima nell’ “aldilà”. Il frutto di questo raggiro si prolunga in progressione geometrica per tutto il Medioevo e le pretese “pie donazioni” che la “Chiesa” ottiene, soprattutto dai ricchi signorotti, [.
..]FERNANDO LIGGIO.
L’ attività illecita della “Chiesa Cattolica” nel carpire con inganno ogni genere di beni agli ingenui adepti, ha inizio nel IV sec. allorché gli ingenui fedeli, in previsione della loro morte, venivano convinti dai sacerdoti a fare donazioni alla “Chiesa” al fine di assicurarsi la salvezza della propria anima nell’ “aldilà”. Il frutto di questo raggiro si prolunga in progressione geometrica per tutto il Medioevo e le pretese “pie donazioni” che la “Chiesa” ottiene, soprattutto dai ricchi signorotti, [.
sono particolarmente ingenti, specialmente nel corso dei secoli XI e XII.
Tali donazioni sono pretese in cambio dell’ offerta di vantaggi sociali nella “vita terrena” e di vantaggi spirituali nella futura “vita eterna” che la “Chiesa” propone. Nel caso in cui i futuri eredi dei donatori tentino di impedire le “donazioni”, la “Chiesa” non esita a formulare la cosiddetta “laudatio parentum” con la quale stabilisce che i benefici sono estesi anche agli eredi! Si pensi che con il predetto raggiro la “Chiesa”, già dall’VIII secolo riuscì ad appropriarsi nella sola Gallia (Francia) di oltre un terzo delle terre coltivate e, nel XIII secolo, in tutti gli altri territori in cui si è diffusa la “Religione Cattolica”! Ciò significa che le autorità “cattoliche”, episcopali e monastiche, risultano essere divenute dei potenti “Signori feudali” che fanno pesare sulle masse dei sottomessi gli obblighi del “potere padronale”!
Tali donazioni sono pretese in cambio dell’ offerta di vantaggi sociali nella “vita terrena” e di vantaggi spirituali nella futura “vita eterna” che la “Chiesa” propone. Nel caso in cui i futuri eredi dei donatori tentino di impedire le “donazioni”, la “Chiesa” non esita a formulare la cosiddetta “laudatio parentum” con la quale stabilisce che i benefici sono estesi anche agli eredi! Si pensi che con il predetto raggiro la “Chiesa”, già dall’VIII secolo riuscì ad appropriarsi nella sola Gallia (Francia) di oltre un terzo delle terre coltivate e, nel XIII secolo, in tutti gli altri territori in cui si è diffusa la “Religione Cattolica”! Ciò significa che le autorità “cattoliche”, episcopali e monastiche, risultano essere divenute dei potenti “Signori feudali” che fanno pesare sulle masse dei sottomessi gli obblighi del “potere padronale”!
È evidente che la posizione della “Chiesa Cattolica”, particolarmente vantaggiosa, continua progressivamente a consolidarsi poiché si è posta nella condizione di ricevere sempre più beni materiali, senza offrire nulla di materiale. Tutto ciò che la “Chiesa” carpisce si accumula in suo possesso e vi rimane in quanto essa non ha eredi pretenziosi anche se non vi mancano alti prelati che elargiscono beni ai propri familiari! Dal XIII secolo in poi la “Chiesa Cattolica”, oltre al già acquisito possesso di enormi latifondi, inizia ad arricchirsi di grandiosi monasteri, di monumentali “Cattedrali” e grandi “Musei” con opere d’arte di immenso valore, di lussuosi “Palazzi Vescovili” contenenti oggetti preziosi di ogni genere in oro ed argento, come calici, ostensori, reliquiari, dipinti di altissimo valore, ecc.
Tutte ricchezze che attirano visitatori che non risparmiano a lasciare elemosine nella speranza di ricevere benefici nella futura vita ultraterrena! Inoltre, la “Chiesa Cattolica” iniziò a fare obbligo del versamento a suo favore della cosiddetta “decima” da tutti i proprietari, consistente in un decimo del raccolto o del ricavo di ogni altra attività produttiva, per avere in cambio preghiere e funzioni liturgiche onde avere assicurato il “Paradiso” per se e per i propri defunti (“pro remedio animae”)!
Tutte ricchezze che attirano visitatori che non risparmiano a lasciare elemosine nella speranza di ricevere benefici nella futura vita ultraterrena! Inoltre, la “Chiesa Cattolica” iniziò a fare obbligo del versamento a suo favore della cosiddetta “decima” da tutti i proprietari, consistente in un decimo del raccolto o del ricavo di ogni altra attività produttiva, per avere in cambio preghiere e funzioni liturgiche onde avere assicurato il “Paradiso” per se e per i propri defunti (“pro remedio animae”)!
La trovata geniale più antica della “Chiesa Cattolica” consiste nel “rituale eucaristico”, tramite il quale il “Cristo” (l’“Unto”) è fatto simbolicamente incorporare ai fedeli in memoria del sacrificio dallo stesso effettuato per la “salvezza dell’umanità”! La “Chiesa Cattolica” mette a disposizione dei propri fedeli gli esclusivi dispensatori dei sacramenti necessari per la loro “salvezza”, cosicché il “Clero” è imposto come assoluto intermediario tra l’essere umano e “Dio”! La “Chiesa Cattolica” ha sempre cercato di indurre i ricchi proprietari a farsi lasciare ogni genere di beni, illudendoli che così potranno avere assicurata la “salvezza” eterna nell’“aldilà”, sia per i loro defunti che per loro stessi! La “Chiesa Cattolica” continua imperterrita ad accumulare capitale impunemente con ogni mezzo illegale.
A riguardo Ernesto Rossi (1964) ha sentito il dovere di denunziare che «…per accrescere sempre più la sua ricchezza la Chiesa cattolica, che è ormai la maggior potenza finanziaria del mondo, partecipa senza scrupoli ai più grossi affari ed investe gran parte dei suoi capitali nei titoli delle maggiori imprese (aziende a partecipazioni statali, società concessionarie di servizi pubblici, società di assicurazioni, società edilizie, gruppi monopolistici minerari, siderurgici, saccariferi, cementieri, ecc.) i cui extraprofitti sono meglio garantiti dalla protezione dei governi amici della Chiesa...» (cfr. Rossi E.: «Il Sillabo e dopo», Roma, 1964). Infatti, da tale protezione, detti governi traggono un essenziale vantaggio, necessario per conservare e mantenere la loro stabilità, quale quello ben messo in evidenza, come segue, da Manacorda e Franzoni (1999): «…la stessa Chiesa cattolica trattiene per sé ricchezze che dovrebbero essere destinate ad altri. […].
Certo la Chiesa può magari aver organizzato e sostenuto innumerevoli opere di carità: ma è quella “carità solidale” che non serve a mutare, ma a conservare i ricchi e i poveri nelle strutture sociali esistenti e a far guadagnare ai ricchi la riconoscenza dei poveri […]. Che, peraltro, lo ha fatto sempre grazie agli aiuti pubblici e privati, dello Stato e degli individui; mai, che si sappia, spogliando le sue ricchissime chiese. È dunque questa la solidarietà della Chiesa? Le parole suonano belle, ma dove sono i fatti? In realtà, questa solidarietà tra diversi ― ricchi e poveri ― destinati a restare tali per sempre [(1)] in una società mondiale naturaliter divisa tra zone di opulenza e zone di miseria, ad altro non serve che a conservare questa divisione, di cui non si prospetta in alcun modo la fine. Come la divisione, per mantenersi ha bisogno di solidarietà tra i diversi, così la solidarietà, per giustificarsi, ha bisogno della divisione. Alla conservazione di questa diversità “solidale” tra ricchi e poveri serve anche la divisione tra clero e laici, […] tra una parte, il clero, opulenta di ricchezze […] e l’altra parte, la grande maggioranza degli uomini, incapace di distinguere il bene dal male.
L’enciclica sullo Spirito e quella sulla società si danno così la mano, ribadendo la divisione tra chi possiede la ricchezza, materiale e spirituale, e chi non possiede né l’una né l’altra…» (cfr. Manacorda M.A., Franzoni G.: «Le ombre di Wojtyla», Roma, 1999).
A riguardo Ernesto Rossi (1964) ha sentito il dovere di denunziare che «…per accrescere sempre più la sua ricchezza la Chiesa cattolica, che è ormai la maggior potenza finanziaria del mondo, partecipa senza scrupoli ai più grossi affari ed investe gran parte dei suoi capitali nei titoli delle maggiori imprese (aziende a partecipazioni statali, società concessionarie di servizi pubblici, società di assicurazioni, società edilizie, gruppi monopolistici minerari, siderurgici, saccariferi, cementieri, ecc.) i cui extraprofitti sono meglio garantiti dalla protezione dei governi amici della Chiesa...» (cfr. Rossi E.: «Il Sillabo e dopo», Roma, 1964). Infatti, da tale protezione, detti governi traggono un essenziale vantaggio, necessario per conservare e mantenere la loro stabilità, quale quello ben messo in evidenza, come segue, da Manacorda e Franzoni (1999): «…la stessa Chiesa cattolica trattiene per sé ricchezze che dovrebbero essere destinate ad altri. […].
Certo la Chiesa può magari aver organizzato e sostenuto innumerevoli opere di carità: ma è quella “carità solidale” che non serve a mutare, ma a conservare i ricchi e i poveri nelle strutture sociali esistenti e a far guadagnare ai ricchi la riconoscenza dei poveri […]. Che, peraltro, lo ha fatto sempre grazie agli aiuti pubblici e privati, dello Stato e degli individui; mai, che si sappia, spogliando le sue ricchissime chiese. È dunque questa la solidarietà della Chiesa? Le parole suonano belle, ma dove sono i fatti? In realtà, questa solidarietà tra diversi ― ricchi e poveri ― destinati a restare tali per sempre [(1)] in una società mondiale naturaliter divisa tra zone di opulenza e zone di miseria, ad altro non serve che a conservare questa divisione, di cui non si prospetta in alcun modo la fine. Come la divisione, per mantenersi ha bisogno di solidarietà tra i diversi, così la solidarietà, per giustificarsi, ha bisogno della divisione. Alla conservazione di questa diversità “solidale” tra ricchi e poveri serve anche la divisione tra clero e laici, […] tra una parte, il clero, opulenta di ricchezze […] e l’altra parte, la grande maggioranza degli uomini, incapace di distinguere il bene dal male.
L’enciclica sullo Spirito e quella sulla società si danno così la mano, ribadendo la divisione tra chi possiede la ricchezza, materiale e spirituale, e chi non possiede né l’una né l’altra…» (cfr. Manacorda M.A., Franzoni G.: «Le ombre di Wojtyla», Roma, 1999).
È esemplare il fatto che il Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) sia morto (1958) «…con un patrimonio di 80 milioni di marchi [equivalenti a circa 580 milioni di euro attuali (anno 2011)] in oro ed i suoi tre nipoti hanno accumulato 120 milioni di marchi [equivalenti a circa 1.300 milioni di euro attuali (anno 2011)] nei diciannove anni (1939-1958) di papato dello zio…» (cfr. Deschner K.: «Ein Jahrhundert Heilsgeschichte. Die Politik der Päpste im Zeitalter der Weltkriege: von Pius XII», Band II, Reimbek bei Hamburg, 1983). Inoltre, la Chiesa cattolica, pur di ricavare denaro, non si fa scrupolo nell’organizzare truffe come quella della “benedizione per posta”, escogitata dal pontefice Paolo VI che, come precisa Rendina (2001), «…Bastava riempire un modulo e indirizzarlo all’elemosiniere del Vaticano, il vescovo titolare di Termini Imerese, Antonio Travia, e la benedizione apostolica ti arrivava a casa col postino a solo 2.000 lire [degli anni settanta, equivalenti al potere d’acquisto di circa 46 euro attuali (anno 2011)]; se la volevi su pergamena di riso, il prezzo saliva a 30.000 lire [degli anni settanta, equivalenti al potere d’acquisto di circa 750 euro attuali (anno 2011)].
Era una truffa “santa” [!!]…» (cfr. Rendina C.: «I Papi, storia e segreti», Roma, 2001). Ma, si è sempre ostacolato di valutare e di far conoscere l’immensa ricchezza che possiede la “Santa Sede”, tanto che Nichols (1968) dichiara esplicitamente quanto segue: «…Sono stati fatti molti tentativi per valutare quanto possiede la Santa Sede; ma, […] manca ogni osservazione costruttiva dall’interno su cui basare un fondato calcolo. È difficile spiegare il perché di tanta segretezza […]: o il patrimonio del Vaticano è così vasto che è meglio non farlo conoscere per non rendere i fedeli meno disposti a soccorrere la Chiesa, o è investito in settori dell’attività economica (particolarmente in Italia) che sanno troppo di speculazione pura e, forse, anche di equivoco sfruttamento. Il papato sa […] che cosa significhi possedere grandi patrimoni. […] l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica […] è il primo dei principali enti finanziario-amministrativi che siano stati istituiti; ma ce n’è uno più recente, la Sezione straordinaria, ancora più importante nelle questioni finanziarie. […]. Lavorando in assoluta segretezza ed essendo responsabile solo verso il papa, essa ha il privilegio di non pagare tasse […]. Un’abile gestione di questo capitale di base ha fatto del Vaticano una delle massime potenze finanziarie mondiali. Non si pubblicano mai bilanci; non si danno mai indicazioni dirette circa gli investimenti. […].
Era una truffa “santa” [!!]…» (cfr. Rendina C.: «I Papi, storia e segreti», Roma, 2001). Ma, si è sempre ostacolato di valutare e di far conoscere l’immensa ricchezza che possiede la “Santa Sede”, tanto che Nichols (1968) dichiara esplicitamente quanto segue: «…Sono stati fatti molti tentativi per valutare quanto possiede la Santa Sede; ma, […] manca ogni osservazione costruttiva dall’interno su cui basare un fondato calcolo. È difficile spiegare il perché di tanta segretezza […]: o il patrimonio del Vaticano è così vasto che è meglio non farlo conoscere per non rendere i fedeli meno disposti a soccorrere la Chiesa, o è investito in settori dell’attività economica (particolarmente in Italia) che sanno troppo di speculazione pura e, forse, anche di equivoco sfruttamento. Il papato sa […] che cosa significhi possedere grandi patrimoni. […] l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica […] è il primo dei principali enti finanziario-amministrativi che siano stati istituiti; ma ce n’è uno più recente, la Sezione straordinaria, ancora più importante nelle questioni finanziarie. […]. Lavorando in assoluta segretezza ed essendo responsabile solo verso il papa, essa ha il privilegio di non pagare tasse […]. Un’abile gestione di questo capitale di base ha fatto del Vaticano una delle massime potenze finanziarie mondiali. Non si pubblicano mai bilanci; non si danno mai indicazioni dirette circa gli investimenti. […].
Risulta abbastanza evidente che la Santa Sede è strettamente legata all’edilizia, all’attività bancaria, assicurativa, ai servizi pubblici ed ai lavori pubblici di grossa portata. […] l’Istituto per le Opere di Religione [lo IOR] […]. Questo istituto è, in effetti, la Banca Vaticana, che praticamente funziona come ogni altra banca. Lo si può considerare il terzo braccio finanziario della Santa Sede. Un quarto corpo finanziario è la Commissione Pontificia dello Stato-Città del Vaticano. Le sue funzioni comportano, com’è ovvio, sia lavoro amministrativo che finanziario ed entro l’area delle sue attività circola una gran quantità di denaro. […] nel 1948 […] monsignor Edoardo Pretner Cippico, archivista della segreteria di stato, […] ha trasferito dei capitali all’estero per conto di uomini d’affari italiani […] ed eluso le norme valutarie servendosi dei canali dell’amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Fu arrestato nel suo ufficio e chiuso nella prigione vaticana, la Torre dei quattro venti. Ma ci restò poco. Riuscito ad evadere, fu poi arrestato dalle autorità civili e trasferito a Regina Coeli. Processato e condannato per truffa, in seguito fu assolto dalla sentenza della Corte di Appello [!!]…» (cfr. Nichols P.: «The Politics of the Vatican», London, 1968).
E più recentemente Rodríguez (1997) non esita a denunziare quanto segue: «…La Chiesa cattolica […] necessita di quel potere di suggestione suscitato dalle immagini per assicurarsi, ancora, i moltissimi introiti economici che l’adorazione di statue gli garantisce…» (cfr. Rodríguez P.: «Mentiras fundamentales de la Iglesia católica», Barcellona, 1997). In atto, se si considerano le enormi somme di capitali movimentate dalle banche di proprietà della “Chiesa Cattolica” (2), si deduce che essa è, in realtà, una potente organizzazione multinazionale tesa ad accumulare ricchezza, né più né meno come tutte le altre cosche criminali dette “mafiose”, e capace di condizionare il mercato in ogni paese del mondo! La “Chiesa Cattolica” fin dalla sua costituzione è sempre stata un’organizzazione politico-capitalistica in crescente sviluppo, come si può evidenziare dal seguente scritto di Gramsci (1924), stilato oltre settantacinque anni fa in cui si rileva che essa «… è senza dubbio la più vasta e potente organizzazione privata che sia mai esistita […] e rimane tuttora una delle forze politiche più efficienti della storia moderna. La [sua] base organizzativa, il Vaticano, è in Italia: qui risiedono gli organi dirigenti delle organizzazioni cattoliche, la cui complessa rete abbraccia una gran parte del globo. In Italia l’apparato ecclesiastico del Vaticano si compone di circa 200.000 persone; cifra imponente, soprattutto quando si consideri che essa comprende migliaia e migliaia di persone dotate di intelligenza, cultura, abilità consumata nell’arte dell’intrigo e nella preparazione e condotta metodica e silenziosa dei disegni politici.
Molti di questi uomini incarnano le più vecchie tradizioni d’organizzazione delle masse e, di conseguenza, la più grande forza reazionaria esistente in Italia, forza tanto più temibile in quanto insidiosa ed inafferrabile. Il fascismo prima di tentare il suo colpo di Stato dovette trovare un accordo con essa. Si dice che il Vaticano, benché molto interessato all’avvento del fascismo [(3)] al potere, abbia fatto pagare molto caro l’appoggio al fascismo. Il salvataggio del Banco di Roma [1922-1923], dove erano depositati tutti i fondi ecclesiastici, è costato, a quel che si dice, più di un miliardo di lire [equivalenti a 10 mila miliardi di lire dell’anno 2000 e ad oltre 7 miliardi di euro (anno 2011)] al popolo italiano. Poiché si parla spesso del Vaticano e della sua influenza senza conoscerne esattamente la struttura e la reale forza d’organizzazione, non è senza interesse darne un’idea precisa.
E più recentemente Rodríguez (1997) non esita a denunziare quanto segue: «…La Chiesa cattolica […] necessita di quel potere di suggestione suscitato dalle immagini per assicurarsi, ancora, i moltissimi introiti economici che l’adorazione di statue gli garantisce…» (cfr. Rodríguez P.: «Mentiras fundamentales de la Iglesia católica», Barcellona, 1997). In atto, se si considerano le enormi somme di capitali movimentate dalle banche di proprietà della “Chiesa Cattolica” (2), si deduce che essa è, in realtà, una potente organizzazione multinazionale tesa ad accumulare ricchezza, né più né meno come tutte le altre cosche criminali dette “mafiose”, e capace di condizionare il mercato in ogni paese del mondo! La “Chiesa Cattolica” fin dalla sua costituzione è sempre stata un’organizzazione politico-capitalistica in crescente sviluppo, come si può evidenziare dal seguente scritto di Gramsci (1924), stilato oltre settantacinque anni fa in cui si rileva che essa «… è senza dubbio la più vasta e potente organizzazione privata che sia mai esistita […] e rimane tuttora una delle forze politiche più efficienti della storia moderna. La [sua] base organizzativa, il Vaticano, è in Italia: qui risiedono gli organi dirigenti delle organizzazioni cattoliche, la cui complessa rete abbraccia una gran parte del globo. In Italia l’apparato ecclesiastico del Vaticano si compone di circa 200.000 persone; cifra imponente, soprattutto quando si consideri che essa comprende migliaia e migliaia di persone dotate di intelligenza, cultura, abilità consumata nell’arte dell’intrigo e nella preparazione e condotta metodica e silenziosa dei disegni politici.
Molti di questi uomini incarnano le più vecchie tradizioni d’organizzazione delle masse e, di conseguenza, la più grande forza reazionaria esistente in Italia, forza tanto più temibile in quanto insidiosa ed inafferrabile. Il fascismo prima di tentare il suo colpo di Stato dovette trovare un accordo con essa. Si dice che il Vaticano, benché molto interessato all’avvento del fascismo [(3)] al potere, abbia fatto pagare molto caro l’appoggio al fascismo. Il salvataggio del Banco di Roma [1922-1923], dove erano depositati tutti i fondi ecclesiastici, è costato, a quel che si dice, più di un miliardo di lire [equivalenti a 10 mila miliardi di lire dell’anno 2000 e ad oltre 7 miliardi di euro (anno 2011)] al popolo italiano. Poiché si parla spesso del Vaticano e della sua influenza senza conoscerne esattamente la struttura e la reale forza d’organizzazione, non è senza interesse darne un’idea precisa.
Il Vaticano è un nemico internazionale del proletariato […]. L’organizzazione ecclesiastica del Vaticano riflette il suo carattere internazionale. Essa costituisce la base del potere del papato in Italia e nel mondo. In Italia si trovano due tipi diversi d’organizzazione cattolica: 1) l’organizzazione di massa, religiosa per eccellenza, ufficialmente basata sulla gerarchia ecclesiastica che è l’Unione dei cattolici italiani o, come è chiamata correntemente nei giornali, L’Azione cattolica; 2) il Partito popolare italiano […], mentre l’Azione cattolica si trova nelle mani dell’aristocrazia, dei grandi proprietari e delle autorità ecclesiastiche, reazionarie e simpatizzanti con il fascismo. Il Papa è il capo supremo tanto dell’apparato ecclesiastico che dell’Azione cattolica. Quest’ultima ignora i congressi nazionali ed ogni altra forma di organizzazione democratica […]. Essa è costruita gerarchicamente dalla base al vertice. Per contro il Partito popolare italiano è ufficialmente indipendente dalle autorità ecclesiastiche, accoglie nelle sue file anche dei non cattolici ― pur avendo tra l’altro nel suo programma la difesa della religione ― subisce tutte le vicissitudini alle quali è sottoposto un partito di massa, ha già conosciuto più di una scissione, è il terreno di lotte di tendenze accanite che riflettono i conflitti di classe delle masse rurali italiane.
Pio XI, […], manifestò più volte le sue simpatie per il fascismo e per Mussolini. I “moderati” milanesi intervennero presso il Ratti, eletto Papa [Pio XI (1922-1939)], per assicurare il suo appoggio al fascismo, al momento del colpo di stato. In Vaticano il Papa è assistito dal sacro collegio, composto di 60 cardinali, nominati dal Papa stesso, che a loro volta designano il Papa ogni volta che il trono di San Pietro rimane vacante. Di questi 60 cardinali, 30 almeno sono sempre scelti tra il clero italiano per assicurare l’elezione di un Papa di nazionalità italiana. Dopo vengono gli spagnoli con 6 cardinali; i francesi con 5; ecc.
L’amministrazione internazionale della Chiesa è affidata a un collegio di patriarchi e arcivescovi preposti ai diversi riti nazionali ufficialmente riconosciuti. La corte pontificia ricorda l’organizzazione governativa di un grande Stato. Circa 200 funzionari ecclesiastici presiedono i diversi dipartimenti e sezioni o fanno parte di diverse commissioni, ecc. La più importante fra le sezioni è, senza dubbio, la segreteria di Stato che dirige gli affari politici e diplomatici del Vaticano. […].
Ventisei Stati hanno i loro rappresentanti presso il Vaticano che, a sua volta, è rappresentato presso 37 Stati. In Italia, in particolare a Roma, si trova la direzione centrale dei 215 ordini religiosi, 89 maschili e 126 femminili, gran parte dei quali esistono da 1.000 e persino 1.500 anni, che hanno conventi e congregazioni in tutti i paesi. I benedettini, per esempio, che si sono specializzati nell’istruzione, vantavano, nel 1920, 7.100 monaci e 11.800 monache. L’ordine maschile è diretto da un primate e conta i seguenti dignitari: 1 cardinale, 6 arcivescovi, 9 vescovi, 121 priori. I benedettini amministrano 800 chiese e 170 scuole. E questo non è che uno dei 215 ordini cattolici! La santa società di Gesù conta ufficialmente 17.540 membri, tra cui 8.586 padri, 4.957 studenti e 3.997 fratelli laici.
I gesuiti sono molto potenti in Italia. Grazie ai loro intrighi essi riescono qualche volta a far sentire la loro influenza persino tra le file dei partiti proletari. […]. Sempre a Roma risiede la congregazione per la propagazione della fede che con i suoi missionari cerca di diffondere il cattolicesimo in tutti i paesi. Essa ha al suo servizio 16.000 missionari e 30.000 missionarie, 6.000 preti indigeni e 29.000 catechisti soltanto nei paesi non cristiani. Essa amministra, inoltre, 30.000 chiese, 147 seminari con 6.000 allievi, 24.000 scuole popolari, 409 ospedali, 1.183 dispensari medici, 1.263 orfanatrofi e 63 tipografie. La grande istituzione mondiale chiamata L’Apostolato della preghiera è creazione dei gesuiti: essa abbraccia 26 milioni di aderenti divisi in gruppi di 15 persone che hanno ciascuno per capo un “fervente” ed una “fervente”. Essa distribuisce una pubblicazione periodica centrale che esce in 51 edizioni diverse ed in 39 lingue, fra le quali 6 dialetti indiani, ecc., conta di un milione e mezzo di abbonati e ha una tiratura di 10.000.000 esemplari.
Pio XI, […], manifestò più volte le sue simpatie per il fascismo e per Mussolini. I “moderati” milanesi intervennero presso il Ratti, eletto Papa [Pio XI (1922-1939)], per assicurare il suo appoggio al fascismo, al momento del colpo di stato. In Vaticano il Papa è assistito dal sacro collegio, composto di 60 cardinali, nominati dal Papa stesso, che a loro volta designano il Papa ogni volta che il trono di San Pietro rimane vacante. Di questi 60 cardinali, 30 almeno sono sempre scelti tra il clero italiano per assicurare l’elezione di un Papa di nazionalità italiana. Dopo vengono gli spagnoli con 6 cardinali; i francesi con 5; ecc.
L’amministrazione internazionale della Chiesa è affidata a un collegio di patriarchi e arcivescovi preposti ai diversi riti nazionali ufficialmente riconosciuti. La corte pontificia ricorda l’organizzazione governativa di un grande Stato. Circa 200 funzionari ecclesiastici presiedono i diversi dipartimenti e sezioni o fanno parte di diverse commissioni, ecc. La più importante fra le sezioni è, senza dubbio, la segreteria di Stato che dirige gli affari politici e diplomatici del Vaticano. […].
Ventisei Stati hanno i loro rappresentanti presso il Vaticano che, a sua volta, è rappresentato presso 37 Stati. In Italia, in particolare a Roma, si trova la direzione centrale dei 215 ordini religiosi, 89 maschili e 126 femminili, gran parte dei quali esistono da 1.000 e persino 1.500 anni, che hanno conventi e congregazioni in tutti i paesi. I benedettini, per esempio, che si sono specializzati nell’istruzione, vantavano, nel 1920, 7.100 monaci e 11.800 monache. L’ordine maschile è diretto da un primate e conta i seguenti dignitari: 1 cardinale, 6 arcivescovi, 9 vescovi, 121 priori. I benedettini amministrano 800 chiese e 170 scuole. E questo non è che uno dei 215 ordini cattolici! La santa società di Gesù conta ufficialmente 17.540 membri, tra cui 8.586 padri, 4.957 studenti e 3.997 fratelli laici.
I gesuiti sono molto potenti in Italia. Grazie ai loro intrighi essi riescono qualche volta a far sentire la loro influenza persino tra le file dei partiti proletari. […]. Sempre a Roma risiede la congregazione per la propagazione della fede che con i suoi missionari cerca di diffondere il cattolicesimo in tutti i paesi. Essa ha al suo servizio 16.000 missionari e 30.000 missionarie, 6.000 preti indigeni e 29.000 catechisti soltanto nei paesi non cristiani. Essa amministra, inoltre, 30.000 chiese, 147 seminari con 6.000 allievi, 24.000 scuole popolari, 409 ospedali, 1.183 dispensari medici, 1.263 orfanatrofi e 63 tipografie. La grande istituzione mondiale chiamata L’Apostolato della preghiera è creazione dei gesuiti: essa abbraccia 26 milioni di aderenti divisi in gruppi di 15 persone che hanno ciascuno per capo un “fervente” ed una “fervente”. Essa distribuisce una pubblicazione periodica centrale che esce in 51 edizioni diverse ed in 39 lingue, fra le quali 6 dialetti indiani, ecc., conta di un milione e mezzo di abbonati e ha una tiratura di 10.000.000 esemplari.
L’Apostolato della preghiera è indubbiamente una delle migliori organizzazioni di propaganda religiosa. Sarebbe molto interessante studiare i suoi metodi. Essa riesce con mezzi molto semplici a esercitare un’influenza enorme sulle larghe masse della popolazione rurale, eccitandone il fanatismo religioso e suggerendo la politica che più conviene agli interessi della Chiesa…» (cfr. Gramsci A.: «Le Vatican», Corréspondence internationale, IV-179, 523, 12 marzo 1924, riportato in Gramsci A.: «La religione come senso comune» (a cura di La Rocca T.), Milano, 1997) (4). Questa disastrosa realtà sociale, vergognosamente tollerata dai politici italiani, si è mostruosamente incrementata, divenendo ormai, nel 2011, del tutto insostenibile. La Chiesa Cattolica oggi oltre a possedere la maggior parte di Istituti Scolastici, di Cliniche e di Ospedali, gode d’inauditi ed enormi privilegi, al pari di ogni altra “organizzazione criminale” come, ad esempio, la possibilità del riciclaggio del “denaro sporco”, della concessione di grandi appalti, ecc.! Si pensi che lo Stato del Vaticano grazie alla pretesa tangente (o “pizzo” che dir si voglia) dell’8 x 1000 intasca annualmente ben oltre 1.500.000 di euro assommandoli al suo enorme patrimonio, che secondo attendibili stime, è di oltre 100 miliardi di euro, cifra nettamente superiore a quella posseduta da tutte le cosche mafiose più aberranti del mondo!
E non paga neppure l’ICI! Inoltre, lo Stato Italiano permette l’ingerenza del clero nelle Scuole Pubbliche per condizionare i bambini al fine di plasmare i futuri “fedeli clienti”, coadiuvando tale condizionamento con l’introduzione obbligatoria della preghiera e con l’avvalorare la fandonia del creazionismo a discapito del dimostrato evoluzionismo; accetta l’interferenza della Chiesa Cattolica sul controllo delle nascite, nonostante le note deleterie conseguenze che l’aumento sconsiderato della popolazione, in carenza di risorse, comporta; non si oppone alla discriminazione della Chiesa Cattolica verso gli omosessuali, le unioni di fatto, ecc. Dall’inchiesta, effettuata da Manhattan (1983), risulta quanto segue: «…La “Chiesa Cattolica” è la maggiore potenza finanziaria, detentrice di patrimoni ed accumulatrice di ricchezze esistente.
Possiede più beni materiali di qualsiasi altra istituzione, società, gigantesco fondo fiduciario, governo o Stato di tutto il globo terrestre. Il Papa, in quanto evidente governatore di questa immensa abbondanza, è di conseguenza il più ricco individuo del XX secolo…» (cfr. Manhattan A.: «The Vatican Billions», Chino, 1983).
E non paga neppure l’ICI! Inoltre, lo Stato Italiano permette l’ingerenza del clero nelle Scuole Pubbliche per condizionare i bambini al fine di plasmare i futuri “fedeli clienti”, coadiuvando tale condizionamento con l’introduzione obbligatoria della preghiera e con l’avvalorare la fandonia del creazionismo a discapito del dimostrato evoluzionismo; accetta l’interferenza della Chiesa Cattolica sul controllo delle nascite, nonostante le note deleterie conseguenze che l’aumento sconsiderato della popolazione, in carenza di risorse, comporta; non si oppone alla discriminazione della Chiesa Cattolica verso gli omosessuali, le unioni di fatto, ecc. Dall’inchiesta, effettuata da Manhattan (1983), risulta quanto segue: «…La “Chiesa Cattolica” è la maggiore potenza finanziaria, detentrice di patrimoni ed accumulatrice di ricchezze esistente.
Possiede più beni materiali di qualsiasi altra istituzione, società, gigantesco fondo fiduciario, governo o Stato di tutto il globo terrestre. Il Papa, in quanto evidente governatore di questa immensa abbondanza, è di conseguenza il più ricco individuo del XX secolo…» (cfr. Manhattan A.: «The Vatican Billions», Chino, 1983).
Inoltre, Manhattan (1983) documenta che la Santa Sede della “Chiesa Cattolica” ha effettuato enormi investimenti in Inghilterra con i Rothschild, oltre che in Francia, svizzera, ecc.; negli U.S.A. detiene capitali nella “Morgan Bank”, nella “Chase Manhattan Bank”, nella “First National Bank”, nella “Bankers Trust Company”, ecc. Tra i numerosissimi investimenti della Santa Sede della “Chiesa Cattolica” Manhattan (1983) menziona i miliardi di azioni nelle più potenti società internazionali (come la “Gulf Oil”, la “Shell”, la “General Motors” la “General Electric”, la “IBM”, ecc.) e precisa quando segue: «…Non è difficile scoprire la vera, strabiliante opulenza della Chiesa [Cattolica]: se si somma il patrimonio delle ventotto arcidiocesi e delle centoventidue diocesi degli Stati Uniti, alcune delle quali sono addirittura più ricche di quella di Boston.
Ci si può fare un’idea dei beni immobiliari e delle altre forme di patrimonio controllate dalla “Chiesa Cattolica”, grazie al commento di un membro della “New York Catholic Conference”, che ha affermato come la sua Chiesa “[…] è seconda solo al governo degli Stati Uniti, per fatturato d’acquisto in un anno”…». Riguardo le spese annuali di gestione, limitatamente al “Vaticano”, Allen (2005) documenta quanto segue: «…ammontano a quasi 200 milioni di euro all’anno. I finanziamenti provengono […] dai contributi apportati dalle conferenze dei vescovi, dalle diocesi, dagli ordini religiosi, dai singoli donatori laici e da “altre entrate”…» (cfr. Allen J.L.: «Vatican finances», National Catholic Reporter, 15 luglio 2005)! Infine, si ritiene doveroso concludere nel ricordare che lo Stato “Teo-plutocratico Dittatoriale Vaticano” della “Chiesa Cattolica Cristiana” pretende dallo Stato Italiano una tangente annua che in totale risulta di circa 10.000.000 di Euro, somma che potrebbe essere utilizzata per le tante necessità impellenti del popolo italiano, mentre purtroppo contribuisce vergognosamente ad aumentare le ricchezze dell’efferata casta criminale dei gerarchi del già ricchissimo predetto “Stato Parassita”!
NOTE
(1) A riguardo Orano (1911) precisa che «…il debitum legale canonico riconosce il dovere che la Chiesa ha, ed assume, di mantenere i poveri […] alla condizione che restino poveri…» (cfr. Orano P.: «Cristo e Quirino (il problema del Cristianesimo)», Firenze 1911).
(2) La polimorfa attività delle banche di proprietà della “Chiesa Cattolica” verte in notevoli operazioni finanziarie internazionali, nel controllo e nella diretta gestione delle organizzazioni devolute alla raccolta dei fondi per le popolazioni sottosviluppate, in ingenti investimenti patrimoniali nell’acquisto di beni immobili, nelle recenti vistose campagne pubblicitarie promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ecc. A riguardo, in particolare si deve menzionare lo IOR, ossia “Istituto per le Opere di Religione” (!!), denominazione della principale Banca Vaticana, attraverso cui è avvenuta l’esportazione illecita di valuta dall’Italia all’estero, e che, tra l’altro, ha investito capitali nel Casinò di Monte Carlo, nell’industria di armi da fuoco Beretta, in un’industria canadese di contraccettivi orali, ecc. (cfr. Morgan-Witts M., Gordon.T.: «Dentro il Vaticano», Ed. it., Napoli, 1989).
(2) La polimorfa attività delle banche di proprietà della “Chiesa Cattolica” verte in notevoli operazioni finanziarie internazionali, nel controllo e nella diretta gestione delle organizzazioni devolute alla raccolta dei fondi per le popolazioni sottosviluppate, in ingenti investimenti patrimoniali nell’acquisto di beni immobili, nelle recenti vistose campagne pubblicitarie promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ecc. A riguardo, in particolare si deve menzionare lo IOR, ossia “Istituto per le Opere di Religione” (!!), denominazione della principale Banca Vaticana, attraverso cui è avvenuta l’esportazione illecita di valuta dall’Italia all’estero, e che, tra l’altro, ha investito capitali nel Casinò di Monte Carlo, nell’industria di armi da fuoco Beretta, in un’industria canadese di contraccettivi orali, ecc. (cfr. Morgan-Witts M., Gordon.T.: «Dentro il Vaticano», Ed. it., Napoli, 1989).
Inoltre, la Banca Vaticana, già trent’anni fa, gestiva un capitale lordo superiore a 1 miliardo di dollari tanto che «... I suoi profitti annuali, nel 1978, erano superiori a 120 milioni di dollari; per l’85 per cento erano appannaggio del papa che li adoperava come meglio credeva. I suoi conti correnti erano più di 11.000 […], solo 1.047 appartenevano agli ordini e agli istituti religiosi, 312 alle parrocchie e 290 alle diocesi. I rimanenti 9.351 erano di proprietà di diplomatici, prelati, e “cittadini privilegiati”; un cospicuo numero di appartenenti a quest’ultima categoria non erano neanche cittadini italiani. Quattro fra costoro erano Sindona [«…Paolo VI avrebbe definito Sindona, con il suo piano per moltiplicare i capitali vaticani così come Cristo aveva moltiplicato i pani e i pesci, “un uomo mandato da Dio”…» (cfr. Willey D. : «God’s Politician», London, 1992)], Calvi, Gelli ed Ortolani.
Altri conti erano posseduti da importanti uomini politici di qualsiasi partito e da grandi industriali. Molti dei proprietari usavano le facilitazioni come un canale occulto attraverso cui esportare illegalmente valuta fuori dall’Italia. Qualsiasi deposito fatto non era soggetto a nessuna tassazione [si pensi a come una nefanda religione possa contribuire a determinare il crollo economico di una nazione!]…» (cfr. Yallop D.: Op. cit., London, 1984).
(3) Il Vaticano è stato sempre interessato alla salvaguardia del capitalismo, fatto che lo accomuna al fascismo, allora incipiente. Infatti, come sottolinea Ossicini (1998), «…Il fascismo è un preciso fenomeno di classe: esso è sorto per la difesa degli interessi del capitalismo…» (cfr. Ossicini A.: «Il fantasma cattocomunista e il sogno democristiano», Roma, 1998).
(4) Trattasi dell’articolo dal titolo «Le Vatican», scritto dall’autore durante la sua permanenza a Vienna ed apparso in “Corréspondance internationale”, n° 179 del 12 marzo 1924.
Altri conti erano posseduti da importanti uomini politici di qualsiasi partito e da grandi industriali. Molti dei proprietari usavano le facilitazioni come un canale occulto attraverso cui esportare illegalmente valuta fuori dall’Italia. Qualsiasi deposito fatto non era soggetto a nessuna tassazione [si pensi a come una nefanda religione possa contribuire a determinare il crollo economico di una nazione!]…» (cfr. Yallop D.: Op. cit., London, 1984).
(3) Il Vaticano è stato sempre interessato alla salvaguardia del capitalismo, fatto che lo accomuna al fascismo, allora incipiente. Infatti, come sottolinea Ossicini (1998), «…Il fascismo è un preciso fenomeno di classe: esso è sorto per la difesa degli interessi del capitalismo…» (cfr. Ossicini A.: «Il fantasma cattocomunista e il sogno democristiano», Roma, 1998).
(4) Trattasi dell’articolo dal titolo «Le Vatican», scritto dall’autore durante la sua permanenza a Vienna ed apparso in “Corréspondance internationale”, n° 179 del 12 marzo 1924.