Di Thomas Mountain.
Somalia: quando l’ agenzia di aiuti alimentari delle Nazioni Unite affama i contadini e racconta bugie.
Thomas Mountain è l'unico giornalista occidentale indipendente nel Corno d’ Africa. Tratto dal sito di analisi politica statunitense Counterpunch 2 agosto 2011. Titolo originale: Ángel misericordioso o ángel de la muerte?
Il Programma Alimentare Mondiale (Pma), una delle maggiori agenzie di aiuti delle Nazioni Unite, ha una storia molto sgradevole in Somalia. Nel 2006, il Pma cominciò a distribuire grandi quantità di grano alla Somalia giusto nel momento in cui i contadini somali portavano i loro raccolti di grano al mercato.
Somalia: quando l’ agenzia di aiuti alimentari delle Nazioni Unite affama i contadini e racconta bugie.
Thomas Mountain è l'unico giornalista occidentale indipendente nel Corno d’ Africa. Tratto dal sito di analisi politica statunitense Counterpunch 2 agosto 2011. Titolo originale: Ángel misericordioso o ángel de la muerte?
Il Programma Alimentare Mondiale (Pma), una delle maggiori agenzie di aiuti delle Nazioni Unite, ha una storia molto sgradevole in Somalia. Nel 2006, il Pma cominciò a distribuire grandi quantità di grano alla Somalia giusto nel momento in cui i contadini somali portavano i loro raccolti di grano al mercato.
Con migliaia di tonnellate gratuite di grano disponibili, ai contadini risultò quasi impossibile vendere il loro prodotto e per loro fu il disastro. Migliaia di contadini indignati si riunirono nei vari centri di distribuzione del Pma sul territorio nazionale per protestare, anche violentemente. Nel tentativo di calmare gli animi, il Pma promise un’indagine che, una volta chiusa, stabilì che, in effetti, il Pma era incorso in una gaffe con i contadini somali, e promise che la cosa non si sarebbe ripetuta.
Nel 2007, proprio quando il raccolto di grano somalo cominciava ad arrivare ai mercati locali, il Pma distribuì di nuovo tutte le sue riserve di grano, con l’ aggravante che stavolta era protetto da uno schieramento dell’ esercito etiope. Con una siccità che da quattro anni tormentava la maggior parte del Paese, si potrebbe dire che il Pma ha aiutato a dare il colpo di grazia all’agricoltura somala. Pertanto, non c’è da sorprendersi se la resistenza somala Al Shabab, gruppo insurrezionale islamico, ha cacciato in malo modo il Pma dalla gran parte del territorio somalo che controlla, al sud. Ora il Pma - ad un paio di mesi da quando ha ridotto (per un «deficit di finanziamento») di circa il 70% le razioni minime di sopravvivenza alimentare destinate al milione e più di rifugiati somali - vuole farci credere che è molto preoccupato per la sopravvivenza e la sofferenza del popolo somalo colpito dalla siccità.
Il Pma è una delle rare agenzie di aiuto alle quali è consentito operare nell’Ogaden, la porta dell’Etiopia dalla parte della Somalia. Dirige alcuni centri di “vetrina” di distribuzione e per quattro anni ha fornito poco o nessun aiuto a quell’oltre 90% della popolazione dell’Ogaden che soffre per la “Siccità del Gran Corno d’Africa”, la peggiore in sessant’anni. Questa è anche la zona dove il governo etiope si scontra da oltre un decennio con il Fronte di Liberazione Nazionale dell’Ogaden (Flno). La cooperazione del Pma con il governo etiope nel trattenere gli aiuti alimentari nelle aree dove operano i combattenti della guerriglia fa parte di una strategia classica di controinsurrezione: “Se non puoi prendere il pesce, svuota il lago”.
Un paio di mesi fa, un’équipe del Pma nell’Ogaden, mentre stava tornando alla base, ha commesso l’errore di prendere una scorciatoia non prevista dalla mappa etiope delle strade consentite e si è imbattuta in un’unità paramilitare che stava portando a conclusione il suo ‘lavoro’ quotidiano: incendiare, saccheggiare, assassinare e creare il caos in un paese accusato di appoggiare il Flno. A quanto sembra, i membri dell’équipe hanno cercato di tornare indietro, ma troppo tardi, e lo squadrone della morte ha aperto il fuoco uccidendo vari di loro e ferendo i restanti. I feriti sono stati caricati sui camion, condotti nell’accampamento locale etiope e buttati nella prigione approntata.
Quasi subito gli etiopi hanno annunciato che i «terroristi» del Fronte di Liberazione avevano teso una «imboscata» all’équipe del Pma, che avevano «assassinato» alcuni membri e trattenuto i sopravvissuti come «prigionieri», e che l’esercito etiope li inseguiva. Due giorni dopo, il Fronte ha lanciato un attacco contro la base militare e contro la prigione dove erano rinchiusi i membri del Pma e li ha liberati, insieme ad altri prigionieri politici. Gli elicotteri etiopi dotati di mitragliatori sono arrivati subito per inseguire il Flno e i prigionieri liberati, ma senza successo, e i membri dell’équipe del Pma si sono messi in salvo. Più tardi, infatti, il Flno ha consegnato i prigionieri liberati al Pma sperando che raccontassero la verità sull’incidente e denunciassero i veri criminali. Ancora oggi il Pma tace sui dettagli dell’incidente senza condannare l’azione criminosa subita dall’équipe per mano degli squadroni della morte etiopi. Le famiglie dei prigionieri liberati vivono in zone controllate dagli etiopi. Il messaggio che giunge a molti paesi bruciati, a molte famiglie massacrate è: «Tieni la bocca chiusa o i tuoi cari subiranno la stessa sorte». Come fa il mondo a sapere ciò che succede se la Croce Rossa, Medici senza Frontiere e tutte le altre agenzie di aiuto umanitario, eccetto il Pma, sono state espulse dall’Ogaden? Fine della storia.
Mentre decine di milioni di somali che vivono nell’Ogaden, in Etiopia, sono vittime della siccità e del blocco degli aiuti alimentari, il Pma rimane in silenzio, complice del genocidio.
Il Programma Alimentare Mondiale, angelo misericordioso o angelo della morte? Giudicate voi.