Oriente e Occidente celebrano oggi l'impegno di una 15enne pakistana a favore dell'istruzione femminile nel suo Paese
Si celebra oggi in tutto il mondo il Malala Day, la giornata internazionale istituita dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon per ricordare l’impegno della 15enne attivista pakistana Malala Yousufzai a favore dell’istruzione femminile e contro la violenza alle donne del suo Paese.
LA STORIA – Malala, oggi ricoverata in Gran Bretagna al Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, nel 2009 aveva scritto un diario della valle di Swat, pubblicato sulla Bbc in lingua urdu, nel quale denunciava la violenze e i soprusi dei talebani che all’epoca avevano il controllo dell’area. Per questa ragione fu presa di mira di talebani e in un attentato, a Mingora, fu colpita da diversi colpi d’arma da fuoco, all’uscita da scuola.
L’INIZIATIVA – La ragazza asiatica è diventata il simbolo della lotta per i diritti delle donne nei paesi dove anche l’istruzione può essere punita con l’assassinio. Oggi viene raggiunta da messaggi di solidarietà da ogni parte del pianeta. Il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha definito Malala “simbolo di tutto quello che abbiamo di buono” e del “coraggio delle ragazze e delle donne” del Paese. Zardari ha anche annunciato l’iniziativa “Waseela e Taleem” (“Diritto all’educazione”) con lo scopo di garantire la scuola gratuita ai figli delle famiglie povere, e ha esortato i cittadini a non agire e lasciarsi impaurire dagli attacchi dei fondamentalisti ai quali – ha poi promesso – verrà risposto con “determinazione e coraggio”.
FONDI DA BANCA MONDIALE E GB – Nell’ambito di questo progetto la Banca Mondiale e il governo britannico doneranno due dollari al mese alle famiglie interessate a mandare i figli a scuola. Si calcola che nel mondo sono circa 32 milioni le bambine che non possono ricevere istruzione. Di queste, 5 milioni sarebbero pakistane. Waseela e Taleem punta a riportare in aula circa 3 milioni di bambini del Paese. “I sogni di Malala rappresentano il futuro del Pakistan”, ha Gordon Brown, inviato per l’Educazione delle Nazioni Unite, ricordando che il paese spende meno del 2% per l’educazione dei ragazzi, che il tasso di alfabetizzazione è fermo al 58% e che solo la metà delle donne sono in grado di leggere e scrivere. “La voce di Malala – ha detto il padre, un mese con moglie e due figlio trasferitosi a Birmingham per stare vicino alla ragazza – è la voce delle genti del Pakistan e di tutti i bambini deprivati del mondo. Malala e tutti gli altri attivisti per i diritti umani e delle donne devono essere ascoltati sinceramente e seriamente”.
LE MANIFESTAZIONI IN PAKISTAN – Nella scuola di Malala, e in molti istituti del Pakistan, sono previste per oggi preghiere e momenti di riflessione sul diritto all’istruzione per giovani e donna. “Abbiamo recitato una preghiera speciale e acceso delle candele per Malala. Tutte le studentesse della scuola erano presenti… ma non si è trattato di un evento pubblico perché la nostra scuola e i nostri studenti sono ancora bersaglio di minacce”, ha spiegato Mariam Khalid, direttrice del collegio Khushhal frequentato da Malala. La direzione dell’istituto ha però invitato gli studenti a non rilasciare dichiarazioni ai media per evitare di attirare l’attenzione degli estremisti islamici.
LA VOCE DELLE AMICHE – Anche le coetanee di Malala vedono il lei un simbolo. “Lei è la nostra eroina – ha detto una studentessa 15enne di una scuola vicina – rappresenta l’identità della Valle di Swat e dei pashtun”. “Dopo l’attacco contro di lei, abbiamo ancora più volontà di studiare e di portare a termine la sua missione che è quella di diffondere l’istruzione”, ha affermato un altra bambina, 12 anni. (Fonti: Ansa, TMNews, Aki, Agi)
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