mercoledì 14 novembre 2012

Dall’ex Sant’Uffizio bordate contro il neo-ateismo: “è disumano e intollerante”

Nei sacri pa­laz­zi del Va­ti­ca­no pro­se­gue, senza con­ce­der­si alcuna sosta, il pro­gram­ma di dif­fa­ma­zio­ne del­l’a­tei­smo. Pro­gram­ma che ha una lunga e au­to­re­vo­le tra­di­zio­ne, e che dopo la pa­ren­te­si con­ci­lia­re è stato ri­lan­cia­to in grande stile dagli ultimi due papi. I loro su­bal­ter­ni li se­guo­no di­sci­pli­na­ta­men­te, “ob­be­dien­ti” e “sot­to­mes­si” come pre­ten­de il Ca­te­chi­smo.
 

L’attacco all’ateismo del guardiano dell’ortodossia


L’ul­ti­ma bor­da­ta arriva da mons. Ge­rhard Ludwig Müller, pre­fet­to della Con­gre­ga­zio­ne per la Dot­tri­na della Fede. Non è ancora car­di­na­le, ma è già di­ve­nu­to re­spon­sa­bi­le del­l’ex San­t’Uf­fi­zio: in pra­ti­ca, “il guar­dia­no del­l’or­to­dos­sia”. Un in­ca­ri­co ri­co­per­to per ven­ti­quat­tro anni da un altro te­de­sco, che lo usò come tram­po­li­no di lancio per l’a­sce­sa al pon­ti­fi­ca­to: Be­ne­det­to XVI. Il com­pi­to as­se­gna­to al pre­fet­to è di vi­gi­la­re sulla “pu­rez­za” della dot­tri­na della Chiesa cat­to­li­ca. E quindi di get­ta­re di­scre­di­to su ogni por­ta­to­re sano di even­tua­li “con­ta­mi­na­zio­ni”.
 
Il nuovo Ra­tzin­ger ha dunque pen­sa­to bene di at­tac­ca­re fron­tal­men­te quello che la Chiesa cat­to­li­ca con­si­de­ra il suo nemico numero uno. Non la mor­ta­li­tà in­fan­ti­le, non la sof­fe­ren­za del pros­si­mo, ma l’e­si­sten­za di per­so­ne che fon­da­no la pro­pria vita su valori esclu­si­va­men­te umani. In­ter­ve­nen­do al quinto con­gres­so mon­dia­le di me­ta­fi­si­ca, se­con­do quanto ri­por­ta Radio Va­ti­ca­na ha voluto in­nan­zi­tut­to ras­si­cu­ra­re la pro­pria platea: “di­ven­ta­no sempre più nu­me­ro­si quelli che si pon­go­no o sen­to­no con nuova acu­tez­za gli in­ter­ro­ga­ti­vi più fon­da­men­ta­li”, “la fede è anche oggi più che mai “mo­der­na”, e apre dunque alla spe­ran­za di fronte al pes­si­mi­smo di quanti negano “la pos­si­bi­li­tà della co­no­scen­za di Dio per mezzo della Ri­ve­la­zio­ne”. Tutto va bene, madama la mar­che­sa.
 
Se tutto va bene, non si ca­pi­sce dunque perché, esat­ta­men­te come il papa, Müller con­ti­nui a per­de­re tanto tempo a cri­ti­ca­re l’a­tei­smo. La con­trap­po­si­zio­ne è ma­ni­chea: “l’ot­ti­mi­smo della vi­sio­ne cri­stia­na del mondo e del­l’uo­mo” si con­trap­po­ne alla “vi­sio­ne del mondo pseu­do-scien­ti­fi­ca pro­pa­gan­da­ta dal neo-atei­smo” che “viene ai nostri giorni esal­ta­ta come pro­gram­ma di opi­nio­ne da im­por­re al­l’in­te­ra uma­ni­tà”. Di qui il “ca­rat­te­re di­su­ma­no e in­tol­le­ran­te” di questa vi­sio­ne ni­chi­li­sta che si ma­sche­ra con una “morale fi­lan­tro­pi­ca e uma­ni­ta­ria”.
 
Non è finita qui. Müller am­met­te che la vita è assai breve. Ma pro­prio per questo motivo “merita pro­fit­ta­re del tempo quale ri­sor­sa per de­star­si dal sonno del­l’i­deo­lo­gia del­l’au­to­rea­liz­za­zio­ne e del­l’uo­mo che si co­strui­sce da sé”. Perché, sot­to­li­nea, “l’uomo ri­co­no­sce se stesso come per­so­na” solo alla luce di Dio: “solo in Dio in­con­tra la pace nella sua ri­cer­ca della verità e nella sua ten­sio­ne al bene”. E solo in Dio rea­liz­za la sua piena li­ber­tà “sotto forma di amore”. “La forma della li­ber­tà umana, quindi, non si rea­liz­za nel­l’op­po­si­zio­ne a Dio”, come vor­reb­be il neo-atei­smo, “ma solo sul fon­da­men­to della per­fet­ta li­ber­tà spi­ri­tua­le di Dio”.
 
Non pago, Müller ha rin­ca­ra­to la dose sull’Os­ser­va­to­re Romano. Ha ri­pre­so gli stessi con­cet­ti, ha scrit­to che i libri di Da­w­kins e Hit­chens “pro­muo­vo­no uno stile di vita edo­ni­sti­co im­pron­ta­to al­l’u­ti­le e al pro­fit­to”, e ha con­clu­so con accuse ancora più pe­san­ti: “vol­gen­do uno sguar­do re­tro­spet­ti­vo sul­l’a­tei­smo po­li­ti­co col­ti­va­to dal na­zio­nal­so­cia­li­smo in Ger­ma­nia o sul pro­gram­ma sta­li­ni­sta di estin­zio­ne della Chiesa, rea­liz­za­to nel­l’U­nio­ne So­vie­ti­ca, ri­sul­ta ancora più evi­den­te il ca­rat­te­re di­su­ma­no e in­tol­le­ran­te di tale neo-atei­smo. Appare in­fat­ti chiaro che il co­sid­det­to atei­smo scien­ti­fi­co dif­fi­cil­men­te può op­por­re re­si­sten­za al suo stesso tra­sfor­mar­si in atei­smo quale vi­sio­ne glo­ba­le del mondo e dunque quale pro­gram­ma po­li­ti­co-to­ta­li­ta­rio di as­so­lu­ta di­su­ma­ni­tà”.
 

Una rappresentazione falsa e derisoria
 

Dif­fi­cil­men­te qual­che let­to­re delle Ul­ti­mis­si­me si ri­co­no­sce­rà in tale de­scri­zio­ne. Né vi si ri­co­no­sce­ran­no gli espo­nen­ti più noti del “nuovo atei­smo”: Ri­chard Da­w­kins, Daniel Den­nett, Sam Harris, Michel Onfray, il de­fun­to Chri­sto­pher Hit­chens. Nes­su­no di essi in­dul­ge al ni­chi­li­smo, nes­su­no di essi ri­tie­ne che la rea­liz­za­zio­ne di se stessi passi sic et sim­pli­ci­ter per l’op­po­si­zio­ne a Dio, nes­su­no di essi si è par­ti­co­lar­men­te im­pe­gna­to a pro­muo­ve­re la ri­cer­ca “del­l’u­ti­le e del pro­fit­to”, nes­su­no di essi rim­pian­ge l’e­spe­rien­za so­vie­ti­ca – anzi, tutti l’han­no cri­ti­ca­ta anche du­ra­men­te. Qui non siamo nem­me­no al tra­vi­sa­men­to, alla crea­zio­ne del­l’uo­mo di paglia: Müller si limita ma­li­gna­men­te a in­ven­tar­si qual­co­sa che non esiste pro­prio. Let­te­ral­men­te.
 
Come l’idea che il na­zi­smo fosse ateo. Come poteva un regime ateo sti­pu­la­re un Con­cor­da­to con la Chiesa cat­to­li­ca solo pochi mesi dopo la presa del potere, met­te­re fuori legge le as­so­cia­zio­ni atee, avere un motto quale “Dio è con noi”, avere un führer così af­fet­tuo­so nei con­fron­ti della Chiesa cat­to­li­ca da farne parte fino alla fine, pren­de­re quale esem­pio di pro­gram­ma an­ti­se­mi­ta le bi­mil­le­na­rie parole contro il giu­dai­smo della Chiesa? Sem­pli­ce­men­te, non poteva. Il na­zi­smo non era ateo, e il te­de­sco Müller mente sa­pen­do di men­ti­re.
 
Al­tret­tan­to grot­te­sco è so­ste­ne­re che ”l’uomo ri­co­no­sce se stesso come per­so­na” solo alla luce di Dio. Molti in­cre­du­li sono sempre stati im­pe­gna­ti, “in prima per­so­na”, per la difesa dei di­rit­ti civili, tra cui anche quello della li­ber­tà di re­li­gio­ne e dalla re­li­gio­ne. Com­pren­dia­mo che al mon­si­gno­re non piac­cia che atei e agno­sti­ci co­strui­sca­no la pro­pria “per­so­na­li­tà” au­to­no­ma­men­te, ma pro­prio per questo avreb­be dovuto, più sag­gia­men­te, evi­ta­re di im­bar­car­si in certe af­fer­ma­zio­ni. Anzi, pa­ra­dos­sal­men­te, è pro­prio il fedele cat­to­li­co ete­ro­di­ret­to, quello che segue pe­dis­se­qua­men­te il ma­gi­ste­ro ec­cle­sia­sti­co che gli impone sot­to­mis­sio­ne, ad avere più dif­fi­col­tà a ri­co­no­sce­re se stesso come “per­so­na”, come in­di­vi­dua­li­tà sin­go­la chia­ra­men­te di­stin­ta dalle altre.
 
Quanto al “ca­rat­te­re di­su­ma­no e in­tol­le­ran­te” del nuovo atei­smo, Müller di­men­ti­ca di por­ta­re evi­den­ze a so­ste­gno delle sue tesi. Perché se l’u­ni­ca evi­den­za è rap­pre­sen­ta­ta dalla sua esal­ta­zio­ne quale “pro­gram­ma di opi­nio­ne da im­por­re al­l’in­te­ra uma­ni­tà”, è facile ri­spon­de­re che non solo non si vede tale esal­ta­zio­ne da parte della cul­tu­ra do­mi­nan­te, ma anche che un tale pro­gram­ma è né più né meno quello della Chiesa cat­to­li­ca, che au­spi­ca la con­ver­sio­ne del­l’in­te­ra uma­ni­tà alla pro­pria dot­tri­na.


Demonizzazione e sottovalutazione del fenomeno ateo


Come si vede, il li­vel­lo ar­go­men­ta­ti­vo non è certo ele­va­to. Come non lo è quello di un altro teo­lo­go, ad­di­rit­tu­ra an­gli­ca­no, spesso citato dai media cat­to­li­ci: Ali­ster Mc­Gra­th. Nel 2002 scris­se un libro, The Twi­light of Athei­sm (Il cre­pu­sco­lo del­l’a­tei­smo). Pur­trop­po per lui, sol­tan­to quat­tro anni dopo sa­reb­be esplo­so, con L’il­lu­sio­ne di Dio, il fe­no­me­no del new athei­sm. Ma Mc­Gra­th non si dà per vinto, e pochi giorni fa è stato in­ter­vi­sta­to da Av­ve­ni­re. L’as­sun­to con­te­nu­to nel titolo, Nuovi atei al ca­po­li­nea, è va­ni­fi­ca­to dalle ar­go­men­ta­zio­ni del­l’ar­ti­co­lo: la sua tesi, in so­stan­za, si riduce alle af­fer­ma­zio­ni con­fi­den­zia­li di una col­le­ga, nem­me­no citata. Sembra quasi che gli si debba cre­de­re per fede.
 
Tanto sta tra­mon­tan­do l’a­tei­smo che i ve­sco­vi cat­to­li­ci si sono dovuti riu­ni­re, per quasi un mese, a di­scu­te­re di “nuova evan­ge­liz­za­zio­ne”. Nel do­cu­men­to finale hanno scrit­to che, “anche nelle forme più aspre di atei­smo e agno­sti­ci­smo”, sen­to­no “di poter ri­co­no­sce­re, pur in modi con­trad­dit­to­ri, non un vuoto, ma una no­stal­gia, un’at­te­sa che at­ten­de una ri­spo­sta ade­gua­ta”. Non co­no­scia­mo alcun non cre­den­te che si trovi tale con­di­zio­ne, ma forse la nostra è una vi­sio­ne par­zia­le.
 
O, più pro­ba­bil­men­te, la Chiesa cat­to­li­ca e il mondo cri­stia­no isti­tu­zio­na­le non hanno in­te­res­se a capire cosa pen­sa­no e cosa vo­glio­no dav­ve­ro gli atei e gli agno­sti­ci. E non voglio nem­me­no do­tar­si degli stru­men­ti per ar­ri­var­ci: un po’ come quando l’In­qui­si­zio­ne con­tro­ri­for­mi­sti­ca cer­ca­va di ap­pic­ci­ca­re a cri­stia­ni non con­for­mi­sti del Cin­que­cen­to eti­chet­te ere­ti­che di oltre un mil­len­nio prima.
 
In­vi­tia­mo le ge­rar­chie della cri­stia­ni­tà a dare un’oc­chia­ta alla nostra se­zio­ne Ecco gli atei e gli agno­sti­ci. Tro­ve­ran­no tante per­so­ne che non rien­tra­no nei loro schemi, perché (in genere) sono sod­di­sfat­ti di come sono e di come con­du­co­no la pro­pria vita, riem­pi­ta dei tanti in­te­res­si che hanno e dei tanti ideali che col­ti­va­no per co­strui­re un mondo mi­glio­re. Per tutti, anche per chi non la pensa come loro. E forse anche i leader cri­stia­ni ca­pi­ran­no perché le fila del­l’in­cre­du­li­tà si in­gros­sa­no ogni giorno di mi­glia­ia e mi­glia­ia di per­so­ne di ogni na­zio­na­li­tà. Ora che non ci sono più i Co­stan­ti­ni o gli eser­ci­ti co­lo­nia­li a far espan­de­re il gregge cri­stia­no con l’uso della forza e della coer­ci­zio­ne, capire sul serio chi sono gli atei e gli agno­sti­ci evi­te­rà loro di spa­rar­le ancora troppo grosse. E sarà sen­z’al­tro assai più utile del­l’in­ven­tar­si per­so­ne ine­si­sten­ti da de­mo­niz­za­re, in ag­giun­ta alle tre che già ado­ra­no.