Un gruppo di religiosi di Passau propone una riforma totale della morale cattolica
Dopo l’Austria la ribellione alla linea della Chiesa ufficiale arriva anche in Germania. Nella diocesi di Passau una trentina di preti ha aderito ad un gruppo che vuole proporre una riforma drastica della morale cattolica, affermando il diritto delle donne di servire messa, così come la fine dell’obbligo di celibato oppure la possibilità di dare la comunione ai divorziati. Anche nella Baviera cattolica, la terra dove è nato Ratzinger, il movimento che vuole cambiare la Chiesa mette radici, terrorizzando il vescovo di Passau e il clero tedesco.
APPELLO ALLA DISOBBEDIENZA - Nella diocesi di Passau si è formato due anni fa un gruppo di dialogo tra preti che si chiama Passauer Priester im Dialog. Questo gruppo ha organizzato un incontro nelle settimane scorse con i loro colleghi di Pfarrer-Initiative, un movimento austriaco che vuole drasticamente riformare la Chiesa cattolica. Questa iniziativa è stata creata da Monsignor Helmut Schueller, 59 anni, un prete austriaco, parroco di St. Stephan nel villaggio di Probstdorf. In passato è stato presidente della Caritas austriaca e vicario generale del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn. Finito il sodalizio con il cardinale, nel 2006 lancia l’iniziativa dei parroci, un “appello alla disobbedienza” che chiede, tra l’altro, il sacerdozio femminile, la comunione ai divorziati risposati, l’abolizione dell’obbligo del celibato, l’apertura ai laici. Insomma, una rivoluzione che ha il sostegno di molti fedeli ma la ferrea opposizione delle gerarchie vaticane. A Passau però per la prima volta un gruppo di preti tedeschi ha sposato la linea dei sacerdoti di Pfarrer-Initiative, ribadendo alla fine dell’incontro la necessità di intensificare il dialogo tra di loro.
NUOVA CHIESA – I preti di Passau vogliono soprattutto introdurre il sacerdozio femminile, mentre chiedono che sugli altri temi lanciati da Pfarrer-Initiative ci possa essere una discussione aperta nella Chiesa, visto che dal punto di vista teologico nulla vieta di impedire, per esempio, la comunione ai divorziati, oppure di far sposare i sacerdoti. Wilhelm Schraml, il vescovo di Passau e come il porporato di Vienna Christoph Schoenborn molto vicino a Ratzinger non è però disponibile a dialogare su queste basi. Per Schraml il nuovo inizio della Chiesa significa un ritorno al passato, un modo per dire che solo la tradizione cattolica è la vera risposta per i problemi del presente. Un’affermazione che condivide in pieno la linea restauratrice di Wojtyla -Ratzinger affermatasi all’interno del Vaticano dopo le riforme del Concilio Vaticano II. Andreas Artinger, il portavoce del gruppo dei preti della diocesi di Passau, non si rassegna però al no secco pronunciato dal suo vescovo, e afferma che l’attività dei preti riformatori proseguirà. “E’ importante che i credenti che hanno perso fiducia nella Chiesa per il suo immobilismo ricevano qualche segnale di speranza.” La ribellione partita dall’Austria mette dunque radici anche in Germania, e proprio nella terra natale del Papa. In Vaticano il disagio per queste iniziative non è mai stato reso pubblico finora, ma è indubbio che simili posizioni antitetiche possano difficilmente convivere sotto un unico tetto, anche quello di Cristo.
di Dario Ferri
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